Milano | Porta Vigentina – Quadronno: un quartiere ricco d’architettura residenziale

Racchiuso in un quadrato tra le zone di Crocetta, Porta Vigentina e Porta Lodovica, si trova il quartiere del Quadronno.

Le vie del quartiere sono: via Quadronno, via Carlo Crivelli, Piazza Andrea Ferrari, Via Mercalli, parte di via San Martino, Via Santa Lucia, via San Francesco d’Assisi, via Bianca di Savoia, via Anelli e via Gaetano Pini.

La zona, fino all’inizio del 1900 rimase a campi coltivati, come il vicino quartiere degli Orti, fungendo nel corso del tempo come riserva di ortaggi protetta all’interno delle mura.

Il quartiere prende nome dalla via che lo attraversa, strada che in origine cominciava da Corso di San Celso (Corso Italia) e zigzagando scendeva sino a Corso di Porta Vigentina. Oggi accorciata da via San Francesco.

Il nome “Quadronno” lo si trova in due documenti del 1170 e del 1182 conservati nell’abbazia di Chiaravalle, dove si fa cenno di nomi Cadronno e Cadrionno, conosciuti anche nelle varianti Calletrono e Calledrono. Per quanto controverso, il toponimo storico-confermato con delibera comunale del 13 settembre 1865 -sembra che sia da far risalire a una corruzione popolare dell’espressione “casa d’Aurora“, antica indicazione di proprietà, ricollegabile probabilmente allo scomparso complesso conventuale di origine longobarda di Santa Maria d’Aurora – via Monte di pietà-. Anche in questo caso non mancano le voci discordanti: il Fumagalli nelle vicende di Milano, chiama questa una ridicola storpiatura. In origine questa contrada chiamavasi Cadelono (Sonzogno, 1848). Secondo altre fonti ancora, la lunga via è una delle più antiche contrade di Milano, deriverebbe il nome dal tracciato di uno scomparso corso d’acqua chiamato Codrono, che scorreva presso la vicina basilica di San Celso.

L’istituto Marchiondi, successivamente Marchiondi Spagliardi, venne fondato nell’Ottocento, con la finalità di educare i ragazzi “difficili”, di fornire loro, e ai figli provenienti di famiglie disagiate, un minimo di formazione scolastica e professionale.

Tra i suoi allievi dell’epoca più famosi ci fu il pittore Giovanni Segantini.

L’edificio originario, a pianta esagonale, ricopriva una vasta area centrale in via Quadronno al 26, dietro piazza Cardinal Ferrari. Durante la Seconda Guerra Mondiale venne colpito duramente dai bombardamenti riducendolo in macerie. Così, dopo nel dopoguerra l’istituto venne spostato a Baggio e l’area venne riqualificata e destinata all’edificazione residenziale, al suo posto oggi vi è il Giardino Oriana Fallaci e uno dei più bei palazzi di Milano (secondo noi), via Quadronno 24, progetto di Mangiarotti.

Capolavoro architettonico del Novecento, secondo noi è senza alcun dubbio via Quadronno 24 progettato da Angelo Mangiarotti e Bruno Morassutti nel 1959-1960, che assieme al palazzo di via Crivelli 15, realizzato nel 1968/69, formano una stupenda quinta al piccolo giardino Oriana Fallaci che rimane così moderno e vivibile.

Presenza importante del quartiere è senza alcun dubbio l’Azienda Ospedaliera Istituto Ortopedico Gaetano Pini.

La scuola ortopedica milanese nasce nel 1874, quando il medico Gaetano Pini fonda l’Associazione per la Scuola dei Rachitici per la cura dei tanti bambini affetti in quell’epoca da rachitismo. Ben presto si affiancano alla scuola un ambulatorio diretto dal medico Pietro Panzeri e un’officina ortopedica che studia e costruisce apparecchi per permettere ai bambini di muoversi e camminare.

Nel 1884 viene costruito un nuovo edificio: l’area è la stessa attualmente occupata dal Monoblocco A dell’odierno Presidio Ospedaliero Pini. La struttura, sita nel pieno centro di Milano, si afferma velocemente come la più prestigiosa struttura ortopedica in Italia, in grado di poter accogliere anche pazienti adulti.

