Oggi siamo nella zona di Porta Vercellina, al fianco della Basilica di San Vittore al Corpo, per visitare il Museo Nazionale della Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci. Un Museo coinvolgente e innovativo, che fa dell’esperienza e del gioco un metodo per approcciare a temi talvolta complessi, rendendoli accessibili anche al grande pubblico.
UN PO’ DI STORIA
Il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia (un tempo della Tecnica) Leonardo da Vinci nasce il 15 febbraio 1953 da un’idea di Guido Ucelli, studioso e ingegnere a capo di una delle maggiori aziende nazionali dell’epoca, la Riva Calzoni.
Già negli anni Venti sorge a Milano la volontà di istituire un museo che possa testimoniare l’avanzamento scientifico e industriale in Italia. Così il podestà Marcello Visconti di Modrone, nel dicembre 1930 istituisce il Collegio dei consulenti di scienza ed arte e affida il progetto alla commissione con la presidenza di Guido Ucelli.
Archivio storico del Museo
© Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci
In questo periodo storico, a trainare l’ambito del sapere è la cultura umanistica, ma Guido Ucelli ha un altro obiettivo: dare una nuova dignità al sapere tecnico e scientifico. La cultura classica resta comunque irrinunciabile, ma Ucelli si rende conto come da sola non basti a formare le future classi produttrici e dirigenti. Immagina così un “Museo delle Arti e delle Industrie” per raccontare al grande pubblico la crescita e i successi dell’Italia che andava trasformandosi da paese agricolo a industriale, un cambiamento in cui Milano era al centro. Per farlo sarebbe stato necessario creare uno spazio diverso da quelli tradizionali, uno spazio che fosse un organismo vivente e che potesse rendere comprensibili i concetti scientifici e i processi produttivi anche attraverso dimostrazioni pratiche.
Proprio dall’idea originale del fondatore, oggi il museo documenta e promuove la cultura tecnico-scientifica attraverso collezioni, mostre temporanee, laboratori interattivi, incontri e conferenze, weekend speciali, cult night, oltre che attraverso la ricerca, lo studio, la conservazione.
L’ARCHITETTURA DEL MUSEO
Dopo decenni di ricerca di una sede e di finanziamenti, l’idea di Museo elaborata da Guido Ucelli trova finalmente posto nel 1953 all’interno dell’ex Monastero Olivetano di San Vittore al Corpo.
Il progetto di ristrutturazione dopo le distruzioni causate dalla guerra viene affidato all’architetto Piero Portaluppi che vi lavora fino al 1952 insieme agli architetti Enrico Griffini e Ferdinando Reggiori.
Ma facciamo un passo indietro alle origini dell’edificio. La sua storia comincia nell’anno Mille, quando l’arcivescovo milanese Arnolfo Il fonda un monastero benedettino che comprende la chiesa a navata unica, un chiostro e il campanile. A quest’epoca l’orientamento dell’architettura sacra risulta capovolta rispetto a quella attuale e sulla piazza si affaccia l’abside, non la facciata della chiesa.
Nel 1507 si trasferiscono qui alcuni monaci dell’Ordine degli Olivetani che si impegnano nell’ampliamento e nella ristrutturazione del complesso.
Tra il 1508 e il 1525 sotto la guida di Mastro Giuliano, detto il Fra’ del Castellazzo, vengono realizzati il primo grande chiostro e il relativo dormitorio. Nel 1560 inizia la costruzione della nuova chiesa, il cui orientamento viene capovolto rispetto a quella originaria; tra il 1553 e il 1578 viene edificato il secondo chiostro.
Dal 1709 al 1712 viene costruito il refettorio (Sala del Cenacolo), oggi una delle poche testimonianze rimaste a Milano di barocchetto lombardo. La sala è interamente affrescata con scene bibliche dal tema conviviale
Nel 1805 un decreto napoleonico sopprime gli ordini religiosi e il monastero è convertito in ospedale militare, si avviano i lavori per adeguare gli ambienti alle nuove esigenze, al posto dei giardini sorgono le scuderie e il maneggio. Negli anni successivi l’ospedale diventa una caserma, prima dell’esercito austriaco, poi italiano. Come anticipato, il complesso viene parzialmente distrutto dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. I lavori di ristrutturazione curati dall’architetto Piero Portaluppi insieme a Enrico Griffini e Ferdinando Reggiori, si rivolgono al consolidamento delle strutture, alla riapertura gli archi dei chiostri, al restauro della sala delle Colonne e del Cenacolo e al recupero del piano seminterrato.
© Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci
Nei decenni a venire proseguono gli ampliamenti delle strutture architettoniche e degli spazi del Museo, tra cui due ambienti indipendenti dall’edificio monumentale: il padiglione dedicato ai Trasporti Ferroviari inaugurato nel 1969 e costituito da una struttura metallica con pilastri in ghisa e tamponamento in blocchi di calcestruzzo forato; il Trasporti Aeronavali aperto nel 1973 e costituito da pilastri portanti in cemento armato cruciformi e pareti di tamponamento in tavelle di laterizio.
