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Milano | Porta Nuova – Questione di volumetrie in più per il “Pirellino”

Doveva venire annunciato a giorni il progetto scelto per trasformare il vecchio grattacielo di via Pirelli 39, gli ex Uffici Tecnici del Comune e ultimamente chiamato “Pirellino” , in qualcosa di nuovo e, speriamo, iconico, ma pare che la cosa sarà posticipata.

“A chi sa attendere, il tempo apre ogni porta.”

Il perché è presto detto: Coima, la società capitanata da Manfredi Catella, nel 2019 aveva acquistato il complesso di via Pirelli 39 per 193 milioni di cui 175 per lo stabile e 18 per i diritti di superficie sul parcheggio sotterraneo.

L’edificio degli ex uffici dell’Urbanistica milanese è stato abbandonato dal Comune già nel 2015. Ora sono esattamente Cinque anni che risulta vuoto (sono in corso da circa un anno le bonifiche al suo interno).

Il palazzo risulta pericoloso, inquinato, nel corso del tempo sono caduti calcinacci più volte su via Melchiorre Gioia, vetri rotti, bivacchi di senzatetto e tracce di amianto nella struttura lo rendono un edificio che corrisponde ad un “immobile abbandonato” secondo l’articolo 40 bis della nuova legge lombarda, che prevede uno o più di quattro criteri: salute, sicurezza idraulica, problemi strutturali per sicurezza e inquinamento, degrado ambientale e urbanistico-edilizio. Il proprietario che decide di presentare un progetto per risolvere queste grane ha diritto fino al 25% in più degli indici di edificabilità se l’edificio è abbandonato da oltre 5 anni, come in questo caso. Legge che ha fatto litigare Regione e Comune poche settimane fa. Il Comune di Milano prevedeva un piano più restrittivo, dove si davano 18 mesi di tempo per presentare un progetto di recupero, altrimenti le proprietà perdono i diritti edificatori superiori all’indice base di Milano. Piano saltato per via della nuova legge regionale, più magnanima.

Anche la nuova delibera della giunta Sala, approvata il 18 dicembre 2020 e che ora deve passare al vaglio del Consiglio Comunale, colloca l’immobile tra quelli da recuperare perché in abbandono.

Sicuramente questa legge non è spuntata fuori dal cilindro all’improvviso. Sarà stata già in discussione da tempo e figuriamoci se un gruppo immobiliare come quello capitanato da Catella non sapeva già da mesi e mesi della possibilità della sua approvazione. E chissà che non ci sia già nel cassetto un progetto rivisto e corretto per Pirelli 39 pronto da presentare a breve.

Ultimamente si sono fatti alcuni nomi degli studi internazionali che potrebbero metter mano al palazzo: 3xn (Danimarca), David Chipperfield (Inghilterra/Italia), Diller Scofidio + Renfro con Boeri(USA/Italia), Heatherwick (Inghilterra), Vittorio Grassi (Italia) e Wilmotte(Francia).

Una cosa è sicura: tra Regione Lombardia e Comune di Milano litiganti, Coima gode.

Qui una nostra intervista a Manfredi Catella.




Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

Milanese doc. Appassionato di architettura, urbanistica e arte. Nel 2008, insieme ad altri appassionati di architettura e temi urbani, fonda Urbanfile una sorta di archivio architettonico basato sul contributo del web e che in pochissimo tempo ha saputo ritagliarsi un certo interesse tra i media e le istituzioni. Con l’affermarsi dei Social Network, che richiedono sempre una maggiore velocità di aggiornamento, Urbanfile è stato affiancato da un blog che giornalmente segue la vita di Milano e di altre città italiane raccontandone pregi, difetti e aggiungendo di tanto in tanto alcuni spunti di proposta e riflessione.


19 thoughts on “Milano | Porta Nuova – Questione di volumetrie in più per il “Pirellino”

  1. daniele

    Mi apre che i dintorni siano già fin troppo densi di edifici “iconici”, aggiungerne un altro secondo me fa rischiare l’effetto baracconata da paese in via di sviluppo. Forse meglio un edificio invece molto sobrio e discreto. L’unica cosa che ha di iconico l’edifcio attuale – che secondo me dovrebbe essere preservata almeno come tipologia – è l’edificio a ponte, molto poco diffusa a Milano (mi vienfono in mente solo via Mauri e via Marx, esempi non proprio memorabili). Potrebbe servire a congiungere, a uso dei pedoni, la Biblioteca degli Alberi con il lato est di Melchiorre Gioia, magari ospitando funzioni pubbliche e commerciali, se consentite

    1. Paolo

      Secondo me dovremmo essere al sicuro dall’effetto baracconata (mi piace un sacco come termine, molto calzante), perchè non dipende tanto dalla densità degli edifici iconici (vedasi la City di Londra) quanto dalla loro qualità. Io sarei favorevole a un nuovo ”grattacielo” se il progetto si rivelasse valido.
      Complimenti per la conoscenza della città, mi mancavano quei due edifici a ponte.

