Perché di cespugli e qualche alberello si tratta. Sono passato poco fa e ho scattato qualche foto per immortalare la famosa oasi della Darsena. Di animali neache l’ombra, forse qualche pantegana nascosta bene. La decisione di Palazzo Marino dopo un braccio di ferro con gli ambientalisti è finalmente stata presa, sono stati stanziati 590mila euro per la pulitura del bacino. L’incarico è stato già affidato all’Amsa. Gli animali verranno salvati, ma è prevista l’eliminazione di tutta la vegetazione spontanea.
Tutta l’area sarà ripulita per far partire, quando sarà il momento, i lavori per la riqualificazione promessa da Expo. «Non c’è alcun bisogno di eliminare tutta quella terra, quegli alberi e quei nidi, e farli rimuovere come fossero detriti o rifiuti dall’Amsa sarebbe un atto di forzatura e di intolleranza, anche inutilmente costoso rispetto al modesto intervento di ingegneria naturalistica necessario per trasformare l’oasi»: è la posizione degli ambientalisti.
I cespugli in Darsena
Anche se l’idea potrebbe non essere del tutto campata in aria, credo sia completamente fuori luogo. La Darsena, unico punto di Milano ad avere una parvenza di fiume, posto storico, ridotto in questo stato dopo una serie di vicissitudini legali che hanno interessato i lavori programmati nel corso della passata amministrazione, non può e non deve essere lasciato in queste condizioni. L’oasi la si può ricavare da altri luoghi cittadini abbandonati, ad esempio lungo il corso dell’Olona a San Cristoforo. La Darsena deve tornare com’era, anzi meglio; e se proprio devono incrementare il verde io pianterei molti alberi lungo il Viale Gorizia, così da nascondere i palazzacci degli anni Cinquanta.