Milano, Porta Genova – È stata recentemente diffusa la notizia, riportata da alcuni media, della possibile chiusura anticipata della stazione ferroviaria di Porta Genova già dopo l’estate 2025. Inizialmente prevista e ufficializzata da FS, Regione e Comune per la fine del 2027, la dismissione della storica stazione potrebbe quindi avvenire prima del previsto.

Per ora, l’unica certezza riguarda il dirottamento del capolinea della linea Milano-Mortara – l’unica ancora attiva su Porta Genova – verso la stazione di Rogoredo. Tuttavia, la tempistica di questo trasferimento non è stata ancora definita dalla Regione. L’integrazione della linea con Rogoredo consentirà una migliore distribuzione dei flussi pendolari, offrendo collegamenti diretti con tre linee metropolitane: la M4 a San Cristoforo, la M2 a Romolo e la M3 a Lodi TIBB – Porta Romana (ora in grande spolvero) e Rogoredo.
Questa transizione libererà definitivamente l’area dello scalo ferroviario, aprendo la strada a un nuovo sviluppo urbano e a un’integrazione più armoniosa con il tessuto cittadino. Tuttavia, dietro alla pressione per accelerare la chiusura della stazione si intravedono evidenti interessi immobiliari: l’area di Porta Genova è infatti uno dei sette scali ferroviari milanesi destinati alla rigenerazione, ma ad oggi resta ferma alle suggestioni progettuali avanzate ormai anni fa.
Oggi l’edificio ferroviario di Porta Genova è abbastanza adegradato e nella totale sciatteria come si può vedere dalle foto a seguire, nonostante sia occupato in parte da diversi tipi di ristorazione (un ristorante-club e un fastfood).








Non esistono ancora progetti definitivi per il futuro dello scalo, sebbene nel tempo siano state presentate diverse ipotesi molto suggestive. Porta Genova rientra nel “pacchetto” di scali dismessi da RFI (Rete Ferroviaria Italiana) e messi sul mercato, insieme a Scalo di Porta Romana dove si sta costruendo il Villaggio Olimpico, parte del masterplan di Parco Romana, lo Scalo Farini, quello di Greco e di Lambrate.
Di seguito alcuni esempi di masterplan e realizzazioni temporanee.
Ci aveva provato MAD Architects con un suo progetto nel 2017, ma ci aveva provato anche Fs Sistemi urbani e Ferrovie dello Stato con Agroscalo 2020, mai attivato però. Lo scalo, oltre all’edificio della stazione, ospita al suo interno anche un lungo magazzino che durante Expo era diventato il Farmer Market di Porta Genova, un luogo di grande successo che per mesi aveva allietato i frequentatori dei navigli (il nostro sogno sarebbe che nei progetti futuri venisse riqualificato e trasformato nuovamente in un mercato, tipo il Covent Garden di Londra o simile).
PROGETTO MAD




AGROSCALO 2020



FARMER MARKET 2015




Ciò che è certo è che l’edificio storico della stazione non sarà demolito, essendo tutelato dalla Sovrintendenza. Porta Genova è infatti la più antica stazione ferroviaria di Milano ancora in uso nelle sue forme originarie del 1870, sebbene abbia perso nel tempo alcuni dettagli, come l’orologio sul tetto (che, fosse per noi, sarebbe da ripristinare!). La stazione più antica di Milano in assoluto ancora attiva è invece quella di Musocco, oggi Certosa, attivata nel 1858, anche se completamente demolita e ricostruita in seguito.
Anche il Comune di Milano sta spingendo per la chiusura anticipata della stazione, con l’obiettivo di riqualificare l’area e migliorare la connessione tra il Naviglio Grande e il quartiere di via Tortona. Attualmente, i binari rappresentano una barriera fisica tra le due zone, che distano tra loro solo 200 metri ma risultano molto più distanti.
Ad ogni modo il 2025 dovrebbe essere l’anno decisivo: FS prevede di definire il masterplan del progetto e di avviare la procedura di vendita dello scalo. La dismissione della ferrovia e la riqualificazione dell’area porteranno inevitabilmente a un cambiamento radicale della destinazione d’uso degli edifici che si affacciano sull’Alzaia Naviglio Grande, tra lo scalo e la chiesetta di San Cristoforo, attualmente occupati da magazzini.
Un’altra trasformazione significativa riguarderà il passaggio a livello di via San Cristoforo, l’ultimo ancora attivo in città, destinato anch’esso a scomparire, si salva la piccola palazzina del casello, ora destinata ad un centro di attività culturali e ricreative di quartiere.
Altro cruccio presente nello scalo è senza alcun dubbio la meravigliosa passerella in ghisa e ferro battuto in stile liberty in disuso da più di 8 anni ormai. Sicuramente non avrà più uno scopo nel momento in cui dismetteranno lo scalo ferroviario. Chissà quale sarà il suo futuro, anche perché è un simbolo e un pezzo di ingegneria e decoro liberty di cent’anni fa degno di essere riqualificato.
Di seguito alcune foto del ponte prima della chiusura avvenuta nel 2016 dopo l’avvio del restauro e la scoperta che per il suo restauro sarebbero serviti molti più sodi, così il Comune preferì la chiusura della struttura.











Qui di seguito le immagini più recenti del ponte-passerella di via Tortona che mostrano lo stato di degrado in cui versa ormai da anni.








Noi avevamo provato ad immaginarcela spostata sopra il Naviglio Grande di modo da connettere direttamente l’area dello scalo e via Bergognone con il Parco Baden Powell. Dandole una nuova collocazione ma anche un riutilizzo coerente con la sua storia.




