Il mondo come lo abbiamo vissuto noi di una certa età e certa epoca, continua inesorabilmente a sparire, disperso dalle nuove tecnologie e dal nuovo modo di vivere.
Forse mai come in questo periodo storico stiamo assistendo ad un così rapido cambiamento, soprattutto dopo il fatidico periodo Covid, che ha cambiato drasticamente le nostre abitudini ormai consolidate.
Così una alla volta le vecchie edicole stanno sparendo e quelle che restano aperte, spesso sono gestite da Indiani o Pakistani. Altre ancora, invece, cambiano proprio utilizzo, diventando chioschi di gadgets, fiori o vestiti, questo nel migliore dei casi. La gente legge sempre meno, soprattutto su carta, riviste e giornali arrancano per rimanere in vita e lo si percepisce anche da quante di queste storiche istituzioni ormai ci sia carenza.


Molte, purtroppo chiudendo, rimangono in abbandono creando angoli di degrado in ogni spazio urbano dove si trovano. Spesso rimanendo in abbandono per anni. Per fortuna ogni tanto il Comune provvede alla loro rimozione, ed ecco che giusto ieri l’edicola di viale Molise 46 a Calvairate, è stata rimossa, era chiusa dal 2018.






Entro il mese di marzo saranno rimosse anche le vecchie edicole in: via Baroni 11 al Gratosoglio, via Sant’Ampellio 3 in Morivione, via Luigi Nono a Porta Volta, piazza Geremia Bonomelli 4 al Corvetto, viale Cassiodoro 4 e via Ravizza 24 in zona Fiera, via Canova 27/29 al Sempione.








Referenze immagini: Comune di Milano, Google maps
Edicole, Arredo Urbano, Degrado, Rimozione,
dispiace … ma essendo orami abbandonate da anni è giusto rimuoverle
Quelle non sono edicole sono cassonetti, in corso Europa c’è un’altra da rimuovere ?
e le auto dai parterre?
Capisco siano anacronistiche ma mi rattrista vederle abbattere. Forse si potevano trasformare in piccoli caffè: cornetti e cappuccini di prima mattina e panini a pranzo…
Bene. Milano ha bisogno di maggior ORDINE visivo e meno pasticci in giro. Né va della sua percezione Estetica. Già ci sono troppi pali, segnali e graffiti a comprometterla, almeno evitiamo queste ulteriori brutture. Avanti così ?
ci sarebbe quella di piazza Piemonte, chiusa anni fa (ben prima del covid) improvvisamente pur avendo notevole giro d’affari. Caso stranissimo ma edicola oramai inutile e date le dimensioni, ingombrante.
Poi ci sarebbe via Solari, via Tolstoj, piazza Frattini, …
p.s. poi qualcuno mi spiegherà perchè paki/indiani/etc ci campano mentre italiani no. Delle due l’una, o sanno lavorare meglio oppure qualcuno finanzia loro attività in pareggio solo come facciata
Spesso chi si trasferisce da altri paesi come immigrato ha molta più determinazione a riuscire e probabilmente anche più ingegno negli affari, anche se di piccole dimensioni. Non sono solo le edicole a sparire, ma tutta una serie di negozi specializzati, da profumerie a bar e tabacchi, che possono solo sopravvivere con un modello diverso, e magari gestite da stranieri. O si è altamente specializzati, o si serve una comunità precisa, o ci si adatta a quello che vende. Forse alcuni stranieri hanno individuato il loro mercato e clientela con più precisione, anche vendendo cianfrusaglie.
Anche io rimpiango le edicole e le riviste specializzate, ma sono anche il primo a leggerle in formato digitale. Stampare carta non ha più senso, sia economico che ambientale. Le edicole che vendono solo carta stampata spariranno del tutto, a meno che non altamente specializzate e in zone di afflusso di professionisti (vedi edicola di Largo Treves, o tutte le altre specializzate in moda e design).
A Londra tutti i negozietti da vicinato sono gestiti da proprietari del sud-est asiatico; a New York sono le bodegas gestite da latino americani, e funzionano come piccole drogherie, come edicole, come tabacchi e rivendite di biglietti di ogni genere. Adattarsi a un nuovo paese porta la qualità di sapersi adattare a quello che funziona, invece che rimpiangere quello che non funziona più. Conviene impararlo tutti noi.
Mi sembra una lezione-comizio di chi non vede l’ ora di essere sostituito etnicamente e culturalmente; cioè, spiegami, secondo te un italiano non riesce più a fare l’ esercente di piccolo commercio? Stop industria, stop, a quanto sembra anche agricoltura, stop commercio nelle città, ma che facciamo?
Mi sono sempre chiesto come facciano gli immigrati del Bangladesh – o giù di lì – a colonizzare tutti i chioschi di vendita fiori…sai quanto costa una di quelle licenze? Ce l’ avessero i giovani italiani tutti quei soldi! D’ altra parte ci chiediamo sempre come riescano tutti gli immigrati che sbarcano a Lampedusa a pagare le note migliaia di euro che costa quel “viaggio”, mah!
A me sembri tu un personaggio di un film comico… la “sostituzione etnica”… hahaha che ridicolo. Semplicemente, chi viene da un paese povero, è più contento di lavorare anche magari per un guadagno minore. Vivi a Milano, dovresti saperlo, ieri erano terroni, oggi sono extracomunitari. Loro cambiano, i razzisti no.
Ma magari ti sostituissero a te che sei razzista…
Sostituzione etnica con te è benefica.
Ci farebbero un regalo.
Invece purtroppo ti dobbiamo tenere, non vai via nemmeno tirando lo sciaquone col viakal.
Razzisti nuovi merda vecchia
ma come cazzo scrivi, impara l’italiano
Rispondo ai due global: ma non cambiate mai…siete forsennati, in questo caso verbalmente, intolleranti, siete ancora come negli anni settanta, “contro ogni forma di violenza, purchè non sia la nostra”.
I razzisti siete voi che godete della sparizione di una popolazione, in linea col “pensiero” precedente… certo, purchè la popolazione sia occidentale e di religione cristiana; siete atei e propagandate la vostra ideologia, ma volete l’ islamizzazione del’ Europa e così via discorrendo, nel vostro caso, discorreggiando.
Probabilmente nella vostra vita avete letto pochi libri, perchè altrimenti sapreste che i razzisti sono quelli che vogliono negare il diritto ad altri di esistere e non chi vuole semplicemente difendere se stesso e la propria popolazione.
Quindii razzisti siete voi.
Un blog di informazione che puntualmente si trasforma in muro del pianto per gli autori boomer nostalgici che si fustigano per i cambiamenti, ma fatevi una vita!
Grande re tu si che hai capito tutto della vita, torna a trovarci quando risolverai i tuoi problemi adolescenziali
Caspita, hai detto una frase originalissima e che ha stupito per la sua perspicacia tutti i lettori! Ora ti manca di accusare qualcuno di essere un “leone da tastiera” perchè non ha le tue opinioni politiche.
Sempre al lettore “re” (che modestia…) vorrei aggiungere che quanto ad “autofustigazione” chi la pensa come te non batte nessuno: un tempo, ormai, era normale entrare nel mondo degli adulti con speranze concrete, ora se va bene sopravvivi e vi piace pure…boh!
Probabilmente, sei uno dei veri “Milanes cul cuitt”… Immagino sia un modo di dire sconosciuto…
Dovrebbero rimuovere anche quegli inutili orologi verdi sparsi per la città che ormai non guarda più nessuno.
Segnalo da rimuovere quella in piazza Oberdan davanti al centro Meet museo digitale ormai abbandonata.