Milano | Centro Storico – Il degrado di via dei Fabbri 

Quante volte ci debbo tornare? Troppe. Sto parlando di via dei Fabbri, antico vicolo snaturato dal dopoguerra in poi per una città più moderna che però ha reso la strada e l’area, forse, una delle più degradate del centro città..

Il Vicolo dei Fabbri in origine era una porzione dei tanti “Terraggi” che circondavano, dall’interno delle mura medioevali, la città di Milano. Una serie di stradine che si univano ad anello e fungevano di servizio per le mura difensive prima, poi per la cerchia dei navigli e oggi quasi ovunque stradine secondarie, ad eccezione di via della Spiga e pochi altri esempi. Esse sono in senso anti orario da Corso di Porta Venezia: via della Spiga, Via dell’Annunciata, via Terraggio (unica a mantenerne il nome), via Lanzone, via Caminadella, via dei Fabbri, via Pioppette, via Marziale, via Campo Lodigiano, per concludere con via Anselmo Ronchetti con via Santa Cecilia.

Via o vicolo dei Fabbri, è stato, come dicevamo, snaturato nel dopoguerra, ma già in programma di sparire negli anni Trenta.

Spesso la gente pensa alle periferie per attribuire lo stato di degrado ad una zona, ma questa, possiamo dirlo forte, è veramente e apparentmente abbandonata dal Comune, pur essendo in pieno centro città.

Unica speranza sarà la fine del cantiere per Gate Central, che dovrebbe mettere in comunicazione il vicolo con piazza San Lorenzo e l’area delle Colonne romane.

Attualmente il vicolo è suddiviso in due parti, una che parte da via Cesare Correnti e l’altra, a T, che parte da via De Amicis. Entrambe le porzioni sono a fondo cieco. Il mix è formato da varie tipologie di edifici, antichi e moderni miscelati senza senso. Ma la cosa peggiore è lo stato della strada, completamente dissestato da anni.

Per giunta si trova anche un edificio “moderno” in totale abbandono da decenni, via De Amicis 16. Anche qui nel corso del tempo si sono succedute varie proposte per una sua riqualificazione, anche se sempre rimaste nei cassetti.

L’immobile pare essere di proprietà di SEDES S.R.L. con sede in TORRE BOLDONE (BG), Sviluppo di progetti immobiliari senza costruzione.

Referenze immagini: Roberto Arsuffi

Porta Geova, Centro Storico, Porta Ticinese, Arredo Urbano, degrado, Via dei Fabbri, Vetra, Colonne di San Lorenzo

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

22 commenti su “Milano | Centro Storico – Il degrado di via dei Fabbri ”

  1. Tutta Milano ha bisogno di una grande campagna di ordine. Sosta selvaggia, verde, decoro, pulizia. Si, i politici devono fare di più. Ma anche noi cittadini non dobbiamo più accettare comportamenti arroganti e maleducati. Chi sporca paghi. Anche se butta mozziconi per terra. Il rispetto per il pubblico deve aumentare per finalmente diventare una città europea.

    Rispondi
  2. come al solito l’unica speranza per vedere zone riqualificate, strade e marciapiedi sistemati è di affidarsi agli operatori privati e ai loro oneri di urbanizzazione, per il resto Comune non pervenuto

    Rispondi
  3. La triste verità è che “Milano” e “degrado” sono sinonimi: che si tratti del centro o delle periferie, l’inerzia del Comune per i problemi più pressanti è evidente. Se poi aggiungiamo inquinamento, violenza, mancanza di verde e omicidi seriali dei quattro ruote, allora la crisi profonda della città acquista la sua piena visibilità. Preso atto che la Destra non farebbe certamente meglio – i disastri della Lega a livello regionale sono drammatici specie per quanto riguarda l’ambiente – resta il profondo rammarico per quanto poco sia riuscito a fare Sala e la sua squadra.

