Milano | Urbanistica – Riaprire i sepolti Navigli: Biscardini risponde al Sindaco

Pochi giorni fa in un’intervista al Corriere della Sera, il Sindaco di Milano, Beppe Sala, aveva dichiarato alla domanda: “C’è un suo sogno per la città, una cosa che le starebbe veramente a cuore? Il mio sogno, che purtroppo non sono riuscito a realizzare, è la riapertura dei Navigli. Operazione molto costosa e non abbiamo i fondi.” (al link il nostro ultimo articolo sulla riapertura dei navigli)

Ora, il Presidente dell’Associazione Riaprire i Navigli, Roberto Biscardini, gli risponde: “Siamo stupiti della dichiarazione del Sindaco Sala. Fa piacere conoscere, a distanza di otto anni dalla sua elezione, che anche per il Sindaco la riapertura dei Navigli fosse un suo sogno. Peccato che ai sindaci competerebbe non solo il compito di inseguire i propri sogni, ma quello di realizzare opere pubbliche già decise dai suoi predecessori e soprattutto volute dai suoi cittadini.

Bisogna ricordare infatti che, per quanto riguarda la riapertura dei Navigli, la giunta Pisapia si concluse nel 2016 con atti amministrativi precisi. I Navigli vennero inseriti nel Piano di Governo del Territorio come opera strategica da realizzare sulla base delle prime indicazioni di fattibilità già emerse dai nostri studi e da quelli del Politecnico di Milano, ed è bene sempre ricordare che nel 2011 un Referendum popolare decretò la riapertura dei Navigli con il voto favorevole del 94% degli elettori milanesi”.

Prosegue Biscardini: “Secondo Sala il suo sogno si sarebbe infranto per mancanza di fondi. Giustificazione poco credibile per tante ragioni. Più volte abbiamo dovuto ricordare: primo, che le stime enunciate da Sala non corrispondono alla realtà. La cifra arrotondata a 500 milioni è stata usata come una dichiarazione terroristica per non fare le opere. Mentre la riapertura dei Navigli può essere realizzata con un costo molto inferiore, come dimostrano alcuni capitolati. Secondo, ancora più importante, volendo le risorse si trovano. Per anni abbiamo indicato la partecipazione pubblico-privato e abbiamo indicato la strada delle risorse europee, ben sapendo che l’Europa è assolutamente disponibile a finanziare la riapertura dei Navigli a condizione di presentare un progetto credibile che a distanza di dodici anni ancora non c’è. Perché non è stato fatto? Ma lo stesso Comune avrebbe potuto trovare in questi anni risorse proprie programmando un finanziamento pluriennale come si fa di norma. D’altra parte, come da tempo si è fatto notare, sarebbe stato sufficiente aumentare appena del 2% gli oneri di urbanizzazione di tutti gli edifici costruiti in questi ultimi otto anni e così Milano avrebbe potuto finanziare non solo la riapertura dei Navigli, ma molte altre opere pubbliche e sociali di cui la città ha bisogno. Non è stato fatto nei confronti di nessun operatore immobiliare e finanziario, grande o piccolo, dalle società del Qatar a quelle nostrane.

E così Milano rimane indietro al confronto di tutte le grandi e medie città del mondo che da tempo investono per la riapertura dei propri corsi d’acqua coperti e dismessi con la cementificazione del ‘900. L’hanno fatto le città europee, non solo Parigi e le città olandesi, e recentemente Utrecht ha realizzato un nuovo canale. L’ha fatto Madrid addirittura ripristinando la riqualificazione del Manzanarre e per questo interrando una superstrada a 6 corsie con un investimento di 4 miliardi di euro contraendo un debito per 35 anni. Ed è grandioso il progetto di Tokyo in cui si comincia a parlare di riapertura dei corsi d’acqua sepolti sotto il manto stradale esattamente come quelli milanesi.”

