Milano | Porta Garibaldi – La nostra visita di febbraio al cantiere ED.G.E.

ED.G.E. Edifici Garibaldi Executive è il complesso in rigenerazione in viale Sturzo 45 nel distretto di Porta Garibaldi.

Parliamo di quello che fu l’ex hotel Executive, sorto negli anni Settanta del ‘900 e ora oggetto di importanti lavori di riqualificazione che stiamo seguendo con interesse anche grazie all’opportunità di visitare il cantiere dall’interno.

Il progetto è di General Planning con gli architetti di Onsitestudio.

Durante la nostra ultima visita di inizio febbraio, abbiamo visitato le hall a piano terra, i piani tipo di uno dei tre corpi di fabbrica che compongono il complesso e i locali tecnici interrati.

Il nuovo edificio mantiene la struttura di base del preesistente Hotel Executive, ma viene stravolta totalmente la distribuzione interna e ripensato l’impianto strutturale. La nuova impostazione riposiziona i corpi scale e suddivide l’edificio in tre manufatti ‘indipendenti’, denominati, a seconda della via dove si affacciano, SturzoD’Azeglio e Tocqueville. Quest’ultimo è stato consegnato già al tenant che lo occuperà e che sta procedendo alla personalizzazione. Per maggiori dettagli sulle caratteristiche generali del complesso consultate questo nostro articolo.

Col procedere dei lavori iniziano a definirsi i dettagli degli interni, in particolare gli accorgimenti utilizzati per gli impianti tecnologici e per la distribuzione spaziale degli ambienti di lavoro.

I piani si presentano quasi senza ingombri, se non per i corpi scala con i cavedi di distribuzione impiantistica, posizionati centralmente, e i pilastri distanziati di quattro metri l’uno dall’altro, per consentire la massima versatilità degli ambienti che possono essere indifferentemente usati ‘open space’ oppure personalizzati a seconda delle esigenze con partizioni che suddividano gli spazi. Le ampie vetrate a tutt’altezza accentuano questa sensazione di totale apertura dando grande luminosità.

Gli impianti al piano corrono mascherati da un controsoffitto a pannelli radianti per il riscaldamento/raffrescamento, operato mediante l’azione di pompe di calore geotermiche. Il tutto è coadiuvato, a supporto dell’impianto di raffrescamento, da fan coil incorporati al pavimento, posti in adiacenza alle pareti finestrate.

Due piccole curiosità sulla dotazione antincendio (di cui normalmente non parliamo, ma che qui ci paiono degne di nota per la loro peculiarità). Alcune finestre sul lato Sturzo sono state dotate di tende tagliafuoco, che verranno poi mascherate in fase di completamento delle finiture e che si attiveranno solo in caso di incendio creando una cortina di sbarramento alle fiamme. Sulla facciata interna verso la corte sono state poste delle mascherature in metallo (in alternanza con le vetrate) che all’occorrenza si apriranno per ventilare e smaltire i fumi.

Tornando a parlare dell’edificio nel suo complesso, sul lato Sturzo e sull’angolo D’Azzeglio si apprestano a rivestire le facciate con elementi prefabbricati la cui posa avverrà in successione ordinata (così come avvenuto per le facciate già rivestite) dato che vanno a ‘incastrarsi‘ l’uno nell’altro ed è necessaria una rigorosa precisione. Allo scopo di sostenere tali rivestimenti è stata rinforzata la struttura dei pilastri interni ed esterni, per ricevere le staffe su cui verranno posati i manufatti.

Gli ambienti degli atri dei piani terra sono in avanzato stato di completamento. Presentano spazi a doppia altezza quasi ovunque e vetrate sul perimetro. Gli impianti sono qui quasi tutti a pavimento, a differenza che ai piani. Scelta dovuta, appunto, alla notevole altezza dei soffitti. Sui pilastri del porticato che corre lungo viale Sturzo hanno iniziato a posare i rivestimenti definitivi, mentre l’ampio spazio di collegamento tra gli edifici D’Azeglio e Sturzo rivela ancora la grande struttura reticolare in acciaio, che sarà poi rivestita e mascherata, costruita per affrontare la notevole luce tra i due corpi di fabbrica. Da qui si dirama un lungo porticato interno, che corre per tutta la lunghezza dell’edificio D’Azeglio arrivando a uscire sull’angolo dell’edificio Tocqueville (dove vi è un altro accesso alla corte) e che sarà sormontato da una delle aree ricreative del complesso.

