Milano | Greco – Cascina de Pomm e il “Pont del Pan Fiss” ancora pericolante

Milano spesso cade nello stesso errore e, per mancanza di manutenzione, rimane paralizzata o deve ricorrere a soluzioni alternative che lasciano basiti. E’ il caso del famoso ponte di ferro di Porta Genova, che ci portava in via Tortona e il suo quartiere, chiuso al passaggio dal 2016 dopo che durante un restauro ne emerse la sua precaria staticità e pericolosità. Ponte iconico realizzato nel 1917 e che ancora oggi versa nel totale abbandono e degrado.

Stessa sorte che ora spetta ad un altro luogo di Milano che, dal 2 aprile 2021, è chiuso. Il 2 aprile 2021 è un giorno tragico dove un povero cittadino, Andrea Elifani (Epo per gli amici), ha perso la vita appoggiandosi all’instabile balaustra che si è spezzata facendo cadere il povero Andrea il quale, sbattendo fortemente la testa, ha perso la vita.

Da quella tragedia il ponte sulla Martesana a Cascina de Pomm di Greco è ancora interdetto e cintato con transenne. Forse, secondo noi, se per certi manufatti ci fosse una costante manutenzione, probabilmente non si arriverebbe a dover chiudere queste strutture ed evitare anche tragedie come in questo caso.

Pensare che quello che si è trasformato in teatro di una tragedia è uno dei luoghi più suggestivi di Milano, la Martesana, la vecchia cascina e il ponte metallico, la perfetta cartolina.

Non sarebbe il caso di ripristinare il ponte, restaurarlo e dedicarlo al povero Andrea Elifani?

Il ponte che si trova nel punto dove termina via Melchiorre Gioia e dove termina anche il Canale della Martesana (che finisce sotto il manto stradale di via Gioia), è chiamato dai vecchi milanesi (ma quanti saranno ancora?) “Pont del Pan Fiss” (pronuncia: Pùn’ del pan fiss), ponte del pane sicuro: fu costruito nella prima metà del Novecento per consentire agli operai della fabbrica di candele Bonomi, che si trovava dove oggi c’è il parco, di raggiungere il loro “posto fisso” dagli abitanti di Greco.

La Cassina de’ Pomm è considerata una delle cascine più antiche di Milano: il suo nome risale al XV° secolo e faceva parte di un articolato sistema di terreni destinato alla coltivazione di frutteti di mele (da cui deriva il nome della cascina) che fu voluto da Francesco Sforza. Talmente bella da essere un luogo di villeggiatura per i nobili nei secoli scorsi. Fu trasformata in albergo e ospitò personalità come Garibaldi e Napoleone. Poi divenne osteria, in seguito sede dello storico Caffè Martesana (in una porzione) e oggi della birreria La Buttiga.

Referenze immagini: Roberto Arsuffi

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9 commenti su “Milano | Greco – Cascina de Pomm e il “Pont del Pan Fiss” ancora pericolante”

  1. Ma quand’è che rimettono l’acqua nella Martesana?

    Non ho mai letto un articolo da nessuna parte riguardo la sua manutenzione e la conseguente secca che ormai perdura da diversi mesi.

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  2. Un ricordo anche per il glorioso Ponte di Ferro alla Stazione di Porta Genova che sta marcendo nel più totale disinteresse Comunale.

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  3. Dedicarlo al povero morto è proprio la classica idea demenzial-demagogico tipica di questi tempi.

    Nemmanco fosse un eroe.
    Da quando in qua si fanno i monumenti e le dediche alla sfiga?

    Se dovessimo intitolare o ogni vittima l’angolo di strada in cui magari viene stirata da un’auto avremmo la città rivestita di placche commemorative.

    Dai, basta con queste boiate!

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    • Sono d’accordo eccetto dare colpa solamente alla sfiga. I parapetti si chiamano così per un motivo e andrebbero mantenuti solidi.

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    • Infatti.

      Abito vicino e spesso passo davanti alla piazzetta. Faccio notare la data del tragico evento: con la pandemia ancora divampando e la campagna vaccinale appena iniziata per i fragili (vuol dire che quasi nessuno era vaccinato, gli ospedali erano ancora in una situazione drammatica dopo un inverno da incubo, ed eravamo appena usciti dall’ennesimo lockdown), quelli in piazzetta se ne fregavano.

      Ma anche mesi prima facevano altrettanto. Nonostante la Buttiga sia un negozio oggettivamente affascinante e i suoi dipendenti ci lavorino sodo, sono stati ai limiti della legalità, quando non oltre, lungo tutta la fase acuta della pandemia. Appena c’era un minimo cenno di apertura, “spacciavano” birre sotto la serranda quando solo l’asporto era consentito (visto con i miei occhi decine di volte, non esagero), nonché consentivano stravaganti affollamenti in una città ancora in ginocchio, mentre altri bar e negozi stringevano i denti per il bene comune.

      In questo contesto, appena la consumazione all’aperto fu di nuovo consentita quella primavera, organizzarono un vero e proprio “botellón” subito prima del ponte pasquale di quell’anno. Nel tardo pomeriggio del 1 aprile c’erano almeno 100 persone accavalcate tra la piazzetta e il ponte di ferro, intenti a sballarsi. Il miracolo è che non sia caduto nessun altro prima. Immagino la situazione fosse simile, addirittura peggio, il 2 aprile prima dell’incidente, ma ero andato fuori città quel giorno.

      Per dire, lungi da me il dare nessun genere di colpa al morto… ma certamente la situazione che derivò nella sua caduta poteva, e doveva, essere evitata.

      Detto ciò, non capisco cosa aspettino a riaprire il ponte, che finirà col far cadere un suo qualche pezzo sulle centinaia di ignari passanti dal lato della pista pedonale.

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  4. questa incuria la trovo inaccettabile. e sopratutto per la memoria del povero incolpevole cittadino. quel ponte dovrebbe essere tirato a lucido.
    Maran o chi per lui si dia da fare.

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  5. Purtroppo il sindaco in questo periodo è molto preso dall’aumento biglietto ATM, con conseguente riduzione del servizio, rimodulazione di area C e possibile introduzione pedaggio area B, elucubrazioni su sosta a pagamento residenti, infine antifascismo e famiglie arcobaleno. Temo che il ponticello resterà chiuso parecchio tempo ancora.

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