Milano | Porta Venezia – Luoghi nella sciatteria: piazza VIII Novembre

Piazza VIII Novembre è una piazza in Porta Venezia, formata dall’incrocio tra le vie Frisi, Lambro, Pisacane, Rosolino Pilo, Maiocchi e Ramazzini le quali convergono su viale Regina Giovanna formando una grossa stella radiale.

Piazza VIII Novembre è dedicata al Convegno di Peschiera, che si tenne l’8 novembre 1917. Si era appena dopo la disfatta di Caporetto, e gli alleati volevano retrocedere il fronte di guerra dal Piave al Mincio (anche perché, inoltre, la Russia era uscita dalla guerra), ma Vittorio Emanuele III si rifiutò, esponendo le cause della sconfitta e riconducendole alle giuste posizioni, esaltando il valore lo spirito di sacrificio ed affermando che, almeno per il momento, la difesa del Piave sarebbe stata solo italiana.

Piazza inesistente sino all’inizio del 1900, ricalca il luogo di una vecchia strada che portava da corso Loreto (Corso Buenos Aires) al gruppo di cascine delle Consorziale, dette più comunemente Strette (si trovavano ai lati dell’attuale via Maiocchi) nel punto in cui questa strada passava sotto la ferrovia rialzata che passando nell’odierna viale Regina Giovanna, portava i treni alla Stazione Centrale, quella vecchia che si trovava nell’odierna piazza della Repubblica.

Infatti architettonicamente la piazza, una stella in pratica viste le molte vie che vi si immettono come abbiamo scritto all’inizio dell’articolo, si presenta con edifici moderni, costruiti in prevalenza negli anni Trenta e Quaranta del Novecento, con alcune eccezioni come i palazzi antecedenti al primo Novecento, delle vie Pisacane, Lambro e Pilo, ma anche più “recenti” come l’edificio al civico 6, progettato da Paolo Chiolini nel e completato nel 1955, o il dirimpettaio al numero 3 realizzato nel 1953 su progetto di Giuseppe Martinenghi. Su tutti spicca però l’alta torre, il flat-iron building, di viale Regina Givanna 24A, completato nel 1960 su progetto di Luigi Mattioni.

La ferrovia venne rimossa dopo il 1931/32, anni che han visto entrare in funzione la nuova Stazione Centrale di Piazza Duca d’Aosta. L’assetto attuale comunque venne attuato a partire dal dopoguerra in poi. Inizialmente per molti anni vi fu, tra le vie Lambro e Pisacane, un distributore di benzina e al centro un’aiuola alberata.

Dobbiamo giungere al 1984 quando viene aperto il primo cantiere per la costruzione della ferrovia sotterranea che unirà inizialmente la Bovisa con questa stazione di Porta Venezia per proseguire, qualche anno dopo per Dateo e Porta Vittoria. L’inaugurazione della prima tratta avviene però nel dicembre 1997.

Così a fine cantiere la piazza venne “sistemata” con un’aiuola tra via Frisi e viale Regina Giovanna, dove al centro spicca il lucernario della sottostante stazione, mentre a lato si trova uno dei due ingressi presenti nella piazza. Nell’altra aiuola, verso via Pisacane, si trova l’entrata principale, realizzata con una copertura che se fosse tenuta bene, è anni luce dalle entrate della nuova M4.

Mentre per gli altri angoli della piazza troviamo solo ampi marciapiedi, sopratutto tra via Maiocchi e via Ramazzini, abbellita da 5 prunus.

Dopo molti anni, come ormai è un classico a Milano, il Comune si scorda dei luoghi e al massimo pulisce (non sempre) e sistema due volte l’anno il giardinetto, per il resto, come succede sempre, non c’è manutenzione.

Così eccoci nel 2024 con una piazza attraversata solo per “necessità”, dove ogni angolo cela quanto questa città sia una campionessa della sciatteria (ricordiamo che siamo a Porta Venezia, che per modo di dire si parla sempre di periferie… ma anche il centro è in abbandono come vi mostriamo).

Passiamo al “grazioso” filare di prunus tra via Maiocchi e via Ramazzini, dove ci sarebbero 5 bei alberelli (foto qui di seguito).

Peccato che l’area sia da sempre un parcheggio, che col tempo ha iniziato a compromettere le povere alberature (Foto del 2022).

Le quali durante la tempesta del luglio scorso han deciso di arrendersi e ora, ad abbellire l’area ne è rimasta solo una… chissà per quanto ancora.

Il resto della piazza ve lo raccontano le imagini che mettiamo qui di seguito: aiuole non curate, bidoni AMSA per le varie raccolte differenziate, che onestamente portano ulteriore degrado, marciapiedi sgarruppati, cartelli divelti, ecc… insomma un bel campionario di sciatteria.

Come spesso diciamo, non pretendiamo progetti di rigenerazione da archistar, ma basterebbe mettere un po’ d’ordine e sistemare quello che è rotto e sporco. Tanto basterebbe per avere una città migliore.

