Milano | Porta Lodovica – Il piazzale sistemato con l’asfalto

Da qualche giorno il piazzale di Porta Lodovica è tornato percorribile in ogni senso. L’intervento durato qualche mese, ha visto il rinnovo dell’armamento delle rotaie e degli scambi delle linee tranviarie. Come abbiamo visto, e come annunciato ormai da anni, al posto dello storico pavé, i grandi masselli in pietra utilizzati prevalentemente dove si trovano i binari dei tram, è stato steso l’asfalto, più consono, così pare, per la mobilità moderna. Qui un nostro articolo che racconta la storia del pavé di Milano.

Naturalmente i masselli sono stati eliminati solo dove è stato effettuato l’intervento e quindi nelle parti non interessate, come ad esempio, dove viale Gian Galeazzo e viale Beatrice d’Este si incrociano con Corso Italia, possiamo ancora ammirare la vecchia pavimentazione.

Intervento che divide a metà i cittadini, quello della rimozione dei masselli, come abbiamo visto ormai da tempo. Chi vorrebbe mantenerli, chi li detesta e vede con piacere la loro rimozione. Noi sosteniamo che va bene la rimozione, ma vorremmo che le pietre venissero impiegate per dare lustro a contesti urbani storici, come avevamo già scritto nell’articolo del 2021.

Il problema però dell’asfalto reclamizzato tendente al rosso è che poi, come si vede dalle foto (tonalità impercettibile), col tempo rischia di sgretolarsi ai lati dei binari, risultando anche pericoloso, come abbiamo visto ad esempio in via Carlo Farini e viale Piave incrocio via Bixio.

Che dire poi dell’arredo urbano di piazzale di Porta Lodovica? Qui vi era il vecchio dazio, rimosso circa cent’anni or sono e al suo posto si trova oggi un brutto parcheggio. Come avevamo già sottolineato nel 2017, perché al posto di tutto quel cemento il Comune non provvede a piantare degli alberi, visto che come al solito si fa promotore del verde? Perché è così difficile?

Qui riportiamo l’idea, semplice, che prevederebbe il parcheggio com’è ora, ma con l’aggiunta di alberature, di modo da rendere più sopportabile tutto quel cemento che su questo lato della piazza regna.

Referenze immagini: Roberto Arsuffi

Porta Lodovica, Piazzale Porta Lodovica, Corso Italia, Viale Col di Lana, Tram, Binari, Riqualificazione, Viale Bligny

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

7 commenti su “Milano | Porta Lodovica – Il piazzale sistemato con l’asfalto”

  1. Togliere il pavè dalle strade principali e carrabili.

    Invece pedonalizzare e mettere il pavè nelle vie del centro o di interesse turistico/architettonico come per esempio corso Venezia. (ovviamente lasciare le ciclabili in asfalto che altrimenti la gente si ammazza, magari asfalto colorato.)

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  2. Togliere il pavè, ovunque.
    Solo i milanesi che non hanno mai vissuto all’estero possono amare una pavimentazione del genere: orrenda (perchè impossibile da manutenere adeguatamente), rumorosa e pericolosissima.

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    • Ho vissuto a Londra per 15 anni ed amo il pave’. Va più che bene nelle zone pedonali o anche marciapiedi. Molto più brutto l’asfalto che quando ci scavano e poi “aggiustano” i buchi viene.sempre una roba orrenda.
      D’accordissimo a toglierlo dalle ciclabili!

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  3. Ho vissuto a Londra per 15 anni ed amo il pave’. Va più che bene nelle zone pedonali o anche marciapiedi. Molto più brutto l’asfalto che quando ci scavano e poi “aggiustano” i buchi viene.sempre una roba orrenda.
    D’accordissimo a toglierlo dalle ciclabili!

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  4. Il pavè solo nei contesti storici? Discutibile ma prendendo per buono l’assunto, quali sarebbero, in tal caso, i contesti storici? Porta Lodovica non è forseun contesto storico? Il quartiere Stadera, antecedente alla Grande Guerra, non è un contesto storico? Togliere il pavé per mettere l’asfalto è da provinciali che pensano in questo modo di “modernizzare” la città solo perché la rendono uguale a tante altre. Non si rendono conto che il pavè, che a Milano è arrivato con l’Unità d’Italia, lo sviluppo industriale e l’assunzione del ruolo di capitale morale, è invece una delle cose per cui gli stranieri amano Milano e per le quali si capisce a prima vista di essere a Milano. Quella dei detrattori del pavè è’ lo stesso tipo di limitatezza mentale, pseudofunzionalista e pseudomodernista, che ha portato nel secolo scorso a interrare la Martesana e la Cerchia dei navigli. Eppure persino Marinetti, che da giovane voleva interrare il Canal Grande, con gli anni aveva capito che nulla invecchia più velocemente di ciò che è “moderno”.

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