Milano | Porta Volta – Il pasticciaccio di piazzale Baiamonti

Archistar, piramidi (o serre), mura spagnole, due caselli ex-dazio, un giardino condiviso, una marea di binari inattivi e rimasti evidenti, marciapiedi enormi e catramosi, masselli del pavé inframezzati da tratti in catrame, traffico, ciclabili, un brutto parcheggio, turisti, cittadini e migliaia di persone.

Questa è la miscela esplosiva dell’angolo nord-occidentale del centro storico di Milano, a cavallo tra le mura spagnole realizzate a partire dalla metà del 1500 e la città sviluppatasi a partire dal 1800.

Questa “porta, aperta nel 1880 lungo il tracciato delle mura spagnole di Milano, erette nel 1555 per ordine di Ferrante Gonzaga (qui eravamo nel sestiere di porta Comacina poi Garibaldi), Porta Volta pare sia sempre più precipitata nel delirio urbanistico nel giro di un secolo.

Sicuramente una serie di errori di vario genere che si sono sovrapposti nel corso dei decenni, hanno portato oggi a questo risultato.

Quartiere popolare sorto nei pressi del nuovo (1867) Cimitero Monumentale, popolato in parte dalla prima grande comunità internazionale di Milano, quella dei cinesi giunti più di cento anni fa per lavorare le pelli.

Il quartiere di Porta Volta ha da sempre o quasi, vissuto nella totale sciatteria.

L’arrivo dei tram e delle linee intercomunali per Giussano e per Limbiate a partire dagli anni Trenta, seguito poi dal trasferimento nel dopoguerra dei capolinea in via Valtellina e la trasformazione di Viale Bastioni di Porta Volta in parcheggio, ha contribuito senza alcun dubbio alla trasformazione dell’area.

Il distributore di benzina a ridosso dei caselli e i palazzi diroccati per lungo tempo in viale Montello, come mele marce, hanno lasciato il segno nel corso del tempo.

Oggi al posto delle case diroccate è stato creato un giardinetto condiviso (dedicato a Lea Garofalo) e al posto del distributore di benzina un buco da riempire.

I caselli ex-dazio sono stati concessi ad associazioni culturali, come il Circolo Combattenti e gli Alpini, ma come immaginabile, la sciatteria ha avuto la meglio e oggi sembrano circondati da baracche di fortuna seppur caratteristiche e che ricordano un po’ la Milano d’un tempo.

L’arrivo nel 2015 del palazzo Feltrinelli, progettato dal duo svizzero Herzog & de Meuron, ha sollevato solo il polverone. Qui vi era un vivaio, ricavato anch’esso in maniera arbitraria tra i ruderi lasciati per troppo tempo.

A breve dovrebbe, come abbiamo visto, partire finalmente il cantiere per il giardino di viale Crispi e successivamente venire assegnato il cantiere per la costruzione della seconda parte del progetto di Herzog & de Meuron, la piramide bis, più piccola da contrapporre a quella già realizzata lungo viale Pasubio. Questa porterebbe anche la riqualificazione dell’area circostante, forse una delle più degradate di Milano.

Un dibattito tra i cittadini sta però incendiando gli animi: chi si oppone alla cosiddetta Piramide bis e chi invece la vorrebbe realizzata.

ViviSarpi che ha lanciato online il sondaggio a favore della Feltrinelli Bis, ha visto trionfare i «Sì» tra i 523 che hanno votato, mentre il comitato di cittadini ha raccolto più di 1300 firme per fermare la costruzione dell’edificio piramidale e realizzare, al suo posto, un giardinetto.

Che si guardi alle percentuali o alle firme, comunque ora la questione si fa incandescente.

Intanto il Comune sta realizzando le ciclabili (a singhiozzo e discutibili) in piazzale Baiamonti e via Ceresio, in maniera autonoma, senza aver preso in considerazione un progetto che includa l’intero piazzale e l’intero incrocio.

Così si è aggiunto altro caos ad una situazione già compromessa.

Possibile che il Comune non riesca e non sia riuscito, in tutti questi anni, a pensare ad un progetto che includa tutta l’area attorno ai due caselli?

