Milano | Urbanistica – Servirebbe chiarezza su urbanistica e procura

Milano come ben si sa è da decenni il motore economico d’Italia, qui si fanno affari di ogni genere, leciti e illeciti, qui si muove anche quell’economia che nelle altre città va molto più a rilento. Qui si costruisce, apparentemente a dismisura e in eccesso, eppure Milano pare avere fame di nuove costruzioni, come non mai (anche noi ne siamo sbalorditi). Ad ogni angolo della città spunta un cantiere nuovo: si convertono vecchi edifici, si demoliscono e ricostruiscono ad un ritmo sicuramente maggiore che nel resto d’Italia.

Insomma, il mercato immobiliare a Milano è decisamente dinamico ma anche insidioso e pieno di imprevisti come abbiamo visto più volte. Esempi recenti han visto edifici al centro del mirino della magistratura come per l’edificio costruito nel “falso cortile” di piazza Aspromonte, oppure la Torre Milano di via Stresa, che per i giudici non è una ristrutturazione, come da permessi edilizi, ma una costruzione ex novo. Ma ancora prima l’edificio bloccato di via Maiocchi 13, o il complesso residenziale a Porta Vittoria, ormai sinonimo di (mezzo) fallimento. Realizzata in parte e sviluppata a singhiozzo, ha cessato di esistere dopo il fallimento definitivo della società nel settembre del 2016, ancora oggi tutto fermo.

Poi ci sono state le polemiche con Assimpredil Ance che contesta le quote di edilizia convenzionata e housing sociale. Attualmente, se l’area di costruzione supera i 10 mila metri quadrati, la quota di case a prezzi accessibili deve essere del 40%. Con il nuovo Pgt, questa quota potrebbe aumentare fino al 50%, riducendo la soglia minima di 10 mila metri quadrati. Secondo Assimpredil Ance, la direzione del Comune è anacronistica e regressiva, ignorando le analisi e i suggerimenti offerti dalle associazioni.

Il 2024 sarà l’anno del Nuovo PGT Piano di Governo del Territorio, che dovrebbe riordinare con nuove guide lo sviluppo futuro della città.

L’Assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi in una recente intervista a la Repubblica, ha dichiarato:

«Una premessa. Una cosa è mostrare perplessità rispetto ad alcuni progetti, come se ne sono visti negli ultimi anni, tra cui ad esempio torri molto alte edificate in contesti urbani che richiedevano soluzioni più rispettose del quartiere. Una cosa, dunque, è dire che si poteva costruire in modo diverso, altra cosa è dire che si è operato in modo non legittimo. Su questo secondo punto, con tutto il rispetto e la massima stima sempre dovuti nei confronti del lavoro della magistratura, come amministrazione siamo disorientati».

Ovvero… «Ciò che un po’ ci disorienta è il fatto che questi provvedimenti mettono in discussione l’applicazione di norme. E una questione di interpretazione delle cosiddette norme morfologiche. Nel contesto milanese, soprattutto, è insolito vedere provvedimenti penali che partono da una norma. Le norme sono in genere oggetto della giustizia amministrativa, non della giustizia penale. E quello che ci sorprende molto, veramente molto, è che le norme che sono state messe in discussione, ad esempio, per la Torre Milano, sono una norma nazionale del Testo unico dell’edilizia e una norma regionale, la legge 12 del 2005 per il governo del territorio. I giudici contestano la ristrutturazione per via Stresa perché la Torre esce dalla sagoma dell’edificio precedente, ma la norma nazionale lo prevede. E ancora: secondo la procura si sarebbe dovuto fare l’iter attuativo perché l’edificio supera i 25 metri, ma la legge regionale già da tempo ha disapplicato la regola e c’è molta giurisprudenza che conferma questo indirizzo».