Referenze immagini: Roberto Arsuffi

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Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

34 commenti su “Milano | Porta Venezia – Luoghi nella sciatteria: piazza VIII Novembre”

  1. > “…dove ogni angolo cela quanto questa
    > città sia una campionessa della sciatteria..”
    Ovunque ti giri ormai è cosi! Si resiste…ma se si resiste significa che in questa città ormai NON si viva ma si sopravvive… sempreché a qualcuno piaccia vivere così!

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    • È alla gente che piace vivere nel degrado,sennò protesterebbe,si organizzerebbe per rimediare.Vive nel disordine,in case imbrattate,con cose in giro lasciate lì.Non c’è senso di appartenenza alla città.Una città che sembra solo usata e non amata.Gente incivile venuta qui per lavorare e non per viverci.

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      • Forse meglio dire gente venuta qui a delinquere e a portare degrado piuttosto che a lavorare, e non è difficile capire a chi mi riferisco.

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        • Penso che Maurizio si riferisse agli italiani incivili arrivati qui da ogni angolo del paese per lavorare, per “usare” la città anziché viverla (come d’altronde tutti i provincialotti della Brianza). Il problema dell’immigrazione extracomunitaria è un altro e non spetta al comune risolverlo…

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          • No ma guarda, io conosco milanesi doc che se strafottono altamente del verde, del parcheggio selvaggio, della raccolta differenziata e via dicendo, quindi il discorso dei immigrati che ci rovinano la città non regge proprio.

          • Quindi se ho capito bene il degrado di porta Venezia sarebbe dovuto soprattutto ai brianzoli e ai milanesi “doc” , giusto?

    • Probabilmente, piace vivere così a chi adora il sindaco. Per intenderci, quello dei grattacieli e dei boschi verticali……. Ergo, colui per il quale conta solo l’immagine.

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      • Io sono milanese Doc però questa città no la riconosco più veramente caduta nel degrado quando c’è del verde di qualità lo tagliano mi riferisco alla lotta di un gruppo di cittadini per il glicine centenario di piazza baiamonti. Lo hanno potato spero rucresca bene.

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  2. Il filare che c’era tra via Maiocchi e via Ramazzini non erano prunus ma siliquastri (Cercis siliquastrum) detto anche Albero di Giuda.

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  3. Poi mi si venga a dire che le ciclabili sono il problema di Milano eh… tra sosta selvaggia, mancata manutenzione e maleducazione generale questo si ottiene.

    PS: le scale mobili della stazione di Porta Venezia sono rotte da un po’ (come a Rho Fiera ed altre eh). Segnalazioni ne sono fatte ma a RFI, comoda a Roma, del nostro passante non sembra fregare nulla.

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  4. L’Amsa non riesce più a gestire tutto, bisognerebbe relegare ai privati la cura di determinati spazi verdi e forse anche la raccolta differenziata, non credo che esista al mondo una città che abbia dei luoghi simili.

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  5. Maleducazione, zero senso civile, egoismo, ci aggiungiamo la voglia di fare saltami addosso dei dipendenti Amsa, MM e compagnia e il risultato é questo.

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  6. un po’ più avanti verso corso buenos aires, c’è anche un’area che sembra abbandonata (o usata come parcheggio?) credo di proprietà di Trenord di dubbio gusto e utilità.

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  7. I prunus sarebbero un’ottima soluzione per alberare le vie più piccole. Dove c’è più spazio invece si dovrebbero piantumare alberature più imponenti. Il degrado lo si combatta anche alberando e de-pavimentando.

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  8. So che questo commento non piacerà ai milanesi, particolarmente difensivi in tutto ciò che riguarda la loro “Grande Milano” ma non voglio essere polemico, semplicemente spiegare cosa vedo ogni volta che torno nella città in cui ho vissuto 4 anni.
    La città ha un livello di degrado diffuso impressionante: graffiti, marciapiedi sporchi, pattume sparso lungo tante strade, erbacce e chiaramente AUTO parcheggiate ovunque ci sia un buco, la violenza stradale è impressionante e ciò è dovuto ad una completa mancanza di volontà politica nel rendere la città a misura di persone e non di prepotenti che violentano ogni giorno gli spazi pubblici.
    Io capisco le difficoltà legate alle dimensioni o di bilancio comunale ma basta farsi un giro a Bergamo e Brescia per vedere l’abisso che separa gli altri due capoluoghi da Milano. Brescia che conosco molto bene ha strade in condizioni immensamente migliori rispetto a Milano, una linea di metro impeccabile (senza tornelli), ciclabili pressoché ovunque, un livello di pulizia sensibilmente superiore a Milano e un coraggio di cambiare.
    Milano al di fuori della fuffa di alcuni, pochi, interventi è una città che fatica a cambiare (urbanisticamente parlando), è una città iper conservatrice, e questo è dimostrato dalla continua solfa (che dura da ben 3 anni!!!) su due ciclabili in croce. Per fare due altri esempi, a Bg nonostante siano state realizzate corsie ciclabili in moltissime strade le polemiche sono state pressoché inesistenti e infine Bologna città 30 ha visto meno proteste della ciclabile di Corso Buenos Aires.

