In località Acquabella, a metà di via Sidoli, si trova una grandiosa chiesa dall’aspetto paleocristiano dedicata alla Santa Croce.
Si tratta della chiesa di Santa Croce che sorse grazie ad un iniziativa della congregazione dei Padri Stimmatini, fondata nel 1816 da San Gaspare Bertoni (1777-1853), che si erano stanziati a Milano in via Cellini (porta Vittoria) nel 1903. Nel 1906 i Padri si stabilirono in località detta la busa, nei pressi della quattrocentesca Cascina dell’Acquabella (purtroppo andata distrutta), in un terreno adiacente la ferrovia, posto tra l’attuale via Sidoli e via Goldoni. In questo luogo l’ingegner Aleardo Vanini adattò per i padri Stimatini un padiglione dell’Esposizione Internazionale appena conclusa, a chiesa “rotonda” con uno sfondato per l’altare. L’edificio rotondo aveva un’ossatura e copertura in ferro, mentre il rivestimento era in legno. Venne dedicata alla Madonna del Perpetuo Soccorso e benedetta dal cardinal Ferrari nel 1907.
Con l’espandersi della città, la necessità di un luogo di culto più definitivo si fece importante per il quartiere periferico. Perciò fu lo stesso Cardinale Ferrari che nel 1913, nel XVI centenario dell’Editto di Costantino avvenuto nel 313, pensò bene di realizzare una nuova chiesa a memoria dell’editto. A disegnare l’edificio fu chiamato l’architetto Cecilio Arpesani, che optò per uno stile che richiamasse la forma delle prime basiliche cristiane costantiniane.
La prima pietra della nuova chiesa venne posta il 28 settembre 1913 e il 23 dicembre del 1917 il tempio venne aperto ai fedeli; il 9 febbraio 1920 venne eretta a parrocchia.
Per la fronte principale venne scelta la via Sidoli, allora ancora solcata dalla ferrovia per la vecchia Stazione Centrale, in un punto non lontano dal famoso bivio ferroviario dell’Acquabella. Ferrovia già destinata a venire soppressa ma che verrà smantellata solo nel 1931.
Sopra una cripta, già dipinta a motivi catacombali dal Cisterna nel 1918 e ristrutturata nel 1968, sorge la basilica architettonicamente ispirata alle prime basiliche romane cristiane.
La facciata è decorata da mosaici di ispirazione bizantina realizzati fra il 1960 e il 1961 su disegno di Paolo Rivetta, presenta un ampio protiro che contribuisce a conferire all’edificio un elegante aspetto antico.
Il pronao monumentale, sorretto da dodici colonne di granito con capitelli compositi che reggono l’alta architrave, ospita la dedica in mosaico che ricorda il XVI centenario costantiniano.
L’interno è a croce latina con tre navate, la centrale absidata, divisa da due file di nove colonne con capitelli corinzi ed archi.
L’interno di Santa Croce è organizzato come dicevamo, a tre navate ha il tetto a capriate lignee a vista, rifatto dopo i bombardamenti del 1942.
Il ciborio sorge su una piattaforma elevata al centro del transetto. Del progetto Arpesani è stata variata l’abside, nell’esterno a paramento in cotto senza la loggetta motivo romanico che l’architetto voleva adottare al paleocristiano rinunciando agli archi per l’architrave.
Il battistero esagonale è a cuspide e si trova tra gli archi nella nave sinistra.
Le decorazioni delle pareti interne, dei cicli a tempera, furono realizzate fra il 1939 e il 1943 dal pittore Carlo Donati: sua la grande Via crucis. Avrebbero già bisogno di un restauro. Furono una grande modifica secondo il progetto originariovoluto dall’architetto.
Un alto arco trionfale dipinto porta al presbiterio dove si trovano l’altare e il ciborio riccamente decorati da marmi policromi. Nelle navate laterali sorgono la cappella dedicata al Sacro Cuore e alla Madonna del Perpetuo Soccorso.
La Cappella del Sacro Cuore (1935) ha un mosaico di Matteo Tevini, la cappella della Madonna del Perpetuo Soccorso è opera dell’architetto Uccelli di Parma (1937). Nella Chiesa si conserva un quadro con la Madonna, attribuito a Rizo da Candia (1421-1495), proveniente da Verona.
Qui di seguito altri altari (più semplici) e un confessionale.
Fonte: Le chiese di Milano, Electa 1985; Le chiese di Milano, Ponzoni 1930; Wikipedia; Parrocchia Santa Croce.