Milano | Porta Romana – San Calimero, eclettismo dal cuore antico

Percorrendo il Corso di Porta Romana, se all’incrocio con Via Santa Sofia vi viene la voglia di fare una piccola deviazione, percorrendo la via San Calimero, vi potrete imbattere in una chiesa romanica che da il nome alla via, la basilica di San Calimero.

Di sicuro vi sembrerà antica, e in effetti non vi sbagliate, anche se a dirre il vero quello che si vede oggi è tutto abbastanza recente, infatti è frutto di quell’eclettismo di fine Ottocento che andava così di moda all’epoca ma che cancellò per sempre ciò che c’era di antico.

San Calimero è di origine antichissima: la più antica menzione della chiesa si trova in un epigramma del vescovo Ennodio (474-521) che ricorda il restauro della basilica compiuto dal vescovo di Milano Lorenzo (490-512). La notizia trovò riscontro negli scavi eseguiti nel 1905 durante i quali vennero reperiti alcuni mattoni databili alla fabbrica di re Teodorico (493-526). Il luogo in cui sorge la chiesa era anticamente un’area cimiteriale fuori dalle porte della città, lungo la via per Roma: ancora oggi, sul fianco destro della chiesa, vi sono alcune lapidi funerarie pagane e cristiane provenienti dalla vecchia necropoli.
Sembra inoltre che nei suoi pressi o al suo posto sorgesse un tempio di Apollo, notizia ricavabile dal “De situ civitatis Mediolani“, un testo del IX-X secolo, che parla del luogo del martirio di San Calimero avvenuto “haud longe ab Apollinis fano” (Non lontano dal tempio di Apollo).
La chiesa si presenta oggi con tratti quasi completamente moderni, a causa di un disastroso “restauro” operato dall’architetto Angelo Colla nel 1882, allo scopo di riportarla alle presunte forme “medievali” originali.

Così l’edificio appare in stile neoromanico, con una facciata ricostruita ex novo, e un interno decorato in stile medievaleggiante con concessioni di gusto pre-raffaellita nei dipinti.

La facciata, in cotto, è a capanna ed è sormontata da tre guglie poligonali coronate ognuna da una croce in ferro battuto. Sotto le tre grandi finestre a monofora ci sono i tre portali con lunette musive. Volendo vedere, i due portoncini laterali sono decisamente ridondanti e pressoché inutili. Precede il portale centrale un protiro ottocentesco in pietra, poggiante su colonnine, la cui volta è decorata con un mosaico raffigurante un cielo stellato. La lunetta del portale maggiore raffigura San Calimero, quarto vescovo di Milano e, come si è visto, martirizzato in questo luogo.

L’interno è a navata unica con quattro cappelle per lato, molto profonde e volte a crociera. Tutto ricostruito in stile tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Così capitelli e pulpito sono un bell’esempio di copie romaniche di fantasia.
Unica testimonianza rimanente delle origini paleocristiane del primo tempio di San Calimero è l’arco trionfale, visibile nel sottotetto della chiesa. Le sue dimensioni dimostrano che il rifacimento medievale ricalcò l’ampiezza della chiesa primitiva. Della fase romanica invece la chiesa conserva la fiancata meridionale e l’abside.
Quanto resta oggi dell’antica chiesa è soprattutto la cripta cinquecentesca, dalla volta affrescata dai Fiammenghini. Inoltre, sopravvivono un piccolo affresco (Madonna fra due sante, XV secolo, attribuita a Cristoforo Moretti), una Crocifissione del Cerano e una Natività di Marco d’Oggiono (alterata da ridipinture recenti che la rendono illeggibile in più punti, ma che dimostra quanto d’Oggiono si ispirasse al Maestro Leonardo da Vinci). Altri affreschi medievali si trovano nell’attigua sacrestia.

Altre opere importanti sono l’altar maggiore neoclassico con ciborio circolare sorretto da colonne corinzie;
Altare di Sant’Arialdo da Carimate con un bassorilievo raffigurante sant’Erlembaldo Cotta;
Per gli affreschi moderni, ha prestato la propria maestria il pittore Augusto Lozzia (1896 – 1962);
Sulla cantoria alla sinistra del presbiterio, dietro una trifora sorretta da colonnine, si trova l’organo a canne, costruito da Giuseppe Bernasconi nel 1884 e restaurato dalla ditta Mascioni nel 2014.

La cripta conserva l’altare-tomba del vescovo San Calimero, in cui furono traslate le ossa del santo nel 1609 per volere del vescovo Federigo Borromeo, come reca un’iscrizione sul retro. Nella navata destra, sempre della cripta, vi è un pozzo costruito sul luogo in cui le ossa furono ritrovate immerse nell’acqua; questo ritrovamento e un’errata interpretazione del testo “De situ civitatis Mediolani” favorì il nascere della leggenda secondo cui il santo sarebbe stato martirizzato e il suo cadavere gettato per spregio in un pozzo.

