Milano | Urbanistica – Le occasioni perse per inverdire la città

Onestamente, non so più cosa dire.
Ho la sensazione di ripetermi ogni volta, proponendo soluzioni che sembrano tanto semplici quanto ovvie. Parlo della necessità di rendere la città più vivibile, riempiendola di verde: prati, cespugli e, dove possibile, alberi. Eppure il Comune sembra avere grandi difficoltà nel percorrere convintamente la strada del verde. Un verde che aiuterebbe concretamente a mitigare il caldo estivo, riducendo la temperatura percepita anche di alcuni gradi.

Recentemente, il Corriere della Sera ha pubblicato un articolo sul cantiere per la riqualificazione di piazza Cordusio, dal quale si è appreso che la promessa “verzura” non verrà realizzata all’interno della piazza ellittica. Una scelta che, forse, si può comprendere, dato il carattere monumentale dello spazio – nato, è vero, senza verde (anche se in origine erano presenti due aiuole: una centrale e una dietro la statua di Parini).

Noi di Urbanfile avevamo immaginato una piazza in cui le rotaie dei tram scorressero in un bel prato: una soluzione sicuramente fattibile, capace di rendere l’ambiente più gradevole e naturale.

L’articolo tocca anche il tema della progettazione del paesaggio urbano, sottolineando come ostacoli tecnici – come la presenza della metropolitana o dei sottoservizi – possano essere superati con soluzioni adeguate, sia tecnologiche che progettuali. Si insiste giustamente su un approccio basato sull’analisi dei dati e sul rispetto della natura, con esempi positivi come l’utilizzo di asfalto chiaro e la scelta di alberi di età differenti, come avvenuto a CityLife.

Il vero ostacolo, però, non è economico ma metodologico. Serve coraggio da parte delle amministrazioni, responsabilità condivisa tra tutti gli attori coinvolti e, soprattutto, una cultura del paesaggio più radicata. I costi non sono il problema principale: esistono numerosi esempi virtuosi, anche nel settore privato. Piuttosto, è fondamentale affrontare seriamente la questione della manutenzione e del riuso intelligente degli spazi esistenti – basti pensare al caso del Parco Nord.

Lo studio coinvolto nella progettazione opera sia a Milano (Certosa, Quarto Oggiaro, piazza Trento) sia all’estero (Tel Aviv, Riad, Francia), adattandosi alle specificità locali e sociali. Viene inoltre considerata riduttiva la polemica sugli sfalci del verde urbano: un argomento importante, ma che da solo non può costituire una politica paesaggistica degna di questo nome.

Noi di Urbanfile abbiamo più volte segnalato come molte aree inutilmente asfaltate o lastricate in cemento e pietra potrebbero cambiare volto – in termini di aspetto, vivibilità e temperatura – se fossero riconvertite a verde.

Ecco alcuni esempi particolarmente significativi, che secondo noi avrebbero potuto avere un impatto positivo se fossero stati concepiti diversamente da come il Comune ha deciso di realizzarli:

SAN BABILA

Piazza San Babila: già al momento dell’inaugurazione della nuova area pedonale, nel luglio 2023, siamo rimasti perplessi di fronte a quella spianata senza senso, destinata forse più a ospitare eventi e manifestazioni (che generano introiti), che non a migliorare la qualità urbana.

Ci eravamo immaginati almeno una continuità con le aiuole circolari e collinette già presenti nella piazza. E invece, nulla.

Anche se, osservando come viene mantenuto il verde presente… (siamo in piazza San Babila!)

CORSO CONCORDIA

Corso Concordia: ne avevamo già parlato in occasione della riapertura dopo i lavori della M4 – Tricolore. In origine l’area era impreziosita da due grandi aiuole laterali ricche di alberi. Oggi, sebbene le alberature siano tornate, il prato è stato sostituito da una distesa di cemento e pietra. Una soluzione di compromesso era davvero così impossibile?