    Rispondi
    • Molto d’accordo con I commenti che mi hanno preceduto. Milano è andata a 100 all’ora come crescita di grattacieli, offerta di locali eccetera , a scapito della cura del territorio molto più simile al centro sud dalla quale è distante centinaia di chilometri che da Lugano dalla quale dista circa 70 chilometri. Mozziconi buttati per terra, bottiglie di birra abbandonate ovunque, bivacchi di ogni genere liberi di ubriacarsi iovunque, giorno e notte. È il regno del laissez-faire.. MULTE, MULTE SALATISSIME PER CHI DEGRADA E CHI NON LE PAGA (ESEMPIO NOMADI) che vengano trasformate in SERVIZI SOCIALI

      Rispondi
      • eh come no me li vedo proprio i nomadi che vanno a fare i servizi sociali nella casa di riposo di Cesano Boscone come il Signor B. (parlandone da vivo).

        Il giorno dopo la notifica spostano la roulotte in un altro campo magari abusivo, che ne so, a Padova o a Cuneo, e ciao.

        Inoltre ti sfugge un piccolo dettaglio: che per dare una multa ci deve essere un pubblico ufficiale che la eroga. A Milano ci sono più di 4.000 strade. Cosa facciamo, le facciamo pattugliare tutte H24? Anche una sola persona per via (che ovviamente non basterebbe), su 3 turni, fa 12 mila persone.

        Assumiamo 12 mila vigili per dare le multe a chi butta i mozziconi? Li paghi tu?

        Un po’ di realismo, santo dio.

        In Germania se butti una cartaccia per terra arriva un o una passante che ti dice di raccoglierla.

        E’ un problema CULTURALE, non di ordine pubblico. Finché non cambiamo mentalità noi cittadini, finché non ci sarà la cosiddetta “sanzione sociale” per chi si comporta così (ovvero, ti trattano come un paria) le gride manzoniane non servono a una beata mazza.

        Rispondi
    • Perchè la destra non avrebbe fatto meglio? Lo sfacelo massimo di Milano, il culmine, è rappresentato dalle giunte dei tangentomani, che di destra non erano, dopodichè, si è rimesso qualcosa in moto…

      Alla amministrazione Lega-Formentini, che definire di destra è comunque approssimativo, certamente non di sinistra, si devono cambiamenti come l’ ampliamento della pedonalizzazione del centro storico, che ha riportato, tra l’ altro, alla città un gioiello come via Dante, ma anche opere come la metrotramvia linea da Morivione al centro, con tanto di alberature e poi altre opere “eco”, come la corsia riservata 90-91, anche se compiuta in anni successivi.

      Negli anni seguenti, le giunte “non ” di sinistra hanno migliorato la situazione delle periferie; ad esempio, la zona degradata (molto…) del quartiere Calvairate/Insubria è stata totalmente riportata alla vivibilità e alla qualità del vivere, poi, regnante la “sinistra” nella stessa zona invece è stato consentito l’ espandersi del vergognoso “mercatino” multietnico dell’ usato (cioè roba rubata, come le biciclette…), una specie di inferno in terra di caos e lassismo istituzionale.

      Ma sono solo esempi, mica posso star qui a fare un sito web intero: sarebbe bello uscite dalle pregiudiziali ideologiche, nel giudicare un’ amministrazione. Purtroppo, è il gran guaio di Milano e dei suoi cittadini: il voto amministrativo ha una natura politica, non rivolta al bene della città, altrimenti l’ attuale amministrazione non esisterebbe.

      Rispondi
      • Sono ormai più vicino ai 60 che ai 50, ho vissuto tutta la vita a Milano fino all’anno scorso (me ne sono andato in mezzo al verde senza rimpianti), ma da che mi ricordo Milano è sempre stata così e, anzi, negli anni 70 e 80 era molto ma molto peggio. Consiglio agli smemorati di andarsi a guardare un po’ di foto e di rileggersi un po’ di titoli dei giornali dell’epoca.

        E’ un problema che ha radici lontane, è cominciato nel dopoguerra quando si è cominciato a guardare a Milano solo come a un posto dove lavorare per poi scappare al mare o in montagna non appena possibile.

        Negli ultimi 10-15 anni si è fatto molto con i nuovi progetti, ma continua a mancare una visione d’insieme e, soprattutto, un concetto della città come casa comune di cui prendersi cura senza aspettare sempre “lo statooooo… dov’è lo statoooooo”.

