Milano | Precotto-Adriano – Prolungamento Metrotranvia 7: fine marzo 2021

Reportage fotografico di fine marzo dal cantiere di via Tremelloni e via Adriano per il prolungamento della metrotranvia 7.

Si tratta del prolungamento della linea tranviaria che dalla Bicocca proseguirà attraversando il distretto di Precotto per continuare attraverso il Quartiere Adriano, dove si attesterà a lato della via Adriano, predisposto per proseguire in futuro verso Cascina Gobba e la fermata della metropolitana M2. L’entrata in servizio sarebbe prevista per maggio/giugno 2022. Il costo dell’opera è di 3,4 milioni di euro, interamente a carico del Comune di Milano.

Questa è la situazione di questi giorni di fine marzo 2021, lungo il tratto di via Adriano. Iniziamo con l’area che sarà riservata alla creazione della rotatoria per il cambio di marcia e il temporaneo capolinea avella linea (in attesa di proseguire in un futuro verso Cascina Gobba.

Forse potevano, come ci piace ribadire ogni volta, collocare un bel filare d’alberi lungo la ciclabile nell’ampia via Adriano.

Mentre qui siamo in via Tremelloni.

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7 commenti su “Milano | Precotto-Adriano – Prolungamento Metrotranvia 7: fine marzo 2021”

  1. Eh ma finché non arriverà a Gobba non avrà molto senso. Che si faccia uno sforzo, almeno che si porti avanti la progettazione, altrimenti serviranno altri 10 anni per completarla.
    Se questa città vuole progredire deve dare priorità ai mezzi pubblici e alla mobilità sostenibile. Se il problema sono i soldi che si metta un pedaggio in area B e si triplichi il pedaggio, ormai troppo economico, di area C

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    • Probabilmente la linea avrà senso compiuto solo quando andrà da Gobba a Certosa, ma il quartiere Adriano è molto popolato e quindi il prolungamento ha un suo senso anche isolatamente.

      Del resto quando si progettano i lotti funzionali delle infrastrutture di trasporto in genere lo si fa sulla base delle stime di utilizzo (per questo si chiamano “funzionali”).

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    • Ma cosa dici?

      Con 3 fermate arrivi sulla rossa a precotto!

      Questa linea è strautile anche adesso senza arrivare a Gobba.

      ..
      Certo quando arriverà ANCHE a cascina Gobba sarà un colpaccio

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  2. Fino a che serviranno 18 mesi per costruire un prolungamento di qualche centinaia di metri non andremo da nessuna parte. Letteralmente. Guardare per confronto i prolungamenti e le nuove tratte tranviarie di Parigi. Decine di chilometri progettati e costruiti in pochi anni.
    Il problema italiano non è finanziario, è la capacità di programmazione a lungo termine. E parliamo di Milano, indiscutibilmente già il meglio del nostro Paese.

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    • Il problema non è Milano o Catanzaro, è un problema nazionale di complessità giuridica e burocrazia farraginosa. In questi anni poi a rallentare i lavori spesso ci si sono messi i fallimenti a catena delle aziende appaltatrici.

      Comunque non mi sembra che neanche il resto d’Europa sia messo tanto meglio… a Berlino ci hanno messo almeno 15 anni per costruire un tratto di 3 fermate della U5 (di cui una ancora chiusa) e non parliamo del nuovo aeroporto, in costruzione da 20 anni e la cui inaugurazione è stata rimandata più volte perché ne succedeva sempre una… una volta non funzionava il sistema di sicurezza, un’altra volta l’aria condizionata….

      Ad Amsterdam ci sono voluti più di 20 anni per la linea Noord-Zuid, a Jaén in Spagna c’è una linea tranviaria intera praticamente pronta dal 2011 e mai aperta. A Barcellona sento parlare da almeno 10 anni di ricongiungere le due reti tranviarie separate attuali attraverso il centro, ma ancora non si vede un binario.

      Non vuole essere una scusante ma non flagelliamoci sempre nel confronto con gli altri.

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      • Finalmente un commento che aggiunge informazioni ad un articolo invece che sventolare una bandierina.

        Concordo appieno sui tempi di realizzazione di opere complesse che sono sempre insoddisfacenti agli occhi di noi osservatori, ma che dipendono da fattori di cui non siamo spesso minimamente al corrente.

        Sull’utilità di quest’opera, o decidiamo che la cerchia dei Navigli è tutto ciò che conta è che le radiali sono le uniche direttrici da sviluppare, oppure è fondamentale avere assi come quello di cui qui si parla che rendono aree periferiche molto più interconnesse con il resto della città. Al termine dei lavori, uno spicchio molto esteso di Milano potrà raggiungere M1 e M2 con ragionevole comodità. Probabilmente ad un costo di un’ordine di grandezza inferiore all’alternativa di un collegamento sotterraneo

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