Milano Porta Vercellina. Recentemente nelle vicinanze di via del Caravaggio, sono state aperte due fermate della linea metropolitana M4, Coni Zugna e California, quale occasione migliore per fare una picocla passeggiata tra meravigliose architetture che quasi casualmente si sono ritrovate nella stessa via.
Via del Caravaggio, dedicata al famosissimo pittore Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (nato a Milano il 29 settembre 1571 – Porto Ercole, 18 luglio 1610) dal borgo bergamasco dal quale venivano i genitori, venne aperta nel territorio di Porta Vercellina nei primi anni del 1900 per unire, in maniera trasversale, la griglia pensata dal piano Beruto ma rivista dal Piano Pavia-Masera del 1909. La via era attraversata dalla ferrovia sino al 1931 quando venne rimossa definitivamente dopo la dismissione dello scalo ferroviario del Sempione, cambiando aspetto a questa zona all’epoca abbastanza periferica. In via Dezza infatti vi transitavano i treni che dalla stazione di Porta Genova si dirigevano allo scalo Sempione per poi congiungersi alla direttrice Milano Torino. Perciò la via rimase bloccata a metà per almeno una quindicina di anni dalla sua realizzazione. Il tracciato ferroviario di via Dezza era a raso sino quasi all’altezza di via Lipari (all’epoca via Vepra), dove tramite un ponte permetteva ai tram di transitare da e per piazza Vesuvio, perciò separava di netto via del Caravaggio.
Sebbene via del Caravaggio si trovasse tra lo scalo ferroviario del Macello, oggi parco Solari (o meglio Don Giussani), il residuo del cimitero di Porta Vercellina, il Fopponino, e il “nuovo” Carcere di San Vittore, probabilmente nei primi decenni del Novecento, già era previsto uno sviluppo immobiliare per una popolazione medio borghese, così i nuovi sviluppatori scelsero architetti validi e materiali di pregio, abbellendo il nuovo quartiere di piccole meraviglie.
Così lungo la nuova via vennero eretti caseggiati prettamente per abitazioni (pochissimi negozi) e una clinica, ma tutti di pregio e sviluppati dal 1925 al 1951.
Cominciamo il nostro percorso da piazzale Aquileia per raggiungere piazza Bazzi.
VIA DEL CARAVAGGIO dal civico 1 all’11
All’angolo con via Altino e Piazza Aquileia al civicio 4 di via del Caravaggio troviamo il sobrio edificio residenziale di Casa Dondena Scolari, realizzata nel 1925 dall’Architetto Tancredi Motta.
Al civico 4 troviamo un altro edificio elegante e ben proporzionato, anch’esso costruito nel 1925, Casa Castiglioni Bardelli, progettata dall’Ingegnere – Natale Morandi.
Grazioso anche il civico 3, ma troviamo molto interessante anche l’unico edificio moderno della via, il civico 5 realizzato dall’Architetto Giuseppe Martinenghi nel 1951. Palazzo semplice e dalle linee nette, che gioca molto sulle superfici sagomate degli intonaci.
Tendente al liberty barocchetto il palazzo d’angolo con via Dezza del civico 11, riccamente decorato e con una bellissima e leggera bovindo posta all’angolo dello stabile. Delizioso anche il dirimpettaio al civico 6, questo realizzato in più classico stile eclettico. Entrambi realizzati nel 1924/25.
VIA DEL CARAVAGGIO dal civico 13 all’17
Sobrio ed elegante tendente al déco o al primo razionalismo, il condominio di Via del Caravaggio 13. Posizionato ad angolo con via Dezza, presenta una monumentale facciata sormontata da un ampio timpano a vela che cela un terrazzo. Progetto del 1932 dell’architetto Carlo Bianchi.
Di fronte, al civico 10, troviamo l’ampio edificio della Piccola Casa di San Giuseppe, ora una residenza per studentesse universitarie. Antonio Bassanini realizzarà assieme a Erminio Alberti l’Istituto religioso Piccola Casa San Giuseppe e al contempo la vicina Casa di cura del Policlinico in via Dezza 48 (recentemente sopralzato e poco gradito alla maggior parte dei cittadini del quartiere e non solo). La scelta stilistica dei due manufatti verte sul classicismo eclettico dell’epoca in composizioni eleganti.