Di seguito alcune immaigni da GoogleMap che mostrano corso Concordia prima dell’arrivo del cantiere per la stazione M4-Tricolore.

VIA SANTA SOFIA

Anche qui lo avevamo già detto, ormai ci ripetiamo, non era possibile usare meno pietra e lasciare più aiuole verdi?

Ecco come appariva l’attuale piazza Piero Sacerdoti prima del cantiere M4. Gli alberi è comprensibile che non si possano riavere, ma più verde, forse si.

Via Giovanni Battista Pirelli

Anche in questo caso, nel 2019, dopo il completamento degli ampi marciapiedi ai piedi del complesso residenziale del Giardini d’Inverno, eravamo rimasti allibiti nel vedere la spianata di cemento e pietra che si stende ora in via Giovanni Battista Pirelli. Possibile che non ci fosse spazio per piantare due alberi? Possibile che non ci fosse spazio per depavimentare e creare più aiuole verdi?

Nel nostro piccolo ci avevamo provato con due rendering.

PIAZZA EDISON

Un mio cruccio da sempre, e che pare non raccogliere mai consensi in Comune è vedere questa piazza triangolare, piazza Thomas Edison, a due passi da piazza Cordusio, alberata e ingentilita da del verde. Noi ci avevamo provato con un veloce rendering.

Piazza Affari

Visto che siamo in zona, perché non inverdire anche piazza Affari?

VIA CUSANI

Sempre in centro (alla fine il territorio povero di aree verdi, ad eccezione dei parchi Sempione e Montanelli) un altro nostro cruccio è ad esempio via Cusani, una via decisamente brutta ma che basterebbe poco per renderla più bella, con del verde. Magari unendoci anche un po’ d’alberi in quel tratto ampio e brutto di via Ponte Vetero.

Insomma, tutto questo per dire che, se ci fosse un po’ di volontà e se molti soldi investiti in cemento e pietra li avessero spesi per alberi e erbetta, forse anche il centro di Milano potrebbe essere migliore e meno accaldato d’estate.

  • Referenze immagini: Roberto Arsuffi
  • Centro Storico, Cordusio, Via Orefici, Via Dante, Arredo Urbano, Area Pedonale, Riqualificazione, verde pubblico, Aiuole, Alberi
Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

28 commenti su “Milano | Urbanistica – Le occasioni perse per inverdire la città”

    • Cosa c’entra la fontana con il verde? Già ammesso che in Cordusio il verde darebbe stato utile (e non è certo detto), avrebbe snaturato il concetto del luogo. Non sarebbe più stato una piazza, ma un giardino/aiuola … già oggi, gestire i flussi di pedoni, tram e taxi è un delirio, figurarsi con una mega aiuola tra i piedi. Alberi si, certo, ma non in Cordusio. Lo stesso vale per le fontane (in Gae Aulenti, ad esempio, c’è lo stesso tipo di fontana di Karlsplatz) ma altrove, tipo in piazza Edison ad esempio…

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  1. pienamente d’accordo. Se la Natura è verde ci sarà un motivo ! E’ il colore che riposa la mente e sarebbe utilissimo averne tanto in città

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  2. Questa città ha disperato bisogno di strade alberate, al primo vero caldo diventa invivibile. Un strada alberata può guadagnare 5-6 gradi e fanno tutta la differenza del mondo. Non dovrebbe essere una cosa difficile da capire.

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  3. Serve acqua e serve verde. Non è più una questione estetica ma di mitigazione degli effetti sempre più evidenti del riscaldamento globale.

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  4. D’accordo con tutto, ma il verde in Cordusio proprio non ci può stare! Lo mettereste in piazza San Pietro? O in piazza del Campo a Siena? Dai, su, il problema non è il Cordusio, luogo monumentale e storico, ma semmai piazza Gino Valle, o tutte le piazze progettate negli ultimi tempi da pseudo architetti.