LA NOSTRA VISITA
Il Museo Nazionale della Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci è un museo enorme (copre una superficie di 50.000 mq) e ospita una collezione ricchissima, non solo perché conta un numero davvero considerevole di pezzi (21.300, senza considerare quelli nei depositi), ma perché dietro ogni materiale si cela una storia che varrebbe la pena di conoscere. Purtroppo questo in una sola visita non è possibile, dunque nel nostro racconto daremo una panoramica generale soffermandoci sui dettagli che ci hanno colpito maggiormente, ma l’invito è quello di visitare il Museo e di scoprire da sé cosa personalmente vi incuriosisce approfondire.
Cominciamo dicendo che il Museo si compone di tre edifici differenti: la parte storica, cioè il monastero preesistente ricostruito nel dopoguerra; il padiglione dedicato ai Trasporti Ferroviari, cioè le scuderie del periodo in cui l’edificio è stato una caserma; il padiglione dei Trasporti Aeronavali, costruito ex novo.
Come anticipato nella presentazione dell’architettura, gli stabili del complesso sono separati e per questo una piccola pecca da tenere in considerazione per le stagioni più fredde è che per spostarsi da un edificio all’altro bisogna fare un veloce passaggio all’aperto. La prima parte a cui si accede è quella “storica” in cui si viene accolti da un’utilissima linea del tempo che ricostruisce la storia e l’evoluzione dell’architettura che accoglie il Museo. Interessante vedere soprattutto attraverso le fotografie esposte alcune sale nel dopoguerra e poi ritrovarle completamente rinnovate nel corso della visita.
Questo edificio è composto da due chiostri gemelli su due livelli, i quali erano parte del monastero presente nell’area e annesso alla Basilica di San Vittore al Corpo. All’interno del chiostro ancora si scorgono i resti della cinta fortificata che proteggeva il mausoleo imperiale romano e che dunque colloca il complesso in un’epoca ancora più lontana, quella romana. Nel cortile si trovano anche delle sculture di Fausto Melotti “I sette savi”(1961). Un aspetto importante per l’Istituzione è infatti la relazione con l’arte. Oltre a quest’opera, all’interno del Museo si possono trovare anche numerose installazioni di arte digitale. A questo punto si comprende anche perché il Museo sia dedicato proprio a Leonardo da Vinci, figura che meglio incarna l’unione tra Scienza e Arte.
Ora però ci addentriamo all’interno del Museo. In questa parte del complesso si trovano diversi dipartimenti che rappresentano le tappe fondamentali della storia dell’umanità: Materiali, Trasporti, Energia, Comunicazione, Leonardo Arte e Scienza, Nuove Frontiere.
Già a primo impatto non passa inosservata l’avanguardia dell’allestimento frutto di un progetto del 2019 che ha visto rinnovare l’originale esposizione del 1953. L’esposizione unisce, in modo equilibrato ed efficace, la collezione storica a dispositivi interattivi e coinvolgenti. Infatti, ricorrono nel percorso, postazioni multimediali, video, prodotti audiovisivi, modelli dimostrativi, riproduzioni di oggetti, ambienti, stazioni di gioco (digitale) progettati ad hoc, che permettono di comprendere temi talvolta difficili attraverso un approccio ludico. Il Museo, tra l’altro, è stato il primo ad aver adottato la tecnologia degli applied games (videogames progettati per l’ambito educativo). É interessante sapere, inoltre, che all’interno del grandissimo team (più di cento persone) che si cela dietro le quinte del museo è presente anche un game designer.
Sempre legato all’approccio “esperienzale”, spostandosi da una sezione all’altra si può sbirciare all’interno dei laboratori super all’avanguardia che ogni settimana danno la possibilità di sperimentare su temi legati alla biotecnologia, genetica, energia e ambiente, chimica e molto altro.
In questo parte del complesso trovano luogo anche le Gallerie dedicate a Leonardo da Vinci. Si tratta della più ampia esposizione dedicata a questa figura geniale di cui si ripercorre ogni aspetto della sua ricerca che comprende ad esempio i progetti d’ingegneria militare, gli studi per gli strumenti di lavoro e produzione, la ricerca sul volo a partire dall’anatomia degli uccelli, le riflessioni sulla città ideale e non viene tralasciato nemmeno lo studio dei nostri cari navigli di cui tra l’altro sono conservate delle chiuse originali.
Proseguiamo il nostro percorso con alcuni pezzi che ci hanno particolarmente incuriosito durante la visita per la quale, tra l’altro, non possiamo non ringraziare il personale del Museo che ci ha guidato con entusiasmo alla scoperta dell’Istituzione.
Questo è il telescopio Merz – Respold che accoglie i visitatori nella sezione dedicata allo Spazio. Questo pezzo in particolare dialoga con la città di Milano perché ci racconta come siano stati “inventati” i marziani. Con questo strumento entrato in servizio nel 1886 all’Osservatorio Astronomico di Brera di Milano (al tempo era il più grande in Italia e uno dei più importanti al mondo), infatti, Giovanni Schiaparelli approfondisce i suoi studi su Marte individuando la presenza di strutture che accendono il dibattito sull’esistenza forme di vita extraterrestri.