        Esempi banali: fino agli anni 60 ognuno si spazzava e lavava il proprio pezzo di marciapiede… adesso non lo fa (quasi) più nessuno e il risultato è questo orrendo catrame che sembra sempre sporco anche quando è pulito, perché perennemente impregnato di polveri.

        Se ognuno si pulisse la singola tag accanto al proprio portone (non certo uno sforzo da far venire l’ernia) non avremmo muri cosparsi di scritte di cui lamentarci in continuazione.

        Ho vissuto per un periodo a Boston, lì se per caso ti fanno una scritta sul muro e non la pulisci subito, non solo prendi la multa (esatto: TU prendi la multa), ma i vicini vengono a chiederti come mai non l’hai ancora pulita. Vengono perfino a dirti di tagliare il prato se hai l’erba troppo alta (in alcuni casi di degrado perfino l’intero isolato può essere multato).

        Prova a farlo in Italia…

        Rispondi
        • Prendendo spunto da quanto dice il lettore, non si può fare a meno di notare che oramai praticamente TUTTI i portinai, o custodi di palazzo, sono immigrati. Perchè costoro non puliscono più? A me pare che il regolamento comunale, o altra normativa che dir si voglia, preveda tuttora il lavaggio dello spazio antistante il portone condominiale. Se non vige più tale obbligo, sarebbe da sapere perchè.

          Rispondi
  4. Non ho ancora capito cosa e quanto è competenza del sindaco e cosa no… Di certo non è facile amministrare neanche al Nord, come diceva Zalone publica amministrazione equivale a posto fisso e basta.
    Ma qualcosa spero si possa fare perché in caso contrario siamo veramente destinati a fallire come nazione.
    Mancanza di manutenzione e mancanza di controllo per me sono le maggiori priorità.
    Basterebbe poi copiare da quello di buono che hanno fatto all’estero.
    Poi si può passare al resto.
    Di certo di tutti i turisti che passano da Milano non so poi quanto effettivamente abbiano una impressione positiva (a parte aperitivi in locali lussuosi e il giro delle boutique di alta moda).
    E meno male che in Italia l’arte c’è l’abbiamo gratis e non dobbiamo inventarci nulla…

    Rispondi
  5. Sono d’accordo con i commenti precedenti, tanti palazzoni a specchio, perchè sono girati molti soldi, il resto è degrado.
    Penso che l’amministrazione non sia proprio all’altezza, non solo i politici, anche i servizi tecnici,

    Rispondi
  6. Milano è diventata troppo grande e richiama tantissima gente. Quindi non ci sono solo i cittadini residenti ma le migliaia di persone che arrivano per lavoro o per svago da tutta la Lombardia e poi le migliaia di turisti. Il paragone con Lugano non sta in piedi. Lugano si deve confrontare con Como e Milano con Monaco

    Rispondi
  7. I borghesotti di una città piccola che si credeva grande metropoli internazionale quando diventa veramente una metropoli internazionale scoprono i problemi della complessità di essere una metropoli internazionale.

    Forse stanno meglio a Monza.
    Un piccolo borgo antico borghese.
    Problemi di crescita

    Rispondi
    • E’ evidente che non conosci la storia di Milano, passata e recente; basti pensare che Milano è stata la prima città in Europa, prima di Parigi, Londra o Berlino ad avere l’ illuminazione elettrica, per non parlare del ruolo che ha avuto nei secoli, come capitale di imperi e regni. Allora, come puoi capire, il problema di Milano non è il fatto di “scoprirsi” metropoli – lo è sempre stata – è l’ essere diventata, al contrario direi, una città turistica e per girovaghi da ogni parte del mondo, da capitale industriale e culturale che era. Il”problema” se lo possiamo definire così. è saper fare fronte a questa massa di frequentatori inedita per Milano e poi saper risolvere rapidamente le situazioni di degrado urbano, impresentabili ai turisti, ma per fare questo ci vogliono personaggi, amministratori, ben diversi dagli attuali.

      Rispondi
  8. Ossessione per il decoro di una comicità involontaria, di un occhio che si ferma sulle superfici, lontano anche solo dal sognare una città dove buongiorno vuol dire veramente buongiorno.
    Ma chissà..come direbbero Zavattini e De Sica: Miracolo a Milano!

    Rispondi

Lascia un commento