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    • La sua osservazione è vera…in parte; luoghi realizzati nei secoli passati (medioevo, rinascimento) hanno una loro identità precisa che va oltre a qualsiasi presunta miglioria o modifica, ma qui siamo in epoca ben più recente e l’ idea proposta dall’ articolo mi sembra ottima; avrebbe conferito, con una semplice modifica al progetto, un tocco di definitiva bellezza a una piazza che, senza più essere oltraggiata dall’ attuale caos, sarebbe diventata una delle più eleganti d’ Europa (parere personale naturalmente).

      D’ altra parte, che il collocare spazi verdi e alberi non abbia sempre un suo significato e utilità viene smentito dall’ ultima veste data a piazza della Scala (dove gli edifici sono anche molto più antichi…) quando sono stati piantumati i bellissimi tigli disposti a cerchio, che forniscono al luogo una dimensione unica, con tutta la gente, i turisti, che nei mesi primaverili ed estivi possono ripararsi dalla calura.
      Anche in piazza Duomo, fino alla rovina prodotta dall’ apertura della M1, erano presenti bellissime aiuole fiorite e tutto era ordinato e pulito, basta guardare le foto d’ epoca, ora sembra sempre un luogo in attesa di qualcosa, di un restauro che non arriva.

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      • In piazza Duomo le aiuole attorno al monumento a VEII vennero eliminate con il ridisegno della piazza in epoca fascista. Con la M1 venne solo ampliato il sagrato alto in direzione ovest per coprire la sottostante area archeologica.

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  5. poi ci vorrebbe anche qualcuno che il verde lo mantiene e lo innaffia
    voglio vedere corso buenos aires tra qualche mese, già le prime “aiuole” sono piene di erbacce

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  6. Caro Arsuffi, i vostri preziosi consigli non vengono accolti per il semplice motivo che le pavimentazioni in pietra generano parcelle più alte e bustarelle a pioggia.
    L’edilizia funziona così da sempre.

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    • A Milano, nonostante i problemi, manca una cultura del verde che parta dalla progettazione e termini con la sua manutenzione. Dopo nemmeno una settimana di caldo i pochi soazi verdi sono già ingialliti. Continuano a piantare alberi che reggono massimo l’altezza di 3 metri, e che ci vuol coraggio a chiamare alberi. Ma platani no?
      Segnalo che anche in city Life manca il verde, basta guardare la spianata di viale Boezio senza nemmeno un ciuffo di verde o un albero ed il mancato rondo con aiuole all’incrocio con via Domodossola.
      Grazie direttore per insistere sui treni della necessità del verde.

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  7. Buongiorno,
    vi seguo da tempo e condivido pienamente quanto sostenete. In tutti i nuovi spazi urbani, salvo vincoli specifici, è fondamentale prevedere aree verdi.

    Avete un canale di comunicazione diretto con il Comune? Perché non attivare una raccolta firme direttamente sul sito?

    Le opere menzionate risultano quasi del tutto completate, ma è comunque possibile — e auspicabile — inserire degli alberi anche in un secondo momento. Offrono più ombra e richiedono meno manutenzione rispetto a un prato.

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  8. Oggi l’urbanistica di cui abbiamo fortemente bisogno è proprio quella del togliere (https://quadernidelladecrescita.it/2025/04/30/lurbanistica-del-togliere/).
    A partire dal TOGLIERE ASFALTO e cemento. la parola chiave della prossima urbanistica è DEPAVIMENTARE e, chiaramente, mettere al suo posto suolo e verde. Si può fare, si deve fare. Ma non con interventi dimostrativi a favor di spot elettorali, bensì in modo intenso, programmato e rapido. E, inoltre, tutto ciò va fatto contestualmente allo STOP Consumo di suolo. Tra l’altro oggi ci viene incontro il già vigente Regolamento europeo per il ripristino della natura. Quindi le città si sveglino e rivedano completamente la agenda del loro governo del territorio. Rivedano l’allocazione dei fondi. A chi dice che gestire il verde costa, ricordo che per inquinamento abbiamo circa 50.000 decessi l’anno e tra questi vi sono anche quelli per isole di calore superficiali e per alluvioni. Abbiamo ingenti danni da pagare. E aggiungo che spendiamo 44 volte di più per le strade che per la difesa del suolo.
    Se volete approfondire potete leggere miei articoli su altreconomia.it
    Saluti a tutte e tutti
    Paolo Pileri, Politecnico di Milano

