Ogni quartier a Milano nasconde piccoli o grandi capolavori d’architettura, antica e moderna. Uno di questi gioielli è senza alcun dubbio la Chiesa di Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa, oggi impreziosita anche da un’opera di luce, in un luogo di Luce.
(foto e testo andrea cherchi)
Adoro Milano anche per questo. Inizio questo mio pezzo “fotografico” così. Una scusa in più per lodare la città, direte voi. No. Questa volta no. Un modo per dirvi, semplicemente, che Milano è luogo di meraviglia nella meraviglia, capace di proporti un’opera d’arte in luogo che già opera d’arte è per sua natura. Una chiesa. Di esempi come quello che vi propongo ora se ne contano ben pochi in tutto il mondo e, in questo caso, l’opera è ancora più singolare e apprezzabile poiché la si può (e mi permetto di aggiungere “la si deve”) ammirare in una chiesa che si trova tutt’altro che in centro. La Chiesa di Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa si trova in via Neera, 24 e ospita un’installazione permanente d’arte che è pura luce. Nel 1996, su invito del Reverendo Giulio Greco, l’artista americano Dan Flavin ebbe la geniale intuizione di un’opera, da intendersi come elemento di rinnovamento della Chiesa parrocchiale, progettata dall’architetto milanese Giovanni Muzio negli anni trenta. Un anno dopo, in occasione della mostra dedicata a Flavin, morto nel novembre del 1996, la Fondazione Prada realizzò e donò il progetto postumo di Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa, con la collaborazione del Dia Center for the Arts di New York e del Dan FlavinEstate. Vi lascio alle immagini e alla luce. La Chiesa è a pochi passi dalla fermata M2 Abbiategrasso.
All’inizio del 1900 il quartiere inizio a popolarsi e le due chiese presenti in zona, Santa Maria alle Fonti e San Gottardo risultarono insufficienti ad accogliere i fedeli, così venne decisa la costruzione di una nuova chiesa.
Nasce nel 1925, con decreto del Card.Eugenio Tosi, che nominò come primo parroco Don Arturo Migliavacca la nuova Parrocchia di “Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa”.
Nei primi tempi funge da chiesa parrocchiale l’antico edificio di Santa Maria alle Fonti, o Santa Maria la Rossa, che dà il nome ”Chiesa Rossa” alla zona.
Così la costruzione dell’attuale chiesa parrocchiale che affaccia su Via Lodovico Montegani, iniziò a cura dell’ingegnere Franco Della Porta in stile neoromanico, a impianto basilicale con tre navate e altrettante absidi. Furono gettate le fondamenta ma, a causa del costo eccessivo per le disponibilità della comunità, i lavori vennero sospesi e successivamente, nel 1930, fu assegnato l’incarico all’architetto Giovanni Muzio per la realizzazione di una struttura più semplice, che fu terminata nel 1932 negli elementi principali, il pronao venne completato solo nel 1960.
Del progetto originale ci rimane solo la cripta, ora salone sottochiesa, e l’edificio parrocchiale su via Neera. Muzio sviluppò la chiesa a croce latina, con la navata centrale coperta da una volta a botte, visibile in esterno, che termina nell’unica abside. Il transetto presenta un soffitto in legno a vista.
L’edificio si presenta con un aspetto monumentale e sacro privo di qualsiasi elemento superfluo: pareti spoglie e prive di decorazioni. L’altare, incorniciato dall’abside, richiama nella forma i templi greci. Il pavimento di piastrelle gresificate a fasce, con contorno di marmo nuvolato furono realizzate su disegno dello stesso architetto Muzio.
Sul fianco sinistro il fonte battesimale, inserito in una cappella ottagonale, che rimanda ai battisteri medievali. Nel battistero è possibile osservare lo splendido San Giovannino scultura giovanile di Giacomo Manzù.
Dal 1997 ospita, come abbiamo appena detto, permanentemente ”Untitled”, ultima opera dell’artista minimalista Dan Flavin.
bellissima!
bellissima. complimenti per le foto dell’interno.
non sarebbe il caso di rinominare la fermata del metrò chiesa rossa – piazza abiategrasso anzichè, come ora, il contrario?