Milano | Crocetta – Il primo centro commerciale di Mediolanum

Avreste mai immaginato che più di 1600 anni fa venne realizzato un lungo “centro commerciale” di ben 600 metri, posto ad accogliere i visitatori di Mediolanum per chi proveniva da Sud-Est? Ve lo mostriamo noi.

In epoca romana, dopo il 380 dopo Cristo, giungendo a Milano, o meglio Mediolanum, da Roma o Piacenza, si percorreva la strada che dalla via Emilia, giungeva in città – l’odierno Corso Lodi e Corso di Porta Romana-, giunti all’altezza dell’attuale Crocetta ci saremmo trovati di fronte un bellissimo Arco in pietra candida, seguito subito dopo da una lunga via porticata lunga circa 600 metri che dall’arco trionfale conduceva sino all’ingresso della porta Placentiam (Romana), denotando da subito di entrare in una grandissima e importantissima città.

Dell’Arco e della via trionfale è rimasto pochissimo o quasi nulla, solo poche tracce che hanno permesso agli archeologi di ricostruirne la sua presenza e a grandi linee anche il suo aspetto. L’Arco venne distrutto – come altre vestigia – durante il lungo assedio delle truppe di Federico Barbarossa, che rasero al suolo la città nel 1162. Probabilmente l’arco in epoca medievale venne trasformato e utilizzato come torretta per tenere sotto controllo il territorio circostante. Mentre la Via trionfale con il colonnato e le botteghe non resistette oltre un secolo dalla sua realizzazione. Infatti il complesso rimanendo all’esterno delle mura era soggetto ad esser preso di mira da ogni tipo di predone o barbaro che passasse dalla città, rendendolo di fatto una fragile preda.

La Via Porticata si trovava lungo una via trionfale lastricata, rialzata di 70 cm rispetto alla campagna circostante per evitare che si allagasse, infatti nei pressi scorreva il fiume Seveso e vi era il famoso “lago” di via Larga cn tanto i porticciolo. La via aveva un’ampiezza di circa 9,30 metri compresi i marciapiedi. Mentre i due edifici porticati si ipotizza fossero una sorta di mercato coperto con locali retrostanti (presumibilmente botteghe) con colonnato in pietra e strutture in laterizio. Gli scavi recenti, avvenuti a partire dal dopoguerra, hanno potuto anche stabilire che tipo di botteghe fossero e si è potuto anche avanzare alcune ipotesi su come potessero presentarsi, la quantità rilevante di intonaci dipinti – ritrovati malauguratamente in frammenti di minuscole dimensioni – suggerisce che molti ambienti dovevano essere anche affrescati. Per il colonnato, è stato rinvenuto solo un capitello, utilizzato per tamponare  un muro della basilica di San Nazaro. Così come 4 colonne che si trovvano all’interno della basilica e che si suppone facessero parte del famoso colonnato. Va ricordato che anche all’interno di Mediolanum vi era una via porticata, lungo il Decumano, dove oggi si trova via Santa Maria Fulcorina, nell’Ottocento vennero ritrovati i resti delle basi di colonne e una fondazione che correva per ben 75 metri.

Sotto la via porticata è documentata l’esistenza di una fognatura, parallela alla strada, in cui confluivano lateralmente gli scarichi delle botteghe.

Durante gli scavi negli anni Ottanta per la costruzione della stazione Crocetta della metropolitana 3,vennero alla luce diverse reperti archeologici, tra i quali, un basamento molto grande all’altezza dell’ingresso del teatro Carcano e una serie di altre tracce, tra le quali un presunto basamento rettangolare per un monumento funebre (ipotesi), un edificio residenziale e varie fognature. Sicuramente il basamento e i resti dell’edificio residenziale vennero demoliti e spianati (presumibilmente nella seconda metà del III secolo d.C. ) per lasciare spazio libero alla costruzione della grande fondazione per l’arco onorario che fungerà da ingresso alla via porticata e a Mediolanum.