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  9. Per abbassare sensibilmente la temperatura in città, serve un progetto serio, organico che coinvolga tutta l’area metropolitana. Non basta piantare alberi in qualche piazza, anche perché, per abbassare la temperatura di qualche grado, serve una piantumazione fitta, con alberi alti che schermino il suolo per larga parte della giornata. Ergo, una piazza andrebbe completamente de pavimentata, piantumata con decine di alberi già alti, altrimenti è solo “ombra”…E questo andrebbe fatto in tanti luoghi diversi sparsi per la città, strade, piazze, piazzali, rotonde, ecc. … . Sarebbe un lavoro mastodontico, dal costo spropositato che, anche se necessario, necessiterebbe di tanto tempo, decenni probabilmente. Quattro, forse cinque amministrazioni prima di vederne i primi frutti.

    Ok, facciamolo, ma con un progetto grande, serio, di lungo respiro, non piantumando piazzetta per piazzetta o luoghi storici come Cordusio…

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  10. Il problema è che 1) il comune di Milano non ascolta nessuno; 2) si affida a tecnici comunali spesso incompetenti. Tutto questo per fare prima e spendere poco; va bene, giusto obiettivo, ma i risultati poi si vedono. Il verde non deve essere previsto ovunque, per carità: Cordusio e san Babila (orrido e banalissimo progetto) probabilmente gli alberi non li volevano, sono piazze. Ma qualche sforzo in più si poteva fare (vogliamo parlare della cosiddetta piazza Gae Aulenti, che neanche a Riccione avrebbero potuto fare?!?)

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    • Complimenti per l’articolo, il tema è dibattuto dallo scorso anno, ma si continua ad ignorare il tema.
      Suggerisco di aggiungere agli esempi fatti, lo scempio di piazza Salvatore Quasimodo, sta diventando una spianata con porfido e asfalto a terra sul quale inserire qualche aiuola.
      Doveva diventare un giardino e non più un parcheggio!
      Imponiamo di creare un indice che misuri per ogni intervento il rapporto tra verde e area coperta.
      La banda del porfido continua ad imperare.

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  11. Si leggono commenti talvolta con elementi di interesse e molto più spesso estremamente superficiali che sembrano non tenere minimamente in conto, probabilmente per mancato approfondimento, che qualsiasi risistemazione di spazio pubblico pedonale deve essere approvata da una commissione del paesaggio composta da 15 membri laureati in architettura con esperienze in urbanistica, composizione architettonica e verde , che di fatto seguono delle linee guida del comune legate agli spazi pubblici e rintracciabili in rete, nonché da vari dipartimenti del comune stesso, quali mobilità, mm, acquedotto e fognatura; come si potrà intuire evidentemente il comune di Milano non ha intenzione di accollarsi nuove spese di manutenzione del verde, anche perché dopo le recenti crociate giudiziarie le casse comunali sono decisamente vuote.

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    • Scusi eh, mi perdoni la polemica con il suo post, ma quanto lei scrive è semplicemente inaccettabile…a me risulta (si accettano smentite…) che è proprio “grazie” alla commissione suddetta che tutto approvava, che siamo in questa situazione; la “conosciamo” bene, a Milano, questa cosiddetta commissione, si sono pure dimessi,i in seguito ala nota inchiesta. Fatto salvo il garantismo per chiunque, se volevano “approvare” una bella aiuola fiorita in piazza Cordusio, non penso che questo gli avrebbe causato particolari problemi, considerato quanto hanno in precedenza “approvato”! Se invece il suo post è volutamente ironico/sarcastico, complimenti, il suo reale intento è stato molto ben nascosto…Circa i “pareri tecnici”, sembra allora di essere l’ unica città al mondo dove la collocazione di un aiuola in una piazza richiede consulti di scienziati paragonabili alla prima missione su Marte.