  • Referenze immagini: Milano Sparita, Roberto Arsuffi; Comune di Milano
  • Storia, Cerchia dei Navigli, Martesana, Canale, Riaprire i Navigli, Cassina de’ Pomm, Bastioni di Porta Nuova, Conca dell’Incoronata, Darsena
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30 commenti su “Milano | Urbanistica – Riaprire i sepolti Navigli: Biscardini risponde al Sindaco”

  1. L’idea iniziale era di mettere un tubo sotterraneo per ripristinare la connessione idraulica Martesana-Darsena, ad un costo contenuto e con cantieri poco impattanti (tecnica dello spingitubo, si fa un piccolo buco per scendere giù e da lì si spinge il tubo in avanti, senza scavare per tutta la lunghezza del tubo). Una volta fatto questo si potevano aprire dei tratti di naviglio facendo risalire l’acqua dal tubo, anche realizzando un pezzetto alla volta, senza spendere per forza 500 milioni tutti insieme.

    Ma l’amministrazione non è riuscita nemmeno ad evitare il taglio delle frequenze delle linee ATM, figuriamoci se trovava i soldi per i navigli.

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  2. Se il progetto è quello dei render visti fino ad oggi, mi chiedo come si fa non capire che è irrealizzabile.
    Quello che si vede nei render è completamente diverso dai “sepolti Navigli”. Che cosa si pensa si fare? “Raprire i Navigli sepolti”, demolire le costruzioni conservate nel sottosuolo e costruire i nuovi Navigli che si vedono nei render? Veramente si crede che sia possibile fare questo?

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  3. Aggiungo anche che, tecnicamente, si potrebbe fare per singole tratte, iniziando ad esempio da via Gioia fino a via Castelfidardo. Non è necessario fare tutto in una volta. La verità è che manca un progetto credibile e la volontà politica. Esattamente come per eliminare le auto dai marciapiedi…

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  4. Buongiorno ho letto l’articolo su gugol.Interessante magari si potrebbe realizza.
    In primis penso che darebbe aMilano un’altra aspetto più caratteristico come una volta,sarebbe anche un evento in più per chi viene a fare visita a Milano, e poi se ricordo bene se non erro anche il sindaco Sala mi sembra che fosse d’accordo in una intervista addirittura si parlava di aprire i navigli anche per il commercio dove poter evitare il trasporto che ingombrante per la città.
    Sarebbe proprio bello per Milano .

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  5. Spero che prima o poi un Sindaco un po’ più lungimirante di quello attuale prenda in mano il progetto e lo realizzi, ma soprattutto che poi qualcuno se ne prenda cura perché se devono essere lasciati in preda al degrado come l’attuale Darsena allora forse è anche meglio che li lascino lì dove sono tombati sotto terra

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  6. se penso a come è ridotta a distanza di pochi anni la darsena, mi viene il vomito a pensare di aprire altri navigli sparsi per la città….

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  7. Finalmente qualcuno ha messo nero su bianco che se la città si trova in una situazione di stallo su tanti cantieri presenti e futuri la colpa è solo di questa giunta mediocre che non crede in Milano – hanno preferito sponsorizzare una olimpiade “allargata” come le famiglie che piacciono a sx piuttosto che sponsorizzare progetti reali e credibili. Milano ha le possibilità di tornare grande come una volta ma ci vogliono le persone giuste! Gli investitori ci sono e si vedono! Che eredità lascia questo sindaco a Milano? Nulla di veramente importante!

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  8. Sala si dovrebbe vergognare, si è fatto rieleggere promettendo di riaprire i navigli. Poi dipingendo a terra le ciclabili e adesso con le zone 30. Poi lascia costruire nei cortili grattacieli dalla dubbia legalità senza incassare oneri. E poi gli mancano i soldi. Meditate gente, meditate ??

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  9. Che meraviglia, il progetto oltre che rispolverare la storia della città, aiuterebbe a riqualificare il centro storico.

    Piazza Cavour adesso fa pena, piazza San Marco con il laghetto diventerebbe un posto stupendo da aperitivo dietro Brera.(adesso parcheggio con benzinaio ) Via senato dietro montenapoleone apparirebbe completamente una nuova strada, ecc ecc tutto il percorso.

    Il parco di porta muova avrebbe il tuo fiume e non sarebbe più diviso da una strada a 6 corsie.

    Al momento tutta la via/cerchia del centro storico si presenta invivibile con i palazzi neri dallo smog eccessivo!

