Milano | Mind: a che punto siamo ad ottobre 2020?

A cinque anni dalla fine di Expo 2015, siamo tornati a vedere come procedono i lavori di MIND – Milano Innovation District – la nuova grande sfida della nostra città.

L’area MIND che nel 2015 ospitò l’Esposizione Universale Milano 2015 (posto tra Cascina Merlata, Roserio e Fiera Rho) sta cambiando volto. 

Adesso è Lendlease, lo sviluppatore immobiliare chiamato a ridisegnare l’area (oltre un milione di metri quadri, cinque volte Porta Nuova) a dare, insieme ad Arexpo, la spinta decisiva per rendere MIND il più grande distretto dell’innovazione pubblico e privato italiano, al livello delle migliori eccellenze internazionali. 

I primi segni si sono già visti con la costruzione del Nuovo Ospedale Galeazzi, arrivato al sedicesimo piano, e con i lavori per i nuovi laboratori attorno a Palazzo Italia, la sede della Fondazione Human Technopole completamente rifunzionalizzata in questi anni. 

Le aree in cui è stato diviso il sito sono sostanzialmente tre:

West Gate: in quest’area si sta già costruendo il nuovo Galeazzi, alto più di 90 metri e disegnato da Binini & Partner. Manca davvero poco a raggiungere il tetto, mente nell’imponente base si stanno posando già le enormi vetrate. Quest’area sarà la prima a vedere i grandi cantieri e sono già stati individuati gli architetti che disegneranno i vari edifici. L’idea progettuale è quella di un insediamento urbano che ricordi le tipologie edilizie della città di Milano, infatti nessuno di questi edifici supererà in altezza l’ospedale Galeazzi.

Green Heart: è l’area dove sorgeranno i Grandi Parchi del Cibo e della Salute e del Decumano, in continuità con l’area del West Gate. Qui si è già insediato Human Technopole, il centro di ricerca voluto come volano per quest’area e che con il completamento di Palazzo Italia e dei primi laboratori, già nella primavera del 2021 vedrà all’opera qualche centinaio di studiosi. A Palazzo Italia verrà affiancato un nuovo bellissimo edificio, progettato da Piuarch e che darà maggior respiro a questa importantissima realtà nata sulle ceneri di Expo.

Knowledge Hub: qui si insedieranno il campus della Statale (l’annuncio è previsto per novembre 2020) e la maggior parte delle strutture sportive e culturali, inserite nel contesto del Parco dello Sport e dell’Intrattenimento. La collina mediterranea è rimasta e verrà inglobata nel progetto del Parco Verde e Blu, insieme al sistema esistente dei canali che circondava il sito, ancora in ottimo stato, e che verrà il più possibile ampliato verso il centro dell’area, creando così un dialogo più forte tra verde e acqua.

Sono e saranno ancora ben visibili il Cardo e il Decumano, anche se solo parte delle strutture che sostenevano gli ampi velabri saranno mantenute, che, attraverso il sistema verde dei Grandi Parchi, si allargheranno verso il centro delle aree di sviluppo private. 

Si sta pensando come rifunzionalizzare l’Albero della Vita, destinato a rimanere in sito e come ripensare l’Open Theatre che si trova vicino alla futura stazione ferroviaria di Cascina Merlata e che fungerà da ponte con l’altro grande progetto di sviluppo portato avanti da Euromilano.

E’ stato davvero emozionante rientrare in questo enorme spazio che per 6 mesi è stata la casa di praticamente tutti i milanesi e la cosa che più è balzata agli occhi è l’ordine e la cura con cui sono state mantenute le strutture, anche quelle per le quali è prevista la demolizione. Già arrivando dalla stazione si vede che tutto è in ordine e che si è cercato di evitare quel senso si degrado che spesso riempie le zone in via di trasformazione.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

18 commenti su “Milano | Mind: a che punto siamo ad ottobre 2020?”

  1. Io lo sposterei nello scalo romana, posizionandolo al centro di un parco/giardino appositamente realizzato. Lo attiverei una volta a settimana.

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  2. Cardo e decumano diverranno fondamentali per quest’area Mediolanense del 3° millennio. lascerei l’albero della vita dove si trova ora. Invece invito tutti coloro che seguono la pagina di Urban File a valutare una diversa collocazione del cavallo di Leonardo, donato con tanto amore verso la citta di Milano e ora relegato all’Ippodromo. Ebbene con uno sforzo di immaginazione proviamo a pensare ad una piazza podio, oppure anche ad un podio verde o ipogeo, che sia fulcro del nuovo quartiere che si andrà formando a Porta Romana. In mezzo a questa piazza si posizioni il cavallo leonardesco in modo sapiente, che consenta visioni prospettiche “neo-rinascimentali”. Renderemo giustizia alla fusione di un cavallo in bronzo più grande del mondo, La porta che indicava la strada verso Roma avrà un nuovo fulcro; prestigioso motore di creatività milanese nella zona di futura dedizione alla creatività.

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    • D’accordissimo con te! Il.cavallo la dove e’ ora non ha senso, e fuori da qualsiasi “rotta” turistica! Ci vorrebbe cosi poco….

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  3. L’albero della vita come il Cavallo di Leonardo andrebbe spostato in una zona centrale di Milano ed acceso una volta al giorno come attrazione turistica. Abbandonato li lontano da tutto e tutti è un vero spreco.

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    • e se la piantassimo di mettere tutto in centro e iniziassimo ad investire perché anche il turismo si spinga in altri quartieri? Casomai il problema sarà cosa affiancare all’albero della vita perché un turista (locale o di altra regione o straniero) si senta invogliato ad andare a MIND. Problema comune ad altre città dove i monumenti simbolo sono isolati (ad esempio Atomium di Bruxelles)

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      • Ma secondo te veramente un gruppo di turisti che viene a Milano magari per il week-end si fa 30 minuto di metro ad andare e 30 minuti a tornare per vedere l’albero della vita ? Non ho parole di come ragiona certa gente…
        Mettiamo prima a posto il centro e quando dico a posto intendo una città ricca di simboli iconici da visitare e che magari possono diventare il nostro biglietto da visita nel l’ondo come lo è la torre Eiffel a Parigi. Una volta sistemato il centro provvederemo a spingere il turismo o in altre zone. Milano è una cotta interessante, ma tornando con i piedi per terra, non è né Londra o Parigi che comunque meritano un soggiorno di ben più di un weekend per visitare i diversi quartieri di interesse turistico

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        • no, probabilmente tanti non lo farebbero (anche perché l’albero della vita non è un granché come attrazione). ma tanti altri sì. io sono uno di quelli, sono uno di quei curiosi che per vedere qualche piccola attrazione nascosta, o poco turistica, si fa anche un’ora a piedi o un’ora di mezzi pubblici. forse alcuni luoghi o punti di interesse isolati potrebbero essere resi più attraenti con l’aggiunta di altre opere, di servizi, o di zone verdi…
          il punto però, non è il nostro albero della vita. il punto è che è davvero necessario valorizzare le zone al di fuori del centro. i centri città sono pieni di attrazioni, le zone esterne no, molte di queste sono in fase di riqualificazione, sono poco vissute, ed è giusto che ricevano attenzione e che diventino man mano nuovi poli di interesse

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  4. Il Galeazzi veramente brutto però, sembra uno di quei catafalchi anni Ottanta di Ligresti. Speriamo che il resto dell’area veda sorgere edifici di maggior pregio architettonico e un po’ più contemporanei nella filosofia (meno pesanti, più innovativi non solo nelel forme ma nelle tecniche e nei materiali edilizi).

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