Negli anni 1914-1915 viene costruito il Rifugio di viale Monza a Gorla, Sezione Fisioterapica destinata all’attività riabilitativa e diventata nel tempo sede del Dipartimento di Medicina Fisica e Riabilitazione, fiore all’occhiello dell’ASST Gaetano Pini-CTO.

Attraverso la cura e la ricerca, dalla Scuola per bambini rachitici alla costituzione di un ospedale, dalle prime tecniche radiologiche alle più sofisticate tecniche di imaging, dalle sale operatorie convenzionali alla robotica, il Gaetano Pini diviene un ospedale modernissimo e all’avanguardia nelle tecnologie di settore, che a tutt’oggi è centro d’eccellenza a livello nazionale.

Uno degli edifici affaccia su piazza Ferrari al civico 1, realizzato sul finire degli anni Venti e primi anni Trenta in un lezioso stile eclettico molto essenziale, quasi déco.

Domina la struttura il padiglione costruito negli anni Novanta, onestamente uno dei più brutti palazzi di Milano secondo il nostro modesto parere.

Sempre in via Quadronno si trova confinate la Clinica la Madonnina, in via Quadronno progettata da Ermenegildo Soncini nel 1959.

Le architetture in zona sono, visto lo sviluppo immobiliare avvenuto a partire dall’inizio del XX Secolo, abbastanza omogenee e mixate con interventi moderni realizzati soprattutto a partire dagli anni Cinquanta in poi.

Qui si trova anche uno degli edifici storici del gruppo delle Marcelline. Fondato nel 1854 l’Istituto Marcelline di via Quadronno vanta una lunga tradizione scolastica e formativa che si alimenta della passione educativa propria delle Marcelline.

Via Quadronno:

Via Bianca di Savoia:

Qui segnaliamo la bellissima casa al civico 12, ridondante di decorazioni assiro-babilonesi, tra il dèco e il liberty, realizzata nel 1920

Via Crivelli: elegante strada cittadina dove molte case presentano un piccolo giardino fronte strada che rende l’insieme armonioso e molto bello. Segnaliamo il lato di via Crivelli 15 e 9 progettato dal gruppo di architetti: Carlo Perogalli, Attilio Mariani, 1955.

Altra meraviglia in zona è il condominio di via Crivelli 20 progettata da Vittorio Morasso nel 1959. Un complesso residenziale composto da due ali unite da un corpo più basso, separati da un piccolo giardino condominiale. 7 piani in totale ma che dalla strada incombono con discrezione grazie ad una serie di terrazze digradanti verso l’alto. Bellissimo l’atrio preceduto da due aiuole e una piccola scalinata.

Massiccio e molto bello il palazzo posto ad angolo all’imbocco di via Crivelli al 2, realizzata sul finire degli anni Trenta e dotata di una facciata monumentale compresa di cinque statue.

Passiamo alla vicina via Luigi Anelli, dove al numero 9 si trova il bellissimo Condominio progettato da Giancarlo Malchiodi nel 1955 – 1957. Quest’edificio dal doppio fronte è posto d’angolo fra due vie, Anelli e Crivelli. Quasi si trattasse di due edifici differenti, il progettista decise di non risolvere il ‘problema dell’angolo’ ma di trattare i due lati in maniera assolutamente differenziata. La facciata su via Anelli è quasi piatta, priva di aggetti – se si esclude una porzione del penultimo piano e dell’attico – rivestita in tessere di ceramica martellate color bianco avorio e forata da un’alternanza composta di finestre quadrangolari e porte-finestre dal parapetto in metallo nero e vetro; uniche eccezioni il taglio segnato dalla colonna di grandi vetrate che segue in asse l’unico ingresso. Mentre la facciata su via Crivelli è caratterizzata da un sistema a loggiato aggettante sottolineato dalla presenza di una struttura di montanti sottili in metallo nero che corre verticalmente lungo l’intero fronte reggendo il parapetto in vetro temperato che, al penultimo piano, si ricompone a bow-window permettendo l’allargamento del soggiorno di quell’appartamento.