    Vi prego troviamo il modo!!!!

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  10. Mai come in questo caso, “nulla è impossibile, per chi non deve farlo”. Ricordiamo a Biscardini che gli oneri di urbanizzazione sono RADDOPPIATI, solo l’anno scorso, senza parlare degli aumenti precedenti. Quanto poi alla cifra di 500 milioni, nemmeno nel regno delle favole. Se Madrid ha speso 4 miliardi per interrare un‘autostrada, non si capisce come creare un canale idraulico artificiale che attraversa tutta la città possa costare di meno.

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  11. Scusate ma il laghetto di San Marco, pieno centro Brera district, non si può eseguire anche senza l’apertura di tutti i navigli?

    Quell largo oggi è uno squallido parcheggio in superficie, sotto terra e un benzinaio.

    Io mi chiedo com’è possibile in pieno centro a 50 metri dalla pinacoteca di Brera?

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  12. Buongiorno, la colpa è nostra forse qualcuno ha informato il sindaco che lui è un amministratore non è diventato il propietario della città, altro niente da aggiungere , grazie

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  13. Abbiamo già perso troppo tempo.
    I milanesi non volevano anche la piramide/palazzo Microsoft, Feltrinelli.

    Adesso è un elemento distintivo della città.
    In questa città ci si lamenta perché niente cambia, ma poi ad ogni minimo cambiamento ci si lamenta perché si modernizza.

    Aprire i canali subito!

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  14. Milano è veramente una città strana, ci si batte e si lotta per non abbattere lo stadio, e far riscoprire la storia (i canali) nulla! Anche grazie ad esse, la città di Milano è diventata la città che è oggi.

    Hanno portato ricchezza e lavoro, i dazi e la chiuse hanno fatto storia …

    Canali senza il quale non avremmo trasportato il marmo dalle cave per costruire il nostro duomo.

    Non abbiamo vergogna del nostro passato.

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  15. Mi verrebbe da dire intanto pensassero a mantenere strade, marciapiedi, parchi e piazze etc in uno stato decoroso prima di riaprire i Navigli. Io ho votato per Sala ma Milano è imbrattata, sporca, piena di traffico e in certe zone non particolarmente sicura, e questo è un fatto insomma bisogna fare un po’ di più sinceramente.

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  16. Mio nonno, milanese da generazioni, classe 1893 mi parlava della sua milsno e si augurava che il manto stradale venisse tolto per ritornare a quella città dove l’acqua era un elemento iconico. Sono passati tanti anni, giunte di tutti i colori ma per ora nessuno è riuscito a rendere realtà un progetto del tutto fattibile. Sperismo nel prossimo sindaco e nella volontà di milanesi, non milanesi e turisti di riacquistare questo spazio di identità stotica.

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  17. Un progetto straordinario per Milano, un investimento con un sicuro ritorno economico dal punto di vista turistico e di qualità della vita per la città. Fattibilissimo come ha dimostrato lo studio di fattibilità. L’uomo è andato sulla luna e noi non riusciamo a riaprire 4 canali?

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  18. Mio nonno, classe 1893, mi ha sempre parlato della bellezza della sua milano e avrebbe voluto rivedere riaperti i Navigli. È passato un secolo e tutto rimane inalterato…. ritrovare le radici di una città è senza dubbio una opportunità per dare una spinta a un turismo serio, daltra parte basterebbe guardare cone hanno lavorato in tante parti del mondo. I sindaci e le giunte che abbiamo avuto non sono state all’altezza, o forse la sensibilità e la cultura di farlo. Forse sta a noi milanesi doc, milanesi di adozione a imporci e fare di questa città un outsider.

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  19. Il progetto di riapertura dei navigli è una follia. Immaginate anche solo via Melchiorre Gioia con un rigagnolo fra alte sponde in mezzo ai palazzoni. Che triste veduta! Il progetto prevede la costruzione di una zona commerciale sotto il livello strada: un invito per movida e vagabondi. Appigliarsi al risultato del referendum del 2011 è ridicolo (siamo nel 2024!), anche perché il quesito referendario non si riferiva esclusivamente alla famigerata riapertura dei navigli

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