Tornando sul lato dispari, segnaliamo il civico 15, realizzato tra il 1932 e il 1933 su progetto dell’Ingegnere Camillo Bianchi. Anch’esso in stile dèco, si presenta con una facciata geometrica ed elegante. Grazioso il portone d’ingresso sottolineato da una cornice in travertino bianco.
Atro edificio dello stesso periodo e stesso stile per il rosseggiante palazzo d’angolo con via Foppa di via del Caravaggio 17 progettato dall’Architetto Carlo Bianchi.
VIA DEL CARAVAGGIO dal civico 19 all’25
Passiamo ora all’ultimo tratto di via del Caravaggio, dove all’angolo con via Foppa troviamo il civico 12, che anch’esso, trovandosi in un lotto con angolo acuto, sfrutta il lato smusso per proporre una facciata monumentale quasi identica al civico 13, sormontato da un ampio timpano.
Meravigliosa anche la Casa al civico 14 di via del Caravaggio, anch’essa realizzata sul finire degli anni Venti del Novecento e realizzata in un ricco stile déco.
Sul lato opposto trova risalto un’altro edificio realizzato dall’Architetto Carlo Bianchi in stile primo razionalismo, via Caravaggio 19. Anche in questo caso, la posizione nel punto di incontro tra via Caravaggio e via Foppa con un angolo ottuso, ha ispirato l’architetto per porre a sormontare l’angolo stondato una sorta di gazebo in cemento molto particolare e forse unico in città.
Segnaliamo anche il confinate edificio di via Vincenzo Foppa 15, realizzato nel 1933 sempre dall’Architetto Carlo Bianchi.
A lato troviamo il civico 21 (all’angolo con la via privata Letizia) realizzato dall’Architetto Ferruccio Liva nel 1940.
Veniamo alla chicca edilizia e di architettura della via, le Domus Aurelia, Flavia, Livia, Onoria & Serena di via privata Letizia e realizzate tra il 1934 e il 1938 (Aurelia, Onoria, Livia furono completate nel 1934) dalla mano del geniale Giò Ponti, padre del grattacielo Pirelli e della Sede Rai di Corso Sempione.
I quattro edifici in via del Caravaggio 25, progettati da Giò Ponti, fanno parte di una riflessione sulla casa moderna e sulla produzione in serie, già avviata con i progetti delle Domus Julia, Carola e Fausta in via De Togni (1931-1936) e della Domus Adele di viale Coni Zugna (1934-1935). Le costruzioni formano un’unità di quartiere ispirata al concetto di strada-giardino, con spazi verdi che separano gli edifici dall’area pubblica.
Ponti si ispira ai modelli tedeschi e introduce elementi comuni come balconi, terrazze e vetrate, reinterpretando la tradizione italiana. Le case sono pensate per soddisfare sia esigenze economiche che etico-sociali, con spazi ottimizzati e ambienti funzionali, come il soggiorno ampio e soluzioni d’arredo integrate, inclusa la “finestra-vetrina”.
Le Domus si distinguono per caratteristiche specifiche:
- Domus Livia: ingresso della schiera, con balconi aggettanti e finestre orizzontali.
- Domus Serena: facciata scandita verticalmente da logge sovrapposte, con dettagli progettuali mai realizzati (obelischi e sagome in stucco).
- Domus Onoria e Flavia: planimetria a L, con reinterpretazione moderna della quadrifora; Onoria presenta profili ad arco, mentre Flavia è più lineare e include fasce in clinker.
Tutti gli edifici condividono materiali poveri (intonaco colorato) e una ridotta variazione volumetrica, mantenendo però un’identità propria.
Giungiamo a conclusione del nostro percorso con il magnifico palazzo di via California 23, angolo con Piazza Giovanni Antonio Bazzi e via Caravaggio. Realizzato tra il 1935 e il 1936, dall’Architetto Ferruccio Liva, spicca per le sue forme stondate che esaltano magnificamente quest’angolo, con volumi differenti che si incastrano a perfezione. Palazzo recentemente restaurato magnificamente.
Veniamo al problema principale della via.
