Milano diventando grande, ha spesso (troppo spesso) rinunciato a conservare la sua storia. Questa è stata la sorte accaduta ad una casa tardo gotica che si trovava in via Spadari, demolita per far posto all’odierna via Victor Hugo.
Tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento nessuno supponeva che esistesse tra l’anonimo gruppo di case situato tra la via Spadari, Ratti ed Orefici una delle più preziose testimonianze dell’arte quattrocentesca lombarda totalmente occultata da successive sovrapposizioni.
Milano durante il ‘300 e il ‘400 era una delle capitali europee per la fattura di armi, tant’è che ancora oggi le vie del centro portano i nomi Armorari, Speronari e Spadari. Nel XIII secolo Milano era una delle poche città europee ad avere più di 100.000 abitanti, l’artigianato era in pieno sviluppo, soprattutto per la lavorazione dei metalli. In via Spadari fino al 1902 si trovava la casa della celebre famiglia Missaglia, tra i più grandi armaioli del XV secolo.
Tomaso Missaglia era armaiolo ducale ed aveva la fucina al piano strada del suo grande palazzo. Sulla sua casa quattrocentesca, col tempo erano state fatte molte aggiunte e all’inizio del ‘900 era destinata alla demolizione, anche perché il piano regolatore prevedeva l’apertura di una nuova via per far girare il grande carosello di tram che col tempo si era sviluppato. Luca Beltrami e il suo allievo Gaetano Moretti si diedero da fare per rallentarne la demolizione e per poterla studiare meglio. Beltrami (come faceva di solito quando la sorte di un edificio era segnata), ne prelevò le parti in migliore stato e le utilizzò per la riedificazione nel Castello. Così alcune finestre vennero ricomposte e soprattutto la scala gotica con le colonne e i capitelli in pietra.