Quindi ci si chiede se la magistratura possa sbagliare…

«La magistratura ha sicuramente le proprie ragioni per aprire un’inchiesta, ma quello che non riusciamo a comprendere è che viene messa in discussione l’applicazione delle regole da parte dei nostri uffici. Siamo ad un paradosso, perché se non applicano le norme, rischiano un’azione legale dell’operatore. Insomma fuori dai tecnicismi, i nostri uffici non sanno più cosa fare. Io non voglio far polemica, però…». Prosegue l’Assessore Tancredi a La Repubblica… «Come Comune siamo in una situazione di grande disorientamento e su questo mi piacerebbe che si generasse un dibattito tra gli addetti ai lavori e gli avvocati, perché andare avanti così è molto complicato. Faccio un altro esempio: sul caso di piazza Aspromonte ci sono tre organi della giustizia italiana — la procura di Milano, la Cassazione e il tribunale del Riesame – che hanno detto tre cose diverse. Ora, lo dico da cittadino: è accettabile una situazione del genere?».

E alla domanda: Cosa succederà con il nuovo Pgt?

Tancredi risponde: «Al tavolo con imprenditori, associazioni, e operatori sto dicendo: mettiamo a punto norme chiare e semplici che non si prestino a 345 interpretazioni. E cerchiamo di evitare gli scostamenti. Su questo punto la reazione dei costruttori è stata di preoccupazione, ma sono certo che possiamo arrivare ad un Pgt in cui ci siano regole comprensibili a tutti e che evitino questi spiacevoli episodi».

Come dicevamo, in pentola ci sono anche housing sociale ed edilizia sostenibile, oltre al tema normativo.

«Sull’housing sociale e sulle percentuali da realizzare, pur con una discussione in corso, sono certo che arriveremo ad un punto di equilibrio tra le esigenze degli operatori, quelle del Comune e quelle della città. Poi c’è una questione un po’ complicata, quella del costruire edifici sostenibili: non è facile ottenere appartamentia canoni accessibili e avere prestazioni energertiche di alto livello. Anche su questo punto è in corso un confronto positivo».

Referenze immaigni: Comune di Milano, Roberto Arsuffi,

Info da: la Repubblica (intervista di  Federica Venni)

Intervista, Assessore alla rigenerazione Urbana del Comune di Milano, Giancarlo Tancredi, Milano, Olimpiadi, Urbanistica

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7 commenti su “Milano | Urbanistica – Servirebbe chiarezza su urbanistica e procura”

  1. Faccio fatica a capire perché Prélios non commercializzi gli immobili di Porta Vittoria. C’era stato anche un progetto iniziale con Hines e poi il silenzio totale. Davvero poco comprensibile.

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  2. Sulla questione della Torre Milano mi sembra semplicemente che la magistratura stia prendendo un granchio. Succede (non sarebbe la prima volta). Penso che, con un po’ di pazienza, il caso si risolverà presto. Poi certo le norme sono scritte male, molto male (ivi comprese quelle del Comune di Milano, davvero pessime)

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  3. Gli edifici prospicenti il parco 8 marzo sono stati completati nel 2014, 10 anni fa. Solo il “Signor Prelios” sa come mai le cose si trascinino da così tanto tempo. Dall’ 8 marzo 2023 a oggi mancava solo una stretta striscia, ancora non finita. Ma la cosa che mi stupisce è che non si trovano tracce di come stanno procedendo le cose. O no? Grazie.

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  4. ciao ma lo sapete che esista un decisione della corte d’appello di milano (non so come sia finita in cassazione) ottenuta dal proprietario dei locali della prospiciente discoteca black hole (viale umbria 118) che condannava alla demolizione una porzione degli edifici di via Cena realizzati da coppola e ora di prelios?
    non riesco a trovarla ma se la trovo la posto.

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  5. E’ incredibile, ma questa intervista è senz’ altro vera e non di fantasia, certo che è vero, non dubitiamo di U…la frase secondo cui è lecito avere dubbi sul carattere mostruoso e fuori contesto dei nuovi edifici sia legittimo ma che però si fa lo stesso perchè le leggi lo permettono… è meravigliosa!: E’ la rappresentazione sintetico-teoretica di come si intende la politica in questo paese, ovvero: ma sì potete blaterare, l’ opposizione la si fa, ma a parole, poi intanto noi facciamo…e noi poveri p..a andiamo a votare.

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