Milano | Cinque Vie – Al via il cantiere che attendevamo da decenni!

Finché non lo vedrò completato non ci credo. Sto parlando del palazzo che colmerà un “non luogo” del cuore storico di Milano rimasto degradato e ferito da decenni: le Cinque Vie.

Proprio nel cuore delle Cinque Vie, l’incrocio formato dalle antiche Contrade del Bocchetto, della Zecca, di Santa Marta, di Santa Maria Podone e di Santa Maria Fulcorina (oggi denominate vie) – incrocio presente sin dall’epoca romana – presto sarà risanato. Si tratta di una zona rimasta ferita a partire dagli anni Trenta del XX Secolo, per far posto a nuovi palazzi moderni e per fortuna mai completata.

La notizia era nell’aria da diversi anni, ma giusto lo scorso inverno il Corriere della Sera aveva intervistato lo sviluppatore immobiliare Federico Consolandi, il quale aveva raccontato alcune delle sue ultime imprese. Ad esempio aveva parlato dell’avvio del cantiere di via Rovello (Castello), ma soprattutto di quello dei due stabili che dovrebbero sorgere al posto dei due “buchi” nel cuore storico di Milano. Parliamo appunto delle Cinque Vie, via Santa Marta 1 e via Zecca Vecchia 2.

La vicenda storica

La vicenda di questi due piccoli lotti del centro storico risale a prima della guerra, quando il Governo della città dell’epoca voleva risanare e speculare nelle viuzze composte da vecchi e inutili palazzi popolari sorti nel corso del tempo su stratificazioni varie. Negli anni Trenta del Novecento si era già realizzato parte del piano che vide la demolizione del Bottonuto, il quartiere a Sud del Duomo ritenuto malfamato e degradato. Così come venne sepolta anche la Cerchia dei Navigli, per permettere alle auto, la nuova frontiera, un più scorrevole e grande futuro. Allo stesso tempo venne progettata una grande arteria che avrebbe tagliato il centro storico per connettere piazza San Babila con piazza Cadorna in modo veloce, distruggendo secoli di storia urbana, la famosa Racchetta.

Strada che doveva passare da queste parti, così i palazzi che si trovavano nell’area della cosiddetta “Racchetta” vennero “congelati” per eventuali sviluppi futuri. I bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale aiutarono l’avanzamento della realizzazione della nuova via, che però incontrò non poche difficoltà. Così settant’anni dopo, ancora si vedono gli effetti di questo piano regolatore scellerato che distrusse il centro storico e lasciò parecchi “cadaveri” lungo il suo percorso (l’ex-garage Sanremo ora in fase di sviluppo; palazzo Gorani e parte del centro).

Il progetto

Come avevamo già potuto vedere, sul sito di FCMA è stato pubblicato il progetto 5vie di Arassociati, molto interessante. Infatti il progetto ricrea l’edificio in maniera moderna, ma strizzando l’occhio al passato, senza snaturare quest’incantevole angolo.

Stessa sorte per il lotto di via Zecca Vecchia 2. Anche qui sorgerà una nuova palazzina che risanerà anche questo “buco” urbano abbandonato.

Non lontano proseguono i lavori per il cantiere del nuovo complesso ricettivo sviluppato da Rimond. Sarà costruito e ricucito il contesto urbano lasciato nel degrado totale da decenni (qui sorgeva il garage Sanremo costruito negli anni Quaranta). Si tratta di un’area particolarmente delicata dove sorgeva l’antico Foro romano.

Referenze fotografiche: Roberto Arsuffi, Arassociati

Tag: Cinque Vie, Centro Storico, via Bocchetto, via Zecca Vecchia, via Santa Marta, via Santa Maria Podone, Via del Bollo, Via Santa Maria Fulcorina, residenziale, Arassociati

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

11 commenti su “Milano | Cinque Vie – Al via il cantiere che attendevamo da decenni!”

  1. Sinceramente non capisco come possa eccitarvi quest’intervento. Forse era più affascinante l’aneddoto sul rudere che l’ennesima anonima palazzina carina in centro.

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  2. Era ora.
    A me affascina invece quel muro in mattoni della foto 13. Proprio oggi l’ho notato passandoci davanti. Sembra un po’ più vecchio di tutto il resto che lo comprime. Penso che tra poco verrà nascosto di nuovo.

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    • Sinceramente non capisco l’entusiasmo per l’ennesima costruzione che, in questo caso, andrà a “murare” le finestre che ora si affacciano sugli spiazzi incolti togliendo aria e luce. Creare due piccole aree verdi era chiedere troppo?!

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  3. Quindi gli edifici ad oggi esistenti con finestre che si affacciano sui questi appezzamenti incolti si ritroveranno con un palazzo davanti a chiudere la visuale togliendo loro aria e luce. Complimenti a chi ha autorizzato la costruzione senza minimamente pensare a questi “dettagli”. Fare di quei piccoli appezzamenti due giardini pubblici era troppo difficile?!

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  4. Quindi le finestre degli appartamenti che oggi affacciano sugli spiazzi incolti si ritroveranno “murate” dai nuovi palazzi che saranno costruiti a distanza molto ravvicinata. Mi chiedo come sia possibile che si rilascino licenze di costruire in questo modo, con le case le une attaccate alle altre. Lasciare gli spazi a verde creando due piccoli giardini era chiedere troppo?

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