Milano | Barona – Skydrop cambia e diventa TheTris

Ricordate il cantiere alla Barona, in zona M2 Famagosta, per la costruzione di un nuovo grattacielo, lo The Skydrop (goccia di cielo), il cui cantiere partito da più di un anno, pareva essersi fermato bruscamente quest’estate? Ecco la risposta: TheTris.

Cambio di nome e soprattutto cambio di progetto e progettista. Non più la vela che accoglieva chi arrivava dall’autostrada dei fiori, progettata da PRP Architettura, ma la palla è passata allo studio di Stefano Belingardi Clusoni – BE.ST.

Per ora non si hanno ulteriori notizie, nei prossimi giorni vedremo di avere più informazioni. Con ogni probabilità la torre supera i 100 metri e si sviluppa in tre moduli (da qui il nome), il primo di 8 piani, il secondo di 6 e il terzo di 4, il tutto dovrebbe avere 21/25 piani. Sicuramente un intervento che apprezziamo maggiormente anche perché i progetti dello studio di Stefano Belingardi ci piacciono molto, come abbiamo visto per Frame al Lorenteggio, in via Bisceglie, e Primo di piazza Fidia all’Isola.

Per ora non si sa se il nuovo edificio riprenderà da dove si era interrotto quello per la costruzione dello Skydrop. Cantiere che si era interrotto appunto nello scorso agosto.

Referenze immagini: Valter Repossi, Stefano Belingardi Clusoni – BE.ST

Barona, Moncucco, Famagosta, Via Giovanni Palatucci, Grattacielo, Skydrop, TheTris

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

55 commenti su “Milano | Barona – Skydrop cambia e diventa TheTris”

  1. Gli architetti milanesi sono privi d’ispirazione.
    Seguono le tendenze della realtà cittadina senza confrontarsi con gli architetti internazionali.

    Peccato per un giovane architetto come lui vedere questi progetti stile casermone milanese così squadrato e poco attuale rispetto le architetture contemporanee.

    Nel rendering di notte e con le luci colorate sembra tutto bello ma ….

    Rispondi
  2. Non entro nei meriti di architettura perché sono gusti personali degli architetti e dei cittadini. È vero che gli architetti a Milano non si sono mai espressi con qualche novità o progetto concorrenziale. Resto in merito al luogo ed al senso del progetto. Poiché vivo a poco più di 100 metri dal cantiere, ho visto e sentito che con il supermercato (non faccio il nome, inaugurato 2 anni fa) doveva sorgere il nuovo parking atm Famagosta su multi piano. Progetto bocciato perché proprio sotto passa la M2 per Assago e piazza Abbiategrasso. Quindi era comparso il rendering di un parco bosco, poi bocciato perché sotto passa la M2. Fare il grattacielo va bene se sotto passa la M2.? Chiedo perché non sono architetto, ingegnere, geometra e magari qualcuno potrà darmi una spiegazione. Circa il senso è noto come a Milano, dopo il via a City Life e Porta Garibaldi, han preso il volo un oceano di palazzi nuovi e altri “recuperati” da destinare ad uffici. Spesso Milano ha dato una risposta non positiva : rimasti vuoti oppure comer opere costruite dai Caltagirone o dai Ligresti, per dire 2 nomi, siano oggi oggetto conteso che non portano da nessuna parte a causa di leggi e controleggi. Non vedo tutta questa necessità di fare uffici se le grandi aziende, o multi nazionali, banche, colossi di vario genere stanno riducendo posti e dipendenti…

    Rispondi
    • Da punto di vista tecnico.

      Viene costruito su un terreno privato sotto il quale non passa la metropolitana.

      A confermarlo ci sono le fondazioni, tre piani interrati già costruiti e il primo piano già fuori terra.

      Dal punto di vista economico.

      Abbiamo tutti il diritto di provare a diventare più ricchi. Lavorando. Giocando d’azzardo. Affittando la seconda casa. Costruendo palazzi.

      Se riusciranno ad affittarlo, sarà perché presenta qualche vantaggio rispetto agli altri palazzi (che resteranno vuoti con danno economico per i proprietari) oppure perché tutti gli altri palazzi saranno occupa e c’è bisogno di spazi (con vantaggio economico per tutti).

      Se non riusciranno ad affittarlo, significa che hanno fatto male i conti, andranno in perdita e magari saranno costretti a venderlo per una cifra inferiore rispetto al costo di costruzione.

      È il rischio d’impresa.

      Rispondi
    • condivido appieno i suoi dubbi, invece che recuperare il vecchio e dismesso costruiamo costruiamo e poi costruiamo ancora…e poi ci lamentiamo della cementificazione.
      il verde i nostri grandi governanti non sanno veramente cosa sia. evviva.
      dopo 2-3 anni sarà vuoto come parte del grattacielo dell’Unicredit

      Rispondi
  3. Fantastico il grattacielo a fianco della tangenziale – letteralmente sulla tangenziale – Apri la finestra e ti becchi nuvole tossiche di pm 2.5 e pm 10. I polmoni ringraziano.