Un progetto che riqualifichi viale Pasubio, piazzale Baiamonti, i due vecchi caselli, viale Montello e viale Bastioni di Porta Volta, i giardini di viale Crispi e il giardino condiviso?

Noi avremmo fatto altre scelte sin dall’inizio.

Ad esempio non avremmo permesso che il palazzone Feltrinelli arrivasse sino a pochi metri dai vecchi caselli, ma avremmo lasciato più aria tra le due strutture; avremmo ridisegnato l’intero piazzale Baiamonti, rimuovendo tutti i binari inutilizzati, eliminando tutte quelle distese di catrame e aumentando il verde in piazza.

Avremmo rimosso il parcheggio di viale bastioni di Porta Volta, alberandolo e rendendolo più simile a viale Crispi.

Avremmo permesso la costruzione del secondo palazzo Feltrinelli.

Avremmo restaurato i due caselli e rimossi i muri ricoperti da cartelloni pubblicitari.

Avremmo ridisegnato il giardino Lea Garofalo, mettendolo in sicurezza (ci sono ancora i muri dei vecchi palazzi, secondo noi un po’ pericolanti) e magari inserendo anche un area giochi per i bambini. Per ultimo, anche viale Pasubio lo avremmo riqualificato alberandolo su di un lato (pare sia in progetto).

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

17 commenti su “Milano | Porta Volta – Il pasticciaccio di piazzale Baiamonti”

  1. a titolo di precisazione, il piazzale è rimasto nel limbo per diversi anni in quanto nel PRG del 1953 era previsto che vi passasse la sopraelevata da viale zara verso corso sempione (altri buchi che questo incompiuto progetto si è lasciato dietro sono ad esempio l’allargamento di via cesariano presso via canonica -con demolizione della vecchia chiesa della ss.trinità- e il cavalcavia bussa che inizia e finisce nel nulla)

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  2. Qui si vede la differenza tra chi ne capisce di urbanistica e chi invece ci ritroviamo a governala.
    Voi dovreste essere al posto di Maran e Granelli.

    Il problema di quei due e di questa giunta è che vogliono far vedere che hanno fatto qualcosa e allora fanno le cose a pezzi senza considerare tutto nell’insieme, perchè, a loro dire, non ci sono i sodi.
    I soldi ci sono, basta far pagare 0,50 cent tutti gli automobilisti non residenti e vedi come riqualifichi tutto….E non aumentare il bilgietto dell’atm ai residenti.

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    • Non è che quelli che c’erano prima fossero laureati in urbanistica al politecnico, comunque…

      tant’è che questa, come molte altre zone centralissime di Milano, sono in stato indecoroso da almeno 40 anni (io piazzale Baiamonti me lo ricordo così da sempre, e non sono proprio di primo pelo…)

      smettiamola di fare i soliti italioti che banalizzano sempre la questione in forma questi qua-quelli là…

      qui c’è un problema di cultura urbanistica (o della sua mancanza) che è generalizzato e riguarda tutti e non solo a Milano, ma in tutta Italia. Basta varcare il confine (uno qualsiasi) per vedere la differenza.

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        • beh, se tu la differenza non la noti, o hai i paraocchi o non hai mai messo piede oltre Ponte Chiasso.

          Comunque per anni ho vissuto a Londra (Islington) e a Boston (Jamaica Plains) quindi, a differenza di te, parlo sapendo di cosa sto parlando.

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      • Forse non lo sai ma city life e porta nuova garibaldi e darsena, i luogi dove si sono utilizzati dei criteri urbanistici seri, e non da paesino di provincia, sono stati decisi e progettati da quelli là cioè quelli prima di questi 8 anni di nulla cosmico, dove i rendering sono di più delle opere realizzate.
        Quando riusciranno a mettere un po’ di alberi in centro e a definire che fare degli scali ferroviari possiamo parlare, ma fino a quando pensano a sistemare le piazzettine senza guardare le cose nell’insieme, siamo fuori strada.

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        • Beh tra 10 anni saremo qui a parlare dei nuovi svluppi nellle aree ferroviarie dismesse, in piazza d’armi, ecc ecc promossi da QUESTA giunta e magari ci sarà una giunta di colore diverso a prendersene il merito… è una ruota che gira, come dicevano i nostri nonni

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        • Intanto, sistema una piazzettina qua, sistema una piazzettina là, sono state risolte tantissime situazioni indecenti che andavano avanti da 40-50 anni, come piazza Missori, piazza Mentana….