E, per quanto riguarda l’utilizzo delle superfici in copertura, saranno visibili sugli edifici soltanto le strutture per il fotovoltaico, il ‘tetto verde’ (copertura vegetale) e le terrazze ad uso degli occupanti gli edifici. Tutti gli altri impianti tecnici sono disposti in locali interrati, compresi gli impianti di trattamento dell’aria. Tra gli altri la grande centrale termica che provvederà al riscaldamento e al raffrescamento di tutti i corpi di fabbrica, attualmente in fase di bilanciamento e taratura, e che, come dicevamo all’inizio dell’articolo, è alimentata da un pozzo geotermico, scelta all’insegna della sostenibilità ambientale. Ultima particolarità: il complesso è provvisto di una vasca di laminazione sotterranea che raccoglie l’acqua piovana, che viene recuperata per alimentare gli scarichi dei wc. Altra scelta ecologica per ridurre il consumo di acqua.

Quando l’abbiamo visitato il cantiere era tutto un fermento, con operai in ogni settore intenti al completamento delle finiture e degli impianti. Un complesso che pulsa di vita già prima di essere ‘abitato’, che sembra che non veda l’ora di essere completato e vissuto dai suoi utenti finali. Ritornato a nuova vita.

Referenze immagini: Roberto Arsuffi; Marco Montella

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Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

11 commenti su “Milano | Porta Garibaldi – La nostra visita di febbraio al cantiere ED.G.E.”

  1. Finalmente i bruttissimi palazzi di uffici anni 80 vengono eliminati in favore di un design mooolto più leggero e meno pesante.

    Gli anni 80 hanno rovinato l’estetica della città.

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      • E infatti era di gran lunga più interessante l’edificio originale. Questo nuovo edificio è del tutto insignificante. Per carità il vecchio aveva bisogno di una rinfrescata, ma quello nuovo è l’insulsaggine architettonica fatta e finita. Di peggio riescono a fare solo gli anti-iconici Park e quelli di Palazzo di Fuoco a Loreto.

        Va bene l’ambiente, siamo tutti contenti delle certificazioni leed e compagnia ma a livello architettonico, di pensiero, di visione, Milano sta perdendo. Sembra che i progetti siano affidati a un’intelligenza artificiale programmata per ottimizzare i costi e cancellare qualsiasi possibilità di estro.
        Questo Edge è di una noia disarmante.

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  2. L’hotel Executive aveva di sicuro una delle facciate tardi anni 1970 più chic, con una bella selezione cromatica (per l’epoca!) di beige e marroni. È comunque ottimo che l’edificio sia stato risanano mantenendo la struttura di base originale; dato che il cemento è uno dei materiali più inquinanti, il riutilizzo della struttura produce un vero valore ambientale aggiunto, insieme a tutti gli altri accorgimenti.

    Che i vecchi palazzi anni 60-70-80 di Milano vengano risanati invece che demoliti e ricostruiti offre un’ottima posizione di avanguardia ambientalista. Il rinnovo della città è iniziato leggermente dopo rispetto ad altre città europee, ma è arrivato al momento giusto in termini di scelte ambientali dove ora è imperativo riabilitare invece che ricostruire. A Londra vedo spesso palazzi storici che vengono completamente sventrati e di cui viene mantenuta solo la facciata di pregio. Un vero orrore estetico e ambientale. Possiamo essere fieri dell’approccio Milanese!

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    • Sull’approccio milanese, si potrebbe discutere a lungo….

      Questa ristrutturazione sembra venuta bene, ma abbiamo sulla coscienza anche una lunga serie di interventi discutibili.
      Ad esempio, io lo stupro delle torri ex FS proprio li di fronte non lo accetterò mai. 🙂

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  3. Attenzione: lato Tocqueville sono state applicate delle coperture tra i vetri di colorazioni differenti; è molto visibile. Strano non se ne siano accorti?!

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