Ci sono diverse tute spaziali come quella usate da Samantha Cristoforetti durante la sua prima missione nello Spazio e una tuta “sopravvissuta” al tentativo dei russi di cancellare le tracce del loro fallimento durante la corso allo spazio durante la Guerra Fredda.
Questo invece è un frammento lunare donato nel 1973 dal Presidente americano Richard Nixon alla Presidenza della Repubblica e quindi consegnata al Museo per essere custodita.
Attraversando il giardino per accedere agli altri spazi ci si imbatte nel mastodontico Sottomarino Toti, al cui interno per motivi di sicurezza si può accedere solo accompagnati da una guida acquistando un biglietto aggiuntivo. Il Sottomarino, il primo ad essere costruito in Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale e utilizzato come difesa nel periodo della Guerra Fredda, è entrato a far parte nella collezione del Museo nel 2005 e il suo arrivo qui è ancora un’altra storia a cui hanno assistito oltre 150.000 persone che ne hanno seguito il trasporto lungo le vie di Milano.
Questa invece è una delle sei enormi frese meccaniche del Gruppo Webuild che hanno scavato i tunnel della linea metropolitana M4 di Milano e che è entrata a far della collezione del Museo dal 2023.
Qui siamo nel padiglione dei Trasporti Ferroviari in cui è collocato una delle acquisizioni più recenti del Museo, il mitico Tram Carrelli (ne abbiamo già parlato sul blog in questo articolo) nel quale è possibile entrare.
Si può anche salire su questa antica locomotiva, LOCOMOTIVA GR 552 036, a vapore del 1900. Questo treno è il primo ad aver percorso tutta l’Italia perché trainava da Bardonecchia a Brindisi la “Valigia delle Indie”, il famoso convoglio che collegava Londra a Bombay.
Questo invece è il mezzo da cui nasce l’espressione “attaccati al tram” perchè questo tram a cavalli (Omnibus) non effettuava soste, per cui i passeggeri salivano in corsa utilizzando il predellino in coda.
Ora ci siamo spostati nel padiglione dei Trasporti Aeronavali. Questa imbarcazione, La nave scuola Ebe nata nel 1921 per il trasporto di merci nel Mediterraneo, è un altro simbolo degli sforzi per esporre questi pezzi mastodontici all’interno del Museo. Per collocarla dove ora si trova, i maestri d’ascia genovesi hanno dovuto sezionarla in tantissime parti per poi ricostruirla all’interno del padiglione di cui solo al termine di questa operazione è stato possibile completare la copertura.
In questo spazio si trova un pezzo del Transatlantico Conte Biancamano del 1925 (coevo del Titanic) di cui sopravvivono oggi la sala da ballo e il ponte di comando con la strumentazione e alcune cabine, acquisito dal Museo negli anni Sessanta.
I numerosissimi pezzi esposti tra le sale del Museo, in realtà sono solo una parte della vastissima collezione che si compone anche dei materiali, in parte oggetto di studio e ricerca, conservati nei depositi che circa una volta al mese vengono aperti anche al pubblico.
Oltre gli spazi che abbiamo visto il Museo si completa poi di archivi, biblioteca, spazi per eventi e da un auditorium progettato da Portaluppi, prima cinema di Milano a proiettare film\documentari a carattere scientifico.
Concludendo, a nostro parere il Museo Nazionale della Scienza e Tecnologia merita non solo una visita, ma anche più di una. Questo non solo perché si tratta di uno spazio enorme, ma perché si tratta di un’istituzione viva che si mantiene attiva con laboratori, giochi sperimentali, nuove acquisizioni ed esperienze sempre diverse.
INFORMAZIONI PRATICHE
Nome del Museo: Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci
Indirizzo: Via San Vittore 21, Milano
Giorni di apertura: aperto da martedì a domenica
Orari di Visita: da martedì a venerdì 9.30 – 17 | sabato e festivi 9.30 – 18.30
Prezzo del Biglietto: intero 10,00 € | ridotto 7,50 € | Sottomarino Enrico Toti con prenotazione 10 €
Accessibilità: Accessibile per le persone con ridotta mobilità, ascensori e montascale
Accesso per Animali: Gli animali non sono ammessi ad eccezione dei cani da accompagnamento alle persone cieche o ipovedenti e ai cani di supporto nelle pratiche di pet therapy, previa presentazione di certificazione IAA.
Servizi Aggiuntivi: guardaroba; visite guidate e laboratori didattici; area Snack e Picnic; toilette family-friendly; area passeggini; Wi-Fi gratuito con registrazione; bookshop con ingresso indipendente da Via Olona 6, Milano; biblioteca
Sito Web: https://www.museoscienza.org
Contatti: info@museoscienza.it | T 02 48 555 1
Referenze immagini: Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci; Lucia Macchi; “Piero Portaluppi. Linea errante nell’architettura del Novecento”; Elena Galimberti; Lorenza Daverio; Andrea Fasani.
Fonti: Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci; Milano nascosta; Lombardi Beni Culturali; Piero Portaluppi. Linea errante nell’architettura del Novecento