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          • Che piazza Missori sia “risolta” è un po’ esagerato…
            Diciamo che ci son stati spesi un po’ dei soldi di Expo per renderla meno atroce..

  3. Si tratta del classico esempio di come anche il centro di Milano necessiti in numerose di grossi interventi di riqualificazione non solo per un motivo estetico ma anche per garantire una migliore qualità della vita ai suoi residenti.

    Non fraintendetemi, capisco che le periferie abbiano bisogno di essere qualificate ma per favore non dimentichiamo il bisognoso centro città che veramente in alcune aree grida vendetta. In poche parole, meno propaganda politica e più fatti concreti che possano realmente beneficiare la città.

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    • pianamente d’accordo, quando il sindaco parla di periferie dimostra di non conoscere appieno la città, è vero che vi sono periferie profondamente degradate ma è altrettanto vero che ve ne sono anche di molto ordinate e dignitose dove si vive meglio che in centro città;come detto molte zone centrali e semicentrali versano in uno stato pietoso di degrado e scarsa attenzione, vuoi per l’inciviltà delle persone, vuoi per mancati interventi migliorativi non fatti nel corso degli anni o risultato di stratificazioni di interventi urbanistici scellerati e approssimativi realizzati senza alcuna pianificazione;
      le colpe di questi scempi sono certamente da ascrivere a chi ha governato la città negli anni passati, giunte di dx e sx, ma non deve essere oggi un alibi per incolpare questo o quel sindaco di tali obbrobri; apprezzabile l’impegno profuso per i progetti prossimi venturi di riqualificazione di piazze e scali ferroviari, ma non basta, non vedo ancora quella determinazione e concretezza che invece servirebbero.

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    • Esatto.

      Piazzale Baiamonti non ha nulla da farsi invidiare dalla periferia.
      Uno schifo tale difficile trovarlo anche sotto i cavalcavia della peggior periferia milanese…

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  4. qui mi pare che manchi la comprensione di un punto fondamentale. in urbanistica le politiche delle giunte di centrosinistra sono state (giustamente) in continuità con le precedenti giunte, nel senso di uno sviluppo economicamente redditizio affiancato a progettazione di livello internazionale. quanto iniziato da Albertini con Porta Nuova e Citylife, portato avanti da Moratti (che infatti su questo non prestava il fianco a critiche) è poi proseguito con Pisapia (il rinnovamento della Darsena è suo) e oggi con Sala, con gli scali ferroviari e la piazza d’armi.

    quello che è cambiato sono dettagli (pensiamo ad esempio all’annullamento del parcheggio in piazzale Lavater e del parcheggio sotto la Darsena) che tuttavia non cambiano il quadro complessivo. Si noti anche come da Albertini in poi anche nei momenti in cui le maggioranze in comune/provincia/regione non sono state coincidenti, è perdurata la collaborazione istituzionale fra questi enti.

    il problema di piazzale Baiamonti, come scrivevo in un commento che non è apparso, è determinato dal PRG del 1953 che prevedeva una soprelevata di collegamento fra viale Zara e corso Sempione che doveva tagliare in diagonale proprio questa piazza, rimasta quindi immobile al pari delle aree centrali della “racchetta”. come quelle sono andate risolvendosi nel tempo, ho fiducia che vedremo dei miglioramenti anche qui.

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  5. che un luogo così vicino al monumentale (sia chiaro non è che un intervento urbanistico di riqualificazione debba essere fatto solo in prossimità di monumenti o luoghi storici) e prossimo se non ormai considerato centro, sia così lasciato senza capo ne coda, nonostante sia stato adiacente a numerosi cantieri di riqualificazione urbana.
    E comunque sarebbe veramente ora, e direi che i soliti comitati cittadini che lascerebbero tutto così per non toccare un fazzoletto di verde (per altro ampiamente recuperato se non potenziato con il parchetto viale crispi)
    hanno rotto. erano gli stessi che si “incatenavano” al “boschetto delle varesine” per bloccare la riqualificazione di porta nuova, pensa che cecità.

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