Anche il palazzo adiacente in via Anelli 7 di Giancarlo Malchiodi.

Tra il 1954 e il 1957, lo stesso progettista si trova a realizzare ben tre diversi interventi lungo la stessa via, rispettivamente ai civici 13, 7 e 9.

Al civico 15 si trova invece l’edificio per abitazioni di Guido Maffezzoli e Gianfranco Pellegrini del 1955. Via Anelli si trova nell’area connotata dalla presenza di condomini signorili prevalentemente moderni. Completamente ricoperto da rampicanti.

Via Santa Lucia, dove sullo sfondo si vedono sia la torre Velasca che il Duomo.

Via S. Francesco D’Assisi, altra carrellata di belle costruzioni tutte eleganti e degli anni Cinquanta e Sessanta.

A breve il palazzo del primo Novecento e un po’ derelitto di via San Martino 15 verrà demolito per un nuovo progetto residenziale denominato Quindes.

In Via Mercalli troviamo altri edifici sempre del Novecento.

Anzitutto colpisce per l’architettura la Clinica Capitanio (1949-1950) in via Mercalli 30 realizzata dai fratelli Ermenegildo ed Eugenio Soncini.

Mentre di fronte si trova il palazzone del Pensionato Cardinale Ferrari, via Mercalli 9 realizzato nel secondo decennio del Novecento in un grazioso stile eclettico. L’Opera Cardinal Ferrari dovrebbe trasformarlo e riqualificarlo, ma per il momento è ancora tutto fermo.

Altra via molto elegante, senza alcun dubbio, è via San Martino, proseguimento devia Crivelli. Delizioso il palazzo eclettico al civico 17, così come quello liberty al civico 21.

Certo che il vasto incrocio tra le vie San Martino, Crivelli e Bianca di Savoia potrebbe ospitare un’aiuola centrale, magari anche alberata.

Concludiamo il nostro giro nel quartiere spingendoci sino a via Giuseppe Vigoni 13, oramai a Porta Lodovica, quasi presso la Basilica di Santa Maria dei Miracoli e San Celso. L’edificio per abitazioni è un gioiellino di Luigi Caccia Dominioni, si sviluppa per sette piani fuori terra, corredati da un livello semi-interrato e uno completamente interrato. Il fronte principale è caratterizzato dalla presenza di terrazze lunghe che si fondono con una coppia di bow-window asimmetrici, che si rivolgono grazie al taglio diagonale in direzione della chiesa di San Celso, elemento di spicco del contesto con cui il progetto cerca un legame.

Sempre nelle vicinanze si trova un’angolo veramente grazioso di Milano; la via Vigoni si incrocia con via Aldo Lusardi formando una piazzetta senza nome dove si trova il giardinetto dedicato a Enzo Biagi.

Fonte: Le Strade di Milano – Newton Periodici; Lombardia Beni Culturali; Regione Lombardia, Presidio Ospedaliero Gaetano Pini.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

5 commenti su “Milano | Porta Vigentina – Quadronno: un quartiere ricco d’architettura residenziale”

  1. Il Palazzo di via san martino 15 non deve essere demolito..!!!!! Ancora si crede di poter fare a meno di questi palazzi di ringhiera? Dov’è le belle arti?

    Rispondi
  2. Il Palazzo di via san martino 15 non deve essere demolito..!!!!! Ancora si crede di poter fare a meno di questi palazzi di ringhiera? Dov’è le belle arti?

    Rispondi
  3. Trovo ripugnante la demolizione dell’edificio di via San Martino 15, che poteva benissimo essere recuperato mantenendo così una traccia storica nel quartiere.

    Rispondi
  4. Avrei una piccola osservazione relativa a questo ma anche ad altri articoli pubblicati… non è che se un palazzo è stato costruito negli anni 90 e con lo stile degli anni 90 allora è automaticamente brutto… tra 20 anni saremo probabilmente tutti qui a dire quanto è bello lo stile dell’ultimo decennio del 900 (come improvvisamente stiamo facendo per gli edifici anni 70 che schifavamo fino a ieri..) ogni epoca ha uno stile che andrebbe capito e valorizzato..

    Rispondi

Lascia un commento