Purtroppo il “bella ma…” del titolo riguarda l’aspetto stradale e urbano della via, l’essere abbastanza ampia da consentire un parcheggio (consentito) a cavallo dei marciapiedi, la cui resa da quel sapore un po’ squallido al tutto. Speravamo in un riordino con l’arrivo della metropolitana, ma non lo crediamo possibile.
Come sempre, noi speriamo sempre in un piccolo intervento che magari metta delle aiuole tra le auto parcheggiate sempre a lisca di pesce, magari anche con qualche alberello, insomma, rendere degnamente rispetto a queste belle architetture che meriterebbero, come gli stessi abitanti della zona, di una città bella e vivibile e non un orrendo parcheggio com’è.
- Referenze immagini: Roberto Arsuffi
- Ringraziamenti: gli amici di Milano Sparita da Skyscrapercity
- Fonte: Pure Milano Photo Project – Sosthen Hennekam
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Nel 2018 è scomparso il “del” da via Caravaggio; in compenso al di sotto sono comparsi il nome anagrafico Michelangelo Merisi e gli anni di nascita e morte, prima assenti.
Però, chissà come mai tanta solerzia nel modificare queste targhe, quando dietro l’angolo c’è via “Andrea Salaino” che è uno dei più conclamati strafalcioni dello stradario milanese.
Se voi proponeste al sindaco di fare parcheggi interrati per i residenti con prezzi onesti massimo 100 euro al mese con possibilità di acquisto ma NON BOX, posti auto così da poter fare per ogni quartiere privo di box come questo un 400 posti per residenti, in questo modo poi dalle vie si possono rimuovere i posteggi con i vostri suggerimenti altrimenti continuare a dire di toglierli e poi nessuno dice ai residenti dove mettersi l’auto mi sembra davvero un operazione sbagliata. Non tutti usano l’auto solo per fare il giro dell’isolato come in molti talebani della bici pensano. Io lavoro fuori milano e abito in zona ho trovato per una fortuna incredibile anni fa un posteggio privato a 110 euro al mese una cosa pazzesca ho provato a cercare ora per dei vicini e non c’è nulla a meno di 250 euro mese e per i box siamo dai 50000 in su. Il ceto medio della zona ha bisogno di posteggi a prezzi onesti….e chi organizza la città deve pensare al ceto medio non ai ricchi….i ricchi si compreranno 70000 euro di box oppure la mettono sul marciapiede e se ne fottono…Il ceto medio che non lavora in città ha bisogno di posti. Per non dimenticare il quantitativo di furgoni che ogni giorno invade la zona se ci fossero dei posti interrati per i residenti organizzati a prezzi onesti dal comune si potrebbe avere per ogni zona dei posti dedicati ai furgoni, che ci portano cibo,oggetti,sistemano case ecc…. in zona c’era un posteggio come dico io, poi i proprietari l’hanno chiuso e ora immagino che staranno chiedendo al comune di farci un condominio e un comune serio non dovrebbe dare il permesso ma lasciarlo a posteggio mi riferisco al posteggio di via cola di rienzo al 10 che è chiuso da anni e ho chiesto al municipio cosa vuole fare il privato ma nessuno sa niente, mi sa tanto di speculazione immobiliare e penso che il comune di talebani delle bici anzichè continuare ad avere un parcheggio per residenti o magari per macchine da sharing perchè no….staranno facendo i permessi per una nuova palazzina che incrementerà le persone e non aiuterà i residenti a smaltire le auto dalla superficie…
Ma piantiamola una volta per tutte con questa storia dei talebani della bicicletta! Se c’è una forma di talebanismo è quella che ha reso gli italiani un popolo di schiavi dell’auto. Basterebbe leggersi i dati (Rapporto Mobilità ISFORT 2023), quelli che i talebani dell’auto non leggono mai, per rendersi conto che oltre il 70% degli italiani si muove quotidianamente nell’ambito dei 10 km (vuol dire che c’è chi usa l’auto per spostamenti sotto i 5km).
Piantiamola di prendere il proprio caso personale come se riguardasse tutte e tutti i cittadini italiani. Alzate lo sguardo dalle vostre scarpe.
E piantiamola pure di dare per scontato che un parcheggio auto debba essere: 1) sotto casa 2) gratuito 3) un diritto.