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  12. Sono assolutamente d’accordo con le vostre proposte…. ma ormai, purtroppo, la frittata è fatta.
    Tanta rabbia e delusione!!

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  13. Anche le aiuole realizzate in tutta la via Foppa e Piazza Bolivar fanno già pena. Erbacce alte ormai tutte ingiallite, le piantine messe non sono fiorite, ci voleva qualcosa di più alto dei bei cespugli bianchi e verdi come hanno messo per esempio all’incrocio con la via Lanino

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  14. Come sempre il Comune è bravissimo a fare meravigliosi proclami sulla depavimentazione e poi all’atto pratico fa esattamente il contrario.
    Non succede solo in questo ambito, peraltro.

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  15. Purtroppo, oltre all’inesistenza di un piano razionale per il verde pubblico urbano, che dovrebbe aumentare per abbellire e rinfrescare la città, altrimenti destinata a diventare una specie di deserto grigio, sembra che regni l’indifferenza più totale verso quello che c’è già. L’erba spesso non viene rasata e neppure innaffiata, quindi ingiallisce e viene frequentata da cani e piccioni: i rifiuti abbondano, vialetti e giardini diventano luoghi tristissimi e maleodoranti invece di essere piacevoli e profumati…I rami degli alberi caduti restano accatastati per mesi. Inerzia inaccettabile.

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  16. Preservare il verde esistente! Mentre qui discutiamo dell’importanza di impiantare nuovi alberi e aiuole, si continuano a tagliare alberi sconsideratamente. In piazza Morbegno hanno tagliato un alberone perchè le sue frasche ostruivano la visuale a una telecamera di sicurezza!
    Poi migliaia e mmigliaia di nuovi alberi, aiuole, verde in vaso, riapertura dei navigli, tetti verdi, regolamenti per promuovere il verde condominiale…. Ci vuole un investimento consistente e pluriennale per il verde urbano (e non solo urbano)

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  17. Tra l’altro ristrutturazioni piuttosto discutibili esteticamente.
    Non è per criticare a tutti i costi, certamente è meglio averle risistemate, meglio la pietra dell’asfalto, però si poteva fare uno sforzo in più.

    Oltre alla anacronistica assenza di alberi (coi problemi climatici di oggi dovrebbe essere il nostro primo assillo quello di piantarli), vorrei far notare come queste riqualificazioni siano tutte uguali, fatte con lo stampino…Ikea docet!
    Ad esempio, si poteva variare qua e là il colore del porfido… invece, un mare di grigio domina queste piazze!

    Purtroppo questa scelta di ridurre il verde, le alberature cittadine in particolare, è in atto in parecchie città italiane, dove si tagliano interi filari di alberi con la scusa della sicurezza.
    Le amministrazioni locali miopi pensano cosi di ridurre la spesa economica delle manutenzioni e degli effetti di eventi climatici estremi, non considerando di aumentare in questo modo il circolo vizioso del cambiamento climatico.

    Peccato, mi sembrava che il Comune fosse partito bene con il progetto di depavimentazione dall’asfalto!

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  18. In piazza Cordusio passano quasi 18000 persone al giorno. Oltretutto provenendo da molte direzioni diverse (quindi esistono moltissime diagonali, anche per via dell’evitamento dei tram. Immagino quanti poliziotti, quanti carabinieri a cavallo, quanti vigili urbani servirebbero per fare in modo che nessuno passi sull’erba. Quell’erba non durerebbe neanche una settimana.

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