  2. Anonimo

    Quell’edificio e gli spazi circostanti sono la più grande opportunità di finire in bellezza un’area già bellissima (mi ricordo vent’anni fa (e anche meno) che sfacelo che era.

    Devo dire che non mi fa una gran differenza se le volumetrie saranno quelle attualmente considerate o più ampie, basta che l’intero incrocio Gioia/Pirelli diventi un gioiello.

    Per quanto riguarda la legislazione comune/regione, immagino che le delibere abbiano subito un’influenza dai costruttori. Alla fine COIMA non sarà Ligresti, ma non è che sia completamente aliena al concetto di profitto

  3. Anonimo

    Quell’edificio e gli spazi circostanti sono la più grande opportunità di finire in bellezza un’area già stupenda: mi ricordo vent’anni fa (e anche meno) che sfacelo che era

    Devo dire che non mi fa una gran differenza se le volumetrie saranno quelle attualmente considerare o più ampie, basta che l’intero incrocio Gioia/Pirelli diventi un gioiello

    Per quanto riguarda la legislazione comune/regione, immagino che le delibere abbiano subito un’influenza dei costruttori.

    Alla fine COIMA non sarà Ligresti, ma non è che sia completamente aliena al concetto di profitto

  4. Mike

    Se lo abbattono sarà meglio perché si aprirà la visuale su due nuovi edifici che verranno costruiti al posto di parcheggi in via Pirelli e via sassetti, e si estenderà per un pochino il parco

  5. Anonimo

    L’edificio a ponte è davvero orribile, da sempre. Sarebbe molto meglio dividere la volumetria tra i due lati e fare due torri “gemelle” con ad esempio la Puerta de Europa (Torres KIO) a Madrid.
    Cosa che avrebbero potuto fare poco più in la invece delle banalità che arriveranno al posto del parcheggio

  6. Federico

    Però siamo onesti: se Catella gode, il comune non piange. Come è verosimile che Coima sapesse della legge in discussione, ma fino alla approvazione c’è sempre il rischio che cambi, così lo sapeva anche il comune di Milano.
    E se non ricordo male l’offerta finale di Coima era alla fine molto, ma molto più alta della base d’asta (e state certi che anche gli altri offerenti sapevano della legge regionale). Era tanto alta che qualcuno si chiedeva anche come mai lo fosse. Ora, per i non addetti, la risposta mi pare lampante.
    193 milioni per un edificio che è probabilmente da abbattere restano un bel po’di soldi.

  7. Thomas

    La soluzione migliore è l’abbattimento di torre e struttura a ponte lasciando la più ampia libertà di ridisegnare uno skyline coerente con le strutture sorte negli ultimi anni, possibilmente un highrise più snello e iconico che funga da biglietto da visita per tutta l’area.

  8. GArBa

    è tutto sommato una buona notizia per tutti. ulteriori spazi che vanno ad insistere in verticale in una zona già urbanizzata (evitando consumo di suolo) e già ben servita da trasporti collettivi (regionali, metrò, passante, bus)… Io personalmente amavo e amo la forma della torre UTC come testimonianza del suo tempo, spero che se ne faccia quantomeno una citazione nel nuovo edificio. Non ho mai sopportato il ponte invece, non tanto esteticamente (anche qui era figlio del suo tempo, e non tra i più brutti), quanto perchè non era allineato esattamente su via Melchiorre Gioia creando uno scomodo restringimento in direzione nord proprio poche decine di metri dopo la rampa del parcheggio interrato.

  9. Anonimo

    Hai ragione e non mi straccio le vesti per queste strategie machiavelliche. Speriamo solo che il prodotto finale e la sua integrazione con l’intera area nella sua configurazione presente e futura giustifichino almeno esteticamente e funzionalmente i metri cubi supplementari.

    Sono più preoccupato per l’utilizzo di questi meccanismi per speculazioni edilizie di basso livello.

  10. Anonimo

    Visti gli ultimi progetti in quella zona fatti al risparmio meglio così, con l’aumento delle volumetrie magari esce fuori un progetto di maggiore pregio. La torre A2A per esempio ci sarebbe stata benissimo lì.

  11. Albe

    Tutti giusti i commenti, via la struttura e ponte sostituita magari da un paio di passerelle pedonali per legare il parco e dare continuità visiva al viale, in coerenza con i progetti presentati.
    Uno spazio libero e continuo, a cui mancherebbe magari uno specchio d’acqua lineare… un naviglio per esempio…

    1. Anonimo

      Se c’è un punto in cui i Navigli darebbero un contributo estetico eccezionale è proprio questo.

      Temo che la realtà non consenta voli pindarici, ma qualche bel rendering con un canale che sostituisca il flusso di auto potrebbe soddisfar almeno visualmente i sogni di molti. Inclusi i miei…

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