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    • Sai che hai ragione, ma il motivo è semplice, se parli con un bergamasco o un bresciano, costui ti risponderà con il suo bell’ accento locale e se lo capisci ti parlerà anche nella sua lingua locale, ovvero il lombardo orientale; è un caso?
      No, è la dimostrazione che una città può essere definita tale ed essere vivibile, solo se è frutto, espressione, di una comunità autentica di residenti e non solo un’ eterogenea accozzaglia di opportunisti residenti ai quali nulla o poco importa di niente.

      Non molti anni fa, un immigrato si alzò all’ alba e uccise a colpi di piccone tre milanesi già per strada per andare al lavoro, nei giorni seguenti andò avanti tutto come se nulla fosse, anzi, se qualcuno protestava per avere un maggior controllo sugli ingressi nel nostro paese, veniva accusato di “strumentalizzazione”.
      Volete che questa città reagisca per le aiuole sciupate?
      Inoltre, ci fu anche chi diede la colpa ai milanesi per l’ accaduto, esattamente come i lettori che qui danno la colpa a chi “non protesta” a parte l’ assurdità…che ridere, ma l’ avete mai fatto una reclamo/segnalazione in comune? Quanto tempo si aspetta per NON avere quanto richiesto?

      Durante il terrorismo ai funerali delle vittime, il Duomo si riempiva di persone per testimoniare la vicinanza alle famiglie colpite, dovesse tornare un periodo del genere, è molto dubbio che qualcuno possa partecipare; anche senza far pagare il biglietto per l’ ingresso…siamo ormai come una città americana, dal sud al nord, piena di mille problemi. Ora “ringrazio” anticipatamente tutti i c…i che parleranno di “razziZmo”.

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  9. Togliere le automobili. L’automobile nn è il mezzo adatto a Milano. Non possiamo permettere che ogni angolo della città continua ad essere utilizzato per la sosta selvaggia. È assurdo e distrugge la bellezza della città.

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  10. che schifo.. è certamente colpa del comune ma è resposnabilità anche dei cittadini (non tutti chiaramente) che vivono in queste piazze e che non si “incaxxano”, non scrivono al comune, sono lassisti e si sono abituati a queste condizioni da 3° mondo

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  11. Siamo perfettamente d’accordo e, in quanto residenti, molto coinvolti nel degrado generale della piazza (e di Milano in generale). Per quanto riguarda poi le alberature divelte nel fortunale di luglio, abbiamo anche sollecitato per scritto il comune e la ditta incaricata della manutenzione ma sorpresa… A distanza di mesi, nemmeno un cenno di risposta!
    Ovvio, no?

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  12. Alla fine siamo anche noi responsabili come cittadini. Senza una cittadinanza attiva che chiede il rispetto per gli spazi pubblici nessuno può fare miracoli.

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  13. AMSA (in loco per il deposito Olgettina)ha turni fissi di pulizia e lavaggio, condivisi con BELLA MILANO in alcuni punti della città. Nelle vicinanze ci sono MOLTI locali di ristorazione STRAPIENI la sera. In via Pisacane oltre alle due corsie di sosta laterali, le auto di sera parcheggiano IN MEZZO ALLA STRADA con una fila CONTINUA tra i civici 47 e 59! Non parliamo della vicina via Melzo…

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  14. Se a qualcuno interessa, la Regina Giovanna della via era Giovanna di Savoia, diventata regina sposando nel 1930 il re di Bulgaria, Boris III.
    E’ vissuta fino all’anno 2000, per molti anni in esilio, e forse nemmeno lei sapeva di questa via importante a lei intitolata.
    Suo figlio è quel Simeone che, anche lui dopo molti anni di esilio, è tornato in patria a fare il primo ministro, dal 2001 al 2005.
    Tutti sappiamo della legge dei 10 anni dalla morte per intitolare le vie, ma la stessa legge, 1188 del 23 giugno 1927, tuttora in vigore, all’articolo 4 ci dice che questo non si applica alle “persone della Famiglia Reale, né ai caduti in guerra o per la causa nazionale”. Quindi la Giovanna ha avuto la sua via per 70 anni da viva.
    Va ricordato che Viale Tunisia era dedicato a sua mamma, Regina Elena, ma le è stata tolta nel febbraio del ’44.
    Le due vie erano state a loro dedicate dopo la soppressione della ferrovia.

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    • Dimenticavo, Giovanna era figlia di Vittorio Emanuele III, quindi sorella di Umberto e zia di Vittorio Emanuele, scomparso stamattina a Ginevra.

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