Il grande comparto militare di Milano realizzato tra il 1929 e il 1931, occupò una vasta area posta nell’area di “confine” tra Milano e Baggio dove venne realizzata la nuova Piazza d’Armi una decina di anni prima (Baggio nel 1923 venne annesso al Comune di Milano).
Nella nuova caserma, inaugurata nel 1931, si insediò il Reggimento di Artiglieria a cavallo Voloire, un’istituzione milanese dal 1887.
Lo storico Reggimento è rimasto presente nella caserma di piazzale Perrucchetti fino all’8 settembre 2016, traslocato a Vercelli (non suscitando polemiche).
Infatti la caserma Santa Barbara di piazzale Perrucchetti e la caserma Annibaldi di via Saint Bon (sede dell’Ospedale Militare di Baggio), sono entrate a far parte nel 2015, delle 26 strutture nazionali del progetto “Caserme Verdi”, il piano dello Stato Maggiore della Difesa che ha l’obiettivo di rinnovare in venti anni e con un investimento complessivo di un miliardo e mezzo di euro il patrimonio immobiliare dell’Esercito, realizzando basi militari di nuova generazione, ecologiche e che siano sempre più aperte ai cittadini e ai territori attraverso la progettazione di spazi, come asili e strutture sportive, disponibili per il pubblico.
Così l’area della vecchia Piazza d’Armi e le relative strutture dei vecchi magazzini e depositi, inutilizzati da decenni, sono passati in gestione a Invimit, società del Ministero dell’Economia, affinché valorizzi le aree dal punto di vista economico per essere trasformati e eventualmente urbanizzati.
Nel 2017 si erano visti i primi rendering per un masterplan steso dall’architetto Leopoldo Freyrie. Il quale salvaguardava la parte centrale come un grande “Central Park” e collocava edifici residenziali ai bordi. Successivamente per Piazza d’Armi secondo il nuovo PGT, vedrà aumentata l’area verde al 75 per cento dello spazio e niente grattacieli nell’area, verde che potrà venire collegato con il vicino Parco delle Cave.
Nel frattempo sono stati conclusi i lavori di demolizione dei vecchi ed inutili magazzini disposti nella parte occidentale dell’area, lungo la via Alessio Olivieri.
Foto Valter Repossi.
La Caserma Santa Barbara di piazzale Perrucchetti: Il complesso comprende diversi edifici articolati per funzioni differenti, definiti sia in planimetria che nello stile riconducibile ad un eclettismo maturo molto austero che ben si adatta alla gerarchia militare. Gli edifici verso la città sono destinati ad ospitare il personale e il comando, e delimitano un vasto cortile. Gli edifici destinati a rimessa e le officine per le riparazioni sono realizzate in stile rustico con ampie superfici vetrate e saracinesche metalliche e sono collocate sulle lai del complesso. Le scuderie sono tuttora funzionanti, realizzate anch’esse in stile rustico, con tetti a falde in coppi e grandi portoni in legno lavorato a spina di pesce si trovano a due eleganti cavallerizze coperte con una leggera struttura in ferro. Le strutture sanitarie per gli uomini e per i cavalli sono collocate negli angoli opposti del complesso e sono state realizzate nel medesimo stile delle palazzine e delle scuderie. Oggi la caserma Santa Barbara è sede del primo reggimento Trasmissioni e base operativa dell’operazione Strade Sicure.
Qui di seguito alcune foto della parte della Caserma Annibaldi di via Saint Bon che affaccia u via delle Forze Armate.
Queste immagini invece, mostrano parte della Caserma Santa Barbara.
Sarebbe interessante capire la logica con cui si è proceduto alla demolizione, senza avere prima un progetto di riqualificazione dell’area…
Sarebbe anche interessante capire perche’ Invimit o chi per lei debba spiegare al sig Fabio la logica con cui procede alle demolizioni.
Speriamo facciano qualcosa di bello e soprattutto in fretta
Una bella zona residenziale di ville e villette ? Lì ci sta bene..
Di cose che ci sono in molte grandi città e che a Milano mancano ce ne sono (Museo di Arte Contemporanea, Grande Biblioteca, Moschea principale e centro islamico)
Poi si potrebbe spostare li il San Carlo+San Paolo anzichè andare a incastrarlo tra il naviglio ed il parco sud
Si potrebbe fare il museo dei trasporti pubblici che al Museo della scienza e della tecnica non ha spazio e ha un sacco di pezzi ad arrugginire a Volandia.
Addirittura delocalizzare San Vittore che in centro è assurdo, e creare un secondo polo della Giustizia.
Oppure la cittadella degli Sport Acquatici.
Di cose ce ne sarebbero molte, ma credo faranno la solita combinazione case+social housing+supermercato+giardinetto spacciato per Central Park, come si fa ormai da 25 anni tutte le volte che compare un appezzamento di terra che non sia in zona “pregiata”.
Preferisco l’ipotesi villette e verde come in tantissimi paesi esteri piuttosto che cittadella di questo o di quello come da lei ipotizzato
Ritengo che questa area vada valorizzata con interventi integrati che riguardano il verde pubblico con particolare valenza naturalistica (vedi specie autoctone particolarmente anfibie) , vadano valorizzate specie arbustive autoctone e zone umide. Evidenzio però che i lavori sulla zona verde richiederanno costi ancora non prevedibili per la bonifica ambientale soprattutto della zona nord est,, ove sono stati denunciati sversamento e interramento di materiali inquinanti. Ritengo che le spese impiegate nella rivalutazione del verde, e le eventuali spese su edifici rivolti a utilità sociale non debbano ricadere esclusivamente sul cittadino, soprattutto in un periodo economico incerto come questo. L’edilizia privata deve comunque avere un ruolo, ovviamente con limiti di cubatura e di altezza degli edifici, in particolare l’estensione su 4 lati del parco di edifici di elevata altezza e scarsa apertura verso la città, non sia un buon esempio di architettura integrata con la realtà urbana limitrofa, ma rischia di essere un ghetto dorato. Saluti Alessandro Fornasieri