Costruita nel 1837 dall’architetto Gaetano Casati per il barone Gaetano Ciani, nell’aristocratico borgo di Porta Orientale, la casa posta all’angolo con Via Boschetti era particolarmente esuberante e rivestita di decorazioni in terracotta, tanto che venne da subito battezzata Ca’ Rossa.
Si presentava con un piano terra finestrato, un primo piano posto sotto ad una balconata ricca e che girava attorno alla casa segnando il piano nobile, terminava con un terzo piano e un ricco cornicione dotato di pinnacoli. Era rossa per via dell’abbondante uso di decorazioni in terracotta che l’hanno caratterizzata per un secolo. Forse eccessivamente sovraccarica di decorazioni patriottiche del Risorgimento con bassorilievi realizzati dai fratelli Andrea e Giovanni Battista Boni, che terminarono il lavoro nel 1862.
All’epoca divenne una meraviglia da guardare per chi veniva a Milano in visita. Per anni tutti si fermavano ad ammirare gli enormi telamoni (ben 12) che reggevano le balconate del piano nobile posto al secondo piano, così come non potevano non ammirare la Francia che tende la mano all’Italia nel grande timpano posto alla sommità del palazzo; così come i riquadri a bassorilievo in falso bronzo posti nel finto portone al centro della facciata sul Corso Venezia che raffiguravano il Re Galantuomo (Vittorio Emanuele II) che incontra Garibaldi o della raffigurazioni di Roma e Venezia in attesa o Cavour e Napoleone. Sopra la falsa porta principale (il vero ingresso si trovava lateralmente) era presente un busto dell’eroe dei due mondi.
La casa rimase invariata per quasi un secolo, perse nel tempo solo i pinnacoli, forse troppo pericolanti per rimanere. Poi nel 1928 l’edificio venne spogliato dalle terrecotte che lo caratterizzavano e rialzato di ben tre piani, due sotto un cornicione e uno come sottotetto, qualche anno fa la casa è stata ulteriormente rialzata di un altro piano (deformandola completamente).
La casa Rossa non era certo un capolavoro architettonico, ma rappresentava di sicuro il gusto estetico di metà Ottocento ed era un vero mausoleo del Risorgimento. Mentre l’edificio attuale, in puro stile eclettico pesante degli anni Venti ha poche peculiarità, se non un grazioso mosaico in stile liberty Posto al centro della piccola facciata su Via Boschetti vi è un bell’ingresso in stile primo razionalismo.
Noi siamo riusciti ad entrare nel cortile e scattare le foto di quel poco che è rimasto delle decorazioni della Casa Rossa.
Un giorno piangeremo pensando a tutti questi sopralzi che avranno definitivamente distrutto il prospetto delle nostre un tempo belle città
Io piango già ora vedendo tante case deturpate per avidità!
Il denaro ha distrutto il bello.
Cioè se io guardo la foto di Gusme, mi sento male. L’ISIS avrebbe fatto meno danni.
Pensavo che la casa fosse stata bombardata e invece è stata solo depredata..
pensavo fosse stata bombardata e invece è solo stata depredata…
Cioe in pratica hanno solo levato tutte quelle fantastiche opere d’arte che decoravano l’ufficio? Ma il senso di sta mossa?
il senso era di sopralzare di due piani e inglobare la casa adiacente in via Boscetti.
che scempio pero…
Quindi è proprio nel dna di Milano rovinare le sue bellezze… ho sempre pensato che il dopo guerra fosse il periodo buio della nostra urbanistca, ma pensandoci bene già nel ventennio precedente si è iniziato a fare danni.
Sempre a Milano anni 50/60 per costruire un nuovo quartiere una chiesetta dava fastidio. Casualmente durante la notte è crollata. I lavori furono fermati fino alla ricostruzione della chiesetta che dava fastidio. Ero giovane ma ho apprezzato.