Finalmente il cantiere di via Verdi 3 è stato ufficialmente avviato questa mattina, con la posa della mitica “prima pietra”.
Alla cerimonia hanno preso parte il sindaco Beppe Sala, l’assessore regionale alla Cultura Stefano Bruno Galli, il monsignor Carlo Azzimonti vicario Episcopale, il sovrintendente alla Scala Dominique Meyer, il direttore generale Maria Di Freda, il direttore tecnico Marco Morelli e l’architetto progettista Mario Botta che, insieme allo studio dell’architetto Emilio Pizzi, si era già occupato dell’intervento di restauro e ristrutturazione dello storico Teatro realizzato dal Piermarini nel 1778 e dell’area tecnica della torre scenica realizzata tra il 2001 e il 2004, al fine di garantire la coerenza stilistica della nuova palazzina con gli altri edifici del teatro.
Via Verdi 3 è il nuovo edificio progettato da Mario Botta che si aggiungerà e diventerà un’ala del grande teatro alla Scala, rendendolo ancora più grande. Gli scavi sono già stati portati a compimento, ben 18 metri al di sotto del suolo (gli ultimi metri sono sotto il livello della falda acquifera) e si arriverà all’altezza dell’attuale torre scenica, realizzata sempre dal Botta (circa 36 metri fuori terra).
Nei nuovi sotterranei sarà realizzata una sala prove con una superficie di circa 310 metri quadri e alta 14 metri. Il palcoscenico troverà spazi nel nuovo edificio e diventerà ancora più profondo, raggiungendo la misura record di 70 m, all’incirca pari a 5 tram in fila. Mentre nella nuova torre di 11 piani ci saranno nuove sale prova per il Ballo, oltre a spazi per uffici amministrativi finora dislocati in sedi esterne, il tutto per un investimento di 17 milioni di euro.
Il completamento dei lavori è previsto per dicembre 2022 (ottimisti diremmo noi).
Mario Botta, Teatro alla Scala, Piazza della Scala, Via Verdi, Cantiere, Centro Storico
Lo scempio fatto al Teatro della Scala grida vendetta.
Magari tutti i teatri d’Italia avessero subito scempi ed investimenti simili…
si, effettivamente gli angloamericani non avrebbero dovuto bombardarlo. e pure grida vendetta la mano che per fare in fretta a riaprirlo con Toscanini livellò le macerie sotto il pavimento della platea regalando così al teatro la pessima acustica per la quale fu tristemente famoso fino a quando non fu rimesso a posto nel 2004. Ah, ma lei è uno di quelli che si informano col gabibbo.
Finalmente ! Ci passo lì spesso e c’è il cantiere davvero da tanto tempo ormai .
Comunque mi piace il progetto speriamo
Che i tempi siano quelli indicati
Il radiatore
Mamma mia 10 anni di lavori per realizzare questo schifo? Solo in Italia!!!
Mi chiedo chi si debba vergognare di più tra:
– Mario Botta per questo progetto (in linea con la sua architettura scialba)
– la Scala per aver ignorato i diversi architetti italiani (milanesi) molto più capaci (discorso forse un po’ troppo sciovinista lo so);
– la soprintendenza, che boccia ogni progetto di imprenditori/architetti solo perché comuni mortali, ma poi si prona davanti a Scala e Botta;
– la Commissione per il paesaggio, che boccia con spocchia qualsiasi intuizione/scelta estetica-formale che non sia in line con i loro antiquati canoni, ma poi si prona davanti a Scala e Botta accettando di fatto la creazione di un fronte cieco e che ignora qualsivoglia allineamento (solitamente punto imprescindibile per far approvare un progetto)
Botta è scialbo? Perchè Piermarini era “flamboyant” invece? simpatico anche il localismo architettonico. chi è di Ticinese non provi a venire in Italia, chi è di Baranzate non si azzardi a disegnare una villetta con tutti i bravi architetti che ci sono a Bollate. e poi alla via così.
Beh di sicuro non è un progettino scialbo e anoressico 🙂