Infine iniziate a comprendere che una città che favorisce gli spostamenti in bicicletta (e a piedi) è a vantaggio anche di chi all’auto non può proprio rinunciare (medio lunghe distanze, trasporto di materiale pesante, invalidità).
Se voi proponeste al sindaco di fare parcheggi interrati per i residenti con prezzi onesti massimo 100 euro al mese con possibilità di acquisto ma NON BOX, posti auto così da poter fare per ogni quartiere privo di box come questo un 400 posti per residenti, in questo modo poi dalle vie si possono rimuovere i posteggi con i vostri suggerimenti altrimenti continuare a dire di toglierli e poi nessuno dice ai residenti dove mettersi l’auto mi sembra davvero un operazione sbagliata. Non tutti usano l’auto solo per fare il giro dell’isolato come in molti talebani della bici pensano. Io lavoro fuori milano e abito in zona ho trovato per una fortuna incredibile anni fa un posteggio privato a 110 euro al mese una cosa pazzesca ho provato a cercare ora per dei vicini e non c’è nulla a meno di 250 euro mese e per i box siamo dai 50000 in su. Il ceto medio della zona ha bisogno di posteggi a prezzi onesti….e chi organizza la città deve pensare al ceto medio non ai ricchi….i ricchi si compreranno 70000 euro di box oppure la mettono sul marciapiede e se ne fottono…Il ceto medio che non lavora in città ha bisogno di posti. Per non dimenticare il quantitativo di furgoni che ogni giorno invade la zona se ci fossero dei posti interrati per i residenti organizzati a prezzi onesti dal comune si potrebbe avere per ogni zona dei posti dedicati ai furgoni, che ci portano cibo,oggetti,sistemano case ecc…. in zona c’era un posteggio come dico io, poi i proprietari l’hanno chiuso e ora immagino che staranno chiedendo al comune di farci un condominio e un comune serio non dovrebbe dare il permesso ma lasciarlo a posteggio mi riferisco al posteggio di via cola di rienzo al 10 che è chiuso da anni e ho chiesto al municipio cosa vuole fare il privato ma nessuno sa niente, mi sa tanto di speculazione immobiliare e penso che il comune di talebani delle bici anzichè continuare ad avere un parcheggio per residenti o magari per macchine da sharing perchè no….staranno facendo i permessi per una nuova palazzina che incrementerà le persone e non aiuterà i residenti a smaltire le auto dalla superficie…
hai chiaramente ragione, è un problema enorme
concordo al 100%.
La frase “il sopralzo della Casa di Cura di via Dezza è sgradito e criticato dalla maggioranza dei cittadini” è un vero esempio di eufemismo.
Una volta si chiamava via Del Caravaggio, poi dopo la mostra a palazzo reale più recente è stata chiamata via Caravaggio e basta. Sono state cambiate tutte le insegne della via di cui è stato scritto il nome completo dell’artista.
Nel pezzo si parla di Gio Ponti ma non si dice che lui conosceva perfettamente la zona perché abitava lì a pochi passi.
Si la via è molto bella e infatti è abitata da un paio di persone famose.
stupenda.
sempre da via Aquileia si diparte la minuscola via Altino la quale, pure, ha 6 o 7 edifici in totale che fanno davvero “sburrare” da quanto sono belli.
per esempio il civico 3 è clamoroso.
Buongiorno, qualcuno sa se nel libro dell’arch. Giuseppe Martinenghi “la costruzione di Milano nel Novecento” .è presente anche il progetto della casa di Via Caravaggio 5, del 1951, Milano? grazie Filippo
Non condivido quasi nulla. Per motivi di lavoro molta gente ha bisogno dell’ auto per tragitti anche di medio-breve distanza non coperti e che mai verranno coperti dal mezzo pubblico: ad esempio fra Milano e l’hinterland (o fra hinterland e hinterland). E la bicicletta non si usa anche per motivi meteo, per motivi di età (bambini e anziani), perché pericolosa in ore notturne o su certi tragitti. E il parcheggio (che tra l’altro è un servizio per legge) è giusto che entro certi limiti sia gratuito. Non paghiamo per andare al parco o sui marciapiedi o sulle piste ciclabili; la mobilità su auto è una necessità (e non una scelta) per tantissimi, non capisco proprio perché dovrebbe essere un servizio a pagamento.