Tra la straordinaria e tanto sottovalutata basilica di San Nazaro e il complesso della Ca’ Granda dell’Università Statale di Milano c’è una striscia di terra che pare non appartenere a nessuno. Il passaggio è anche pedonale; si entra da Via Pantano/Largo Francesco Richini e, attraversando un breve viale con lampioni e qualche panchina, si sbuca in uno spiazzo di auto parcheggiate e ruderi senza senso, che conduce in Via Francesco Sforza. Qui si trova la camera mortuaria dell’ospedale, un edificio vecchio e fatiscente immerso tra gli alberi e circondato da cespugli, ringhiere arrugginite, ruderi, ghiaia e parcheggi improbabili. Non so di chi sia quest’area (forse appartiene all’ospedale maggiore- Policlinico); certo è che si tratta di qualche ente che ne ha ben poca cura.
Le foto che trovate qui sotto sono abbastanza eloquenti: un area di posteggio autoveicoli che ad ogni pioggia si trasforma in acquitrino, verde incolto e rifiuti accumulati a due passi dall’abside secolare della basilica. Uno spettacolo che non fa certo onore alla nostra città.
Adesso è persino bello, avreste dovuto vederlo quando lo bazzicavo io da ragazzino ossia un buon 25 anni fa; quel selciato in pavè non c’era e menchemeno i lampioni; e quel parcheggio? Beh, quello c’è sempre stato e molto più pieno di quello che vedo; era occupato dalle auto degli abitanti della zona che dovevano versare un obolo di 100.000 lire al mese al parroco di san nazaro (tale don Giulio) rigorosamente in nero. Contavo una media di una settantina di macchine. Fate voi l’incasso annuale esentasse con un paio di calcoli.