Milano | Porta Vittoria – Le Porte di Milano: sciatteria in Piazza Cinque Giornate

Milano Porta Vittoria. Sesta “Porta” che vi portiamo a vedere, dopo Porta GenovaPorta Ticinese, Porta Lodovica, Porta Vigentina e Porta Romana, eccoci a Est, in Porta Vittoria e piazza Cinque Giornate.

Un veloce riassunto per capire di cosa stiamo parlando: dove si trovano le porte realizzate nei varchi delle mura cinquecentesche della città sono in genere caratterizzate da una piazza di grandi dimensioni con, in alcuni casi, un arco o un grande monumento centrale, realizzato in varie epoche. Le 13 porte (e portelli) sono, in senso orario partendo dal Castello Sforzesco: Porta Tenaglia (Piazza Lega Lombarda); Porta Volta (Piazzale Baiamonti); Porta Garibaldi (Piazza XXV Aprile); Porta Nuova (Piazza Principessa Clotilde); Porta Venezia (Piazza Oberdan); Porta Monforte (Piazza del Tricolore); Porta Vittoria (Piazza V Giornate); Porta Romana (Piazza Medaglie d’Oro); Porta Vigentina (Via Ripamonti); Porta Lodovica (Piazzale di Porta Lodovica); Porta Ticinese (Piazza XXIV Maggio); Porta Genova (Piazzale Cantore); Porta Vercellina (Piazzale Baracca). Aggiungeremo all’elenco anche Piazza Cavour dove si trovano gli archi antichi di Porta Nuova, da sempre nella totale sciatteria.

Ed eccoci in Piazza Cinque Giornate dove si trovano ancora i vecchi caselli di Porta Vittoria e dove la vasta pizza è caratterizzata dal bel Monumento ai Caduti delle famose V Giornate di Milano che hanno portato ad eventi storici molto importanti non solo per la città di Milano ma per l’intera nazione.

In origine il varco, più piccolo, era chiamato di Porta Tosa – in milanese ragazza – ed ereditava il nome dalla porta medievale che si trovava lungo le mura antiche all’altezza del Verziere e dell’odierno Largo Augusto. L’origine del nome va attribuito ad una figura di una ragazza scolpita in un bassorilievo di arte popolare, raffigurante la moglie del Barbarossa ritratta in segno di spregio mentre si rade il pube, atto considerato all’epoca barbarico nella cultura medievale. Naturalmente dopo la vittoria dei milanesi sugli austriaci, cacciati dopo le cinque giornate, la porta assunse il nome che tutt’ora porta, quello della Vittoria.

La piazza avrebbe ancora l’aspetto di inizio Novecento, con bei palazzi d’epoca abbastanza uniformi per altezza e temi compositivi, con poche eccezioni più moderne, come il bellissimo palazzo realizzato nel 1940 su progetto dell’architetto Elio Frisia (piazza Cinque Giornate 10) e il Grande Magazzino Coin, realizzato nel 1962 ma rivisitato una ventina d’anni fa circa.

Al centro, come abbiamo detto, si trova il bel monumento delle Cinque Giornate progettato e disegnato da Giuseppe Grandi (1843-1894) e inaugurato il 18 marzo 1895, ora in restauro.

Ai lati si trovano i due caselli del dazio costruiti nella seconda metà dell’Ottocento affiancati da due aiuole deliziate da 4 meravigliosi cedri del libano ormai vicini al secolo di vita.

Ad ogni modo, guardando bene la piazza noteremo una serie di oggetti sovrapposti nel corso dei decenni (come succede sempre) che sono andati ad impicciare la monumentalità della piazza. Pali, lampioni, centraline elettriche, cartelli, aiuole un po’ in abbandono, automobili e tram. Oramai è passato un secolo esatto da quando la piazza venne sistemata con un degno arredo urbano, dopo un secolo di addizioni e sottrazioni la piazza oggi è decisamente molto disordinata. Un tempo l’area centrale, dove c’è il monumento era cintata da una cancellata, sparita nel dopoguerra.

Per fortuna i vecchi lampioni d’epoca sono ancora presenti, anche se mischiati con pali moderni che reggono cavi e faretti a volte senza senso. Le edicole, come purtroppo sta succedendo ovunque, sono state abbandonate da qualsiasi attività, risultando un punto di degrado.

4 splendidi esemplari di cedri del Libano decorano le aiuole laterali, piante che potrebbero raccontarci la storia della piazza degli ultimi settant’anni almeno.

Anche qui, come per le altre piazza, se solo il Comune investisse un po’ di monetine per una semplice sistemazione, pulizia e riordino, sarebbe sufficiente, ed invece abbiamo un’ennesima piazza lasciata alla sciatteria.

  • Referenze immagini: Roberto Arsuffi, Milano Sparita
  • Porta Vittoria, Porta Tosa, Piazza Cinque Giornate, Caselli del dazio, arredo urbano, degrado, sciatteria
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9 commenti su “Milano | Porta Vittoria – Le Porte di Milano: sciatteria in Piazza Cinque Giornate”

  1. Fa tristezza vedere da decenni la mancanza di progettualità via via di tutte le amministrazioni succedutesi nel tempo.

    Una dopo l’altra hanno privilegiato grandi operazioni, con maggiori ritorni di immagine, senza accorgersi che nel frattempo spazi importanti della città venivano abbandonati all’incuria e alla sciatteria.

    Piazza cinque giornate è soltanto un esempio di mille altri.
    Interessante vedere come rispetto al passato sia andata gradualmente peggiorando, senza alcun intervento riparatore: la foto di copertina con i vari scatolotti tecnici affastellati è la fotografia perfetta…

    L’assessore Grandi con deleghe all’arredo urbano dorme sonni tranquilli…

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  2. Anche in Corso Sempione, recentemente riqualificato, si incominciano già a vedere tratti di incuria e auto parcheggiate sui marciapiedi o nelle via laterali dove la sosta non è consentita.

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  3. Ciao andate a dare un occhio di prima mattina alla stazione tibaldi bocconi del passante. Salite al piano dei binari e fate un giretto: ormai è un puzzolente ricovero per disagiati. Lì scendono dal treno ogni mattina decine di ragazzi verso le scuole vicine.

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  4. Mi chiedo, ma tutti quegli armadi sparsi in giro, a cosa servono?
    Non si possono interrare?
    Anche porta Venezia è piena!
    Fanno veramente schifo

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  5. Assessore all arredo urbano cosa fa?
    Basterebbe che leggesse Urban Life e agisse di conseguenza.
    Invece niente.
    Occorre fare un movimento civico per il verde e arredo urbano e vivibilità della città e partecipare alle prossime elezioni.
    Un movimento apolitico. Solo per gestire la città. Occorre un nome di grande richiamo che voglia mettersi in gioco.
    Il momento è questo.
    Io suggerisco Giovanni Storti, se non è interessato occorre trovare una persona autorevole e conosciuta senza altro interesse che rendere Milano più vivibile.

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