    Rispondi
  4. Non ho capito se è un edificio marrone oppure se è un espediente del renderista per provare a rendere “diverso” un normale edificio a vetri

    Rispondi
  5. Ma gli architetti milanesi non leggono le riviste di architettura?
    Cioè basta con le linee vecchie, dai!!!

    Che non credesse che con quei due tagli rialzati ha reso un palazzo brutto, moderno e attuale ???!

    Rispondi
  6. Che palle questi 4 sfigati depressi che non capiscono nulla di architettura e che si permettono di criticare il lavoro degli altri. Vorrei proprio vedere le vostre case tristi per sapere che vi credete di essere. Tipico degli italiani piangersi addosso. Che pena.

    Rispondi
  7. È un bel progetto !! Speriamo abbia una altezza minima di 110 metri !! E basta con queste lamentele senza senso !! È un progetto migliore di quello di prima !! Una volta costruito cambierete idea 🧐🙋

    Rispondi
  8. Qui sempre a gara a chi c’è l’ha più grosso ?

    Basta pensare all’altezza se il palazzo non è dei migliori, era meglio di 4 piani !

    Rispondi
  9. A suo favore giocano sicuramente i Render. Quelli del progetto precedente erano di bassa qualità.
    Le architetture squadrate anche se banali invecchiano più lentamente, ed inoltre l’equilibrio lo trovo raggiunto, perché a differenza dei parallelepipedi anni 80 qui c’e gioco tra pieni e vuoti.

    Rispondi
  10. Il progetto rivisto è un grave peggioramento del precedentre: tre grandi cassoni sovrapposti, grandi cubature senza un briciolo di valenza estetica. Era molto meglio il modello precedente.

    Rispondi
  11. Già il fatto di definire brutalista questo edificio che di brutalista non ha nulla la dice lunga sul grado di conoscenza della materia da parte degli architetti da poltrona.

    Forse, avendo altrettanta poca dimestichezza col vocabolario come con il tecnigrafo, pensano che brutalista sia parente di brutto, che però di T ne ha due.

    Al massimo, forse, lo si potrebbe definire International Style un po’ in ritardo.

    Il brutalismo, per la cronaca, è questa roba qua sotto, che come si vede è uno stile completamente diverso e che si caratterizza essenzialmente per lasciare a vista il cemento:

    https://it.wikipedia.org/wiki/Brutalismo#/media/File:Royal_National_Theatre_London_SouthBankCentre02.jpg

    Rispondi
    • Lei con che cosa le fa le strutture portanti? Con i pali di legno delle palafitte?

      Il cemento c’è in qualsiasi edificio contemporaneo, anche nel triste condominio dell’hinterland in cui con tutta probabilità vive lei.

      Se il cemento non è a vista NON È BRUTALISMO E PUNTO.

      Rispondi
  12. Essendo architetto a differenza di molti laureati su Wikipedia segnalo che valutare i rendering è un errore nel bene o nel male. Personalmente mi piaceva di più il rendering del progetto abortito ma come detto è piuttosto inutile valutare i rendering. Vi farei vedere il rendering fatto da un caro amico delle “vele di Scampia”, roba da andarci a vivere subito, poi la realtà è altra.
    Spero però che quei volumi vengano riempiti davvero e che magari facciano qualche parcheggio dato che in zona sono inesistenti se non per il parcheggio ATM che è full booked già alle 8/9 del mattino. Infine mi chiedo quale sia la necessità di costruire un edificio da cento metri di terziario in una zona dove mediamente non si va sopra il decimo piano…

    Rispondi
  13. Il problema di giocare con i “lego in vetro” è che comunque anche con tutte le tecnologie del caso riflettono il sole, vicino all’A7 sarà bello vedere gli automobilisti in coda farsi la lampada o tamponare qualcuno

    Rispondi
  14. Molto, molto più bello, elegante ed originale il primo progetto della vela. Questo è pesante e per nulla innovativo nel design. Spiace perchè me lo vedrò di fronte ogni giorno

    Rispondi
  15. Molto, molto più bello, elegante ed originale il primo progetto della vela. Questo è pesante e per nulla innovativo nel design. Spiace perchè me lo vedrò di fronte ogni giorno

    Rispondi
  16. E’ veramente orrendo. Il terminale in città della Milano Genova era uno dei pochi decenti, e sono riusciti a rovinarlo. Ma la volumetria dove l’hanno raccattata? Tutta colpa di questo osceno PGT

    Rispondi

Lascia un commento