Milano | Carrobbio – L’hotel Ariston, il Comune e la torre romana

Al Carrobbio è stata completata la riqualificazione del palazzo dell’Hotel Ariston che affaccia proprio sul largo posto al crocicchio tra l’area delle Cinque Vie, Via Torino e le Colonne di San Lorenzo. L’edificio, assieme al dirimpettaio (via Medici 2), forma l’iconico aspetto del Carrobbio, quello di due edifici sorti nel dopoguerra che ricordano due antiche torri medievali (forse un accenno alla storica Porta Ticinensis, di epoca romana qui presente un tempo). Questo perché rivestite in mattoncini rossi (una più rossa e moderna dell’altra a dire il vero).

Il progetto per l’ampliamento è dell’Architetto Filippo Maria Calderazzi del gruppo G6 | ARCHITETTURA (Gherardini6). Mentre gli interni sono curati dall’Arch. Coriglione e dell’Arch. Barbara Bartocci.

L’intervento esteriormente ha visto la riparazione delle facciate e la realizzazione di un ulteriore piano panoramico sul terrazzo del 9° piano.

Qui il lato da via Medici .

Dobbiamo dire un bell’intervento, che sarebbe bello venisse replicato al palazzo vicino e gemello, così da pareggiare le altezze e “ripulirle” da ogni orpello aggiunto in sommità.

Finalmente davanti all’Hotel è stato eliminato il brutto parcheggio e al suo posto è stato creato un parterre decente, rivestito in pietra con l’inserimento di fioriere e sedute per i clienti dell’hotel. Peccato che, come al solito, spesso privati, Comune, Sovrintendenza e buon senso, naufraghino in incomprensibili soluzioni. Soprattutto la Sovrintendenza che interviene spesso dove non dovrebbe e si nega in altre occasioni, come in questo caso.

Ci riferiamo al contesto, ovvero che dietro la piccola e inutile casetta ci sia una delle torri di Milano più antiche, facente parte delle mura di cinta della Mediolanum Imperiale, non lontana dall’antica Porta Ticinesi. Insomma un reperto antico in una città che avrebbe fame di ritrovare la sua antica storia, ma che se ne dimentica sempre.

Largo Carrobbio è uno “schifo” come si vede, e il Comune non ha mai, mai provato a pensare ad una sua riqualificazione.

Non sarebbe buona cosa che, chi di dovere, acquistasse il piccolo immobile, alquanto brutto, di largo Carrobbio 4 (quello che cela sul retro l’antica torre) e lo demolisse per mettere in risalto l’antico manufatto? Magari sistemando anche la parete cieca del palazzo confinante eliminando quegli orrendi cartelloni pubblicitari?

Qui di seguito una mia elaborazione di come trasformerei largo Carrobbio mettendo in evidenza la torre medievale e inserendo un murale che riproducesse la torre con l’aspetto originario (piantando anche un po’ di alberi, magari i pioppi -Populus nigra “Italica” o Pioppo italico-). Qui un articolo sulla Mediolanum Imperiale e dove mostriamo l’antica Porta Ticinensis. Qui invece una descrizione dell’antico ponte romano qui rinvenuto durante degli scavi effettuati nel 1991.

Forse, come vogliamo sottolineare spesso, con poco, senza grandi elaborazioni architettoniche o chissà cos’altro, gli spazi pubblici potrebbero diventare molto più belli e vivibili. Come in questo caso, dove però, nonostante ci si trovi in pieno centro storico a due passi dalla Basilica di San Lorenzo e quella di Sant’Ambrogio, dal cuore dello shopping di via Torino, in zone fortemente visitate dai turisti, l’immagine che questi hanno è quella della solita sciatteria milanese. Per fortuna l’Hotel Ariston ha fatto la sua parte, sistemando e ordinando il vecchio spazio di loro proprietà.

Referenze immagini: Roberto Arsuffi

Caarrobbio, Colonne di San Lorenzo, Via Torino, via Medici, Arredo Urbano, Mediolanum, Archeologia, Sovrintendenza

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

3 commenti su “Milano | Carrobbio – L’hotel Ariston, il Comune e la torre romana”

  1. Ma se gran parte di Milano si trova in questo stato ci si abitua anche o no? Se ai milanesi va bene così, ovvero… stare nello schifo, sai cosa importa al comune.

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  2. Al di là dell’ampliamento del percorso pedonale, non è che lo squallore lo si risolve sempre mettendo in grafica degli alberi che per arrivare a quell’altezza e a quella fronda impiegano diversi anni, decenni. Insomma non fate anche voi del facile “illusionismo” che di render ne abbiamo abbastanza a Milano. Proponete progetti seri dato che, giustamente anche, ne invocate la titolarità (ad esser seri e rigorosi nella progettazione). Grazie

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