Il piano di rigenerazione dello scalo ferroviario, che interessa oltre 88.000 mq, dovrà idealmente connettersi attraverso il Naviglio Grande con il progetto di riqualificazione dello scalo di San Cristoforo posto più ad ovest e destinato a diventare una nuova area verde della città.
La chiusura di Porta Genova rappresenta senza dubbio la rinuncia a uno degli scali ferroviari più vicini al centro di Milano, escludendo la stazione FN di Cadorna. Un cambiamento che porterà con sé una nuova visione urbana, ma anche un po’ di nostalgia per una delle stazioni ferroviarie più antiche d’Italia ancora in uso.
Ne avevamo parlato approfonditamente anche in quest’articolo dello scorso anno.

- Referenze immagini: Wikipedia, Roberto Arsuffi, MAD Architects, Comune di Milano
- Porta Genova, Stazione, M4, Stazione San Cristoforo, M2, Navigli, Darsena, Treni
Dopo aver eliminato la stazione di Porta Vittoria che oggi avrebbe potuto tranquilamente ricevere i treni ad alta velocità praticamente in centro a Milano si vuole chiudere una altra stazione sempre in centro – le visioni miopi del sindaco di Milano continuano – Si parla di progetti faraonici di improbabili tunnel ma basterebbe riorganizzare stazioni cone Porta Romana aumentandone la capienza invece di ridurla a semplice fermata (lo spazio non manca) e magari finire questa maledetta “circle line” milanese per rendere Milano una città moderna. Ma fino a che gente come Sala sarà a capo di una città che non ha mai capito ho voluto capire rimarrà una città sotto la media.
Ormai anche i sassi hanno capito a quali interessi risponde il nostro sindaco.
Potrebbero anche lasciare il ponte così com’è. A volte la sciatteria ripaga. Guarda il ponte putrido con scritto camden town a Londra. È bastata una scritta ed è subito luogo turistico. Non bastano troppi investimenti. Basta una riqualificazione. Pavimentazione, pedonalizzazione, creare un grande mercato e tavoli. Fine
quale sarebbe il ponte purtrido con la scritta Camden Town?
altre super case per super ricchi.
Interessante l’articolo, ma le attività che sono all’interno che fine faranno?
Perché eliminare una tratta ferroviaria per fare posto a cemento ,si potrebbe creare una linea tranviaria veloce di superfice che serva con più fermate la periferia di Milano sino a Mortara ,questo è l’errore che è stato fatto già in anni precedenti con linee tranviarie ,copiamo dalla Svizzera e da altri paesi dove ferrovie secondarie prendono vita sotto altre forme .
La stazione di Porta Genova è inutile perchè ha un solo binario in entrata/uscita non raddoppiabile.
E il prolungamento della Milano Mortara a Rogoredo è un passo in avanti incredibile come possibilità di scambio con le metro e l’AV).
Quello che non capisco è cos ci daranno al suo posto: i “masterplan” di Sala mostrano ormai la corda, servirebbero idee fresche e innovative.
Per decenni uno dei primi tracciati ipotizzati per il secondo passante era Domodossola > P.ta Genova > Cintura sud ma si vuole costruire e basta quando ormai è tutto intasato. Questa non è miopia è pura ignoranza! https://www.milanocittastato.it/featured/il-passante-urbano-occidentale-una-priorita-per-milano/
Se chiudono la stazione, è giusto non demolirla bensì ristrutturarla e adibirla ad altro.
Quanto alla ferrovia, se dovessero chiuderla, potrebbe anche non essere necessario il ponte per unire Via Bergognone e Alzaia Naviglio Grande perché ci si potrà camminare sopra, una volta chiusa e rimossa la ferrovia.
Non so con certezza cosa accadrà, ma l’importante è che Via Bergognone e Alzaia Naviglio Grande siano unite e non più separate.
Due vie dello stesso quartiere o della stessa zona non possono essere separate da un muro o da una ferrovia, come lo sono attualmente.
Se guardi il disegno la proposta è di spostare il ponte sopra il naviglio, non sopra la ferrovia o sopra lo spazio occupato prima dalla ferrovia
Per me la stazione di Porta Genova andrebbe riqualificata diventando da stazione di testa ad una passante per poi collegarsi in sotterranea fino a Cadorna transitando per M4 De Amicis. Così facendo, con investimenti limitati e 5/6 anni di tempo potremmo avere finalmente il secondo passante di Milano. Naturalmente anche il tratto dalla stazione fino all’Intersezione con i binari che portano a San Cristoforo andrebbero rifatti in sotterranea e naturalmente a doppio binario.
Stazione orrenda, non capisco quale sia il vantaggio “culturale” nel salvaguardare un edificio che sarà pure antico, ma è tanto tanto anonimo e sciatto. Non che debbano farci ovviamente l’ennesimo condominio al suo posto, ma valuterei un’alternativa a vantaggio della comunità, anche abbattendo questo obrobrio
Il problema è cosa fare e dove non è l’amministrazione che lo decide ma i privati ecc ecc. Basti pensare a tutte le aree ex industriali che si sono venute a liberare dagli anni 80-90 cosa ne è stato… Milano poteva disporre di aree verdi, case acquistabili e strutture sportive. Di come sia stato gestito il tutto pian piano ce ne stiamo accorgendo… forse!
Penso anch’io sia una follia eliminare questa tratta ferroviaria che arriva in centro città.
Claudio