Nella guida turistica “Milano ed i suoi dintorni. Laghi, Brianza e Certosa di Pavia ” del 1878 l’autore descrive la basilica in questo modo:

L’esterno si vuole del XII secolo, ma guasto dappoi; l’interno fu rifatto dal Richini. L’Angelo Custode è di Carlo Cane; il S. Carlo del Nuvolone; S. Vincenzo e S. Teresa del Rivola. L’altare maggiore fu rinnovato nel 1822. Nello scurolo vedesi il pozzo ove, secondo la tradizione fu gettato il corpo di S. Calimero. Sul pilastro dell’ultima cappella a diritta havvi l’epitaffio del paesista Tempesta.

L’acqua di questo pozzo era considerata in passato miracolosa contro la siccità e le malattie.

 

1_San_Calimero_300

 

1_San_Calimero_1100
Un’ipotetica rappresentazione dell tempio in vesti romaniche

 

1_San_Calimero_1600
Un’ipotetica rappresentazione della chiesa come poteva apparire in veste seicentesca

 

1_San_Calimero_2015
La basilica come appare oggi

 

2_San_Calimero_2015 3_San_Calimero_2015_B 3_San_Calimero_2015 4_San_Calimero_2015 5_San_Calimero_2015 6_San_Calimero_2015 7_San_Calimero_2015 7_San_Calimero_2015B 8_San_Calimero_2015 9_San_Calimero_2015_B 9_San_Calimero_2015 10_San_Calimero_2015_Marco_d'Oggiono 11_San_Calimero_2015_Marco_d'Oggiono 12_San_Calimero_2015_Marco_d'Oggiono 13_San_Calimero_2015_Altare di sant'Arialdo da Cucciago 14_San_Calimero_2015 15_Cristoforo_Moretti_(sec._XV),_Madonna_e_due_sante 16_San_Calimero_2015 17_San_Calimero_2015 18_San_Calimero_2015 19_San_Calimero_2015_Cripta_-_Fiammenghini_-_San_Calimero_-_Foto_Giovanni_Dall'Orto_5-May-2007 20_San_Calimero_2015_Cripta_-_Fiammenghini_-_Santo_vescovo_di_Milano_-_Foto_Giovanni_Dall'Orto_5-May-2007 21_Cerano,_Crocifissione_-_Foto_Giovanni_Dall'Orto_5-May-2007 22_San_Calimero_1905_Dipinto

 

 

23_San_Calimero_Abside 23_San_Calimero_Progetto 1880 A 23_San_Calimero_Progetto 1880 B 23_San_Calimero_Progetto 1880 C 23_San_Calimero_Progetto 1880 D 23_San_Calimero_Statua seicentesca

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

5 commenti su “Milano | Porta Romana – San Calimero, eclettismo dal cuore antico”

  1. san calimero è bellissima.
    recentemente alcuni volontari della parrocchia hanno iniziato un’opera di volontariato per tenere aperta la basilichina altrimenti spesso chiusa.
    anche il contesto ora è molto bello: la riqualificazione superficiale seguente alla costruzione dei parcheggi sotterranei e i nuovi murales conferiscono alla via / largo un aspetto molto accogliente.

    Rispondi
  2. Bell’articolo. Aggiungo che, come correttamente scritto, san Calimero si trovava nei pressi del tempio di Apollo. Non nello stesso luogo. Secondo Carlo Torre che scrisse la sua storia di milano nel 1674 il tempio di Apollo si trovava poco distante da san calimero sul Corso di Porta Romana. È ipotizzabile che si trovasse quindi all’incrocio tra corso di porta Romana e via Sforza (nell’area esterna alla porta romana medioevale) più probabilmente sul lato sinistro (proveniendo dal centro) della via e che al tempio si accedesse dall antica via porticata che correva lungo il tracciato dell’attuale corso. Questo anche in considerazione che nella vicina area di san nazaro lo stesso Torre narra che vi fosse un luogo lasciato incolto (il brolo, pratone che si estendeva fino a santo stefano in brolo) che lui chiama ergasto (cioè un luogo recintato chiuso da cui deriva anche l’attuale termine ergastolo) che sembra contenesse animali selvaggi ed esotici e che era collegato al tempio di apollo i cui sacerdoti li si recavano per eseguire alcuni riti. Nello stesso libro si parla di leggende di ossa di draghi trovate negli scavi per San Nazaro (probabilmente ossa di animali esotici di grosse dimensioni). Certo é strano che nel sito esatto del tempio i primi cristiani non abbiamo eretto una chiesa come era da tradizione riutilizzando gli antichi luoghi sacri.

    Rispondi
  3. Mi auto correggo su quanto appena scritto….in realtà dietro la basilica nel cortile del residence di porta romana se si da un occhiata con google maps si notano delle strutture regolari che sembrano delle fondamenta che si trovano nel cortile. Ho cercato su google ma nessuno ne fa menzione e da google maps non si capisce se sono strutture moderne o antiche. Se antiche potrebbero essere proprio le fondamenta del tempio di apollo (quindi sulla destra della via porticata non sulla sinistra). Mi sembra strano però che nessuno se me sia accorto….Cosa ne pensate?

    Rispondi

Lascia un commento