L’Arco Trionfale l’apertura doveva essere di circa 8 m, pari all’ampiezza della carreggiata, e in tutto arrivava ai 14,75 m di larghezza, mentre l’altezza doveva essere di circa 12 metri. Per molto tempo molte fonti sostenevano che l’arco fosse quadrifronte (come nella nostra ricostruzione), con quattro archi per lato, anche perché testimoni oculari come ArnolfoLandolfo SenioreOttone Morena (tutti scrittori o cronisti del 1100) ci parlano di questo arco trionfale così come nell’opera attribuita a Sire Raul (scrittore milanese della fine del 1100, autore degli Annales Mediolanenses, in cui ha lasciato importanti cronache relative allo scontro col Barbarossa) che ne descrive i suoi quattro fornici: Sed turris quedam lapidea, mirabilis opere, posita erat in via que vadit Melegnanum, ante portam Romanam iuxta domos malsanorum, et vocabatur Arcus Romanus, quoniam quattuor arcus inferius habebat… 

Dai rilievi degli scavi archeologici, risultava che la fondazione sporgeva di circa 70 cm rispetto al piano dell’acciottolato, si deve supporre che la soprastante strada, sicuramente lastricata con basoli, aveva uno strato di preparazione abbastanza spesso da eliminare il dislivello oppure che esistesse una rampa attorno all’arco: del resto anche l’acciottolato seguiva la pendenza del suolo dalla fondazione in direzione dell’area, con un dislivello di 38 centimetri. I dati dello scavo e in particolare la presenza di materiali ben datati sotto l’acciottolato, indicano che la grande risistemazione avvenuta non prima dell’ultimo venticinquennio del 300 d.C. e concordano con quanto emerso dallo scavo di via Rugabella, in base a cui non prima della metà del IV secolo d.C. venne costruita la via porticata, imponente ingresso alla città per chi proveniva dalla direzione di Roma.

Il nostro arco come abbiamo visto resistette a tutte le demolizioni delle incursioni gote e bizantine e, sotto forma di rocca, verrà smantellata solo dalle truppe imperiali del Barbarossa. L’arco fu attribuito nelle leggende medievali al console Marcello, il conquistatore della capitale insubrica, poi a Massimiano per deduzione logica, essendo l’imperatore alla quale era stata assegnata Milano come capitale. La struttura rettangolare dell’arco si giustifica pienamente se si pensa al confronto con l’arco dei Gavii di Verona (da noi utilizzato per i nostri fotomntaggi evocativi) o, con maggiore pertinenza cronologica, con l’arco di Galerio a Salonicco che si connetteva a una via porticata come il tetrapilo di Milano. Alcuni studiosi sostengono che l’arco invece, quadrifronte, fosse simile all’arco di Marco Aurelio a Tripoli.

Arco e via Porticata dovevano dare l’impressione di entrare in una grande città, quale Milano ancora non era nel IV Secolo, nonostante il ruolo di capitale che le venne dato. Infatti la grandiosa opera viene oggi interpretata come palese propaganda politica da parte dell’imperatore Graziano, che nel 381 d.C. stabilì la sua residenza a Milano, dando il via ad una politica di collaborazione – e a tratti di contrapposizione – nei confronti del Vescovo Ambrogio, che proprio in quegli anni avviava la costruzione delle quattro basiliche, collocate in posizione “strategica” lungo i principali assi viarii della città. A conferma del periodo storico in cui vennero costruiti arco e via porticata vi è la descrizione fatta da Ausonio, che si trovò a Milano nel 379, e che non menziona nulla su alcun arco trionfale pur essendo un complesso monumentale così prestigioso, che gli avrebbe permesso di tessere le lodi del committente. Quindi è un motivo in più per collocare la progettazione della via trionfale intorno al 381-382. Altre memorie della via sono riportate nelle leggende medievali, nelle descrizioni di Galvano Fiamma (Milano, 1283 – Milano, 1344), il quale parla di un edificio “frequentissimis columnis suustentatum“, probabilmente colonne ancora esistenti ma in rovina. Anche il nome della via in epoca medievale, Borgo dritto, fa supporre la presenza della lunga strada porticata.

Immagini dell’Arco non ve ne sono, tranne un ipotetica visione realizzata nel 1776 da Domenico Aspari, il quale ricostruì l’assedio di Federico Barbarossa del 1158. Rappresentò le due cinte murarie, la romana e la “nuova” composta dai terraggi medievali. Si notano ancora il Circo, il Teatro e l’Arco (in versione turrita) trionfale romani, o almeno quello che, secondo l’Aspari, all’epoca ne restava.

Gli scavi della MM3 negli anni Ottanta, hanno permesso di stabilire finalmente che la via trionfale datava all’ultimo quarto del IV secolo e che quindi coincideva con il breve ma denso periodo della grande alleanza tra il giovane imperatore Graziano e il vescovo Ambrogio.

Ambrogio nel 380 circa, fece erigere al centro della via porticata la Basilica Apostolorum, oggi San Nazaro. Infatti dopo il 380, il vescovo Ambrogio promosse, a Milano, la costruzione di una serie di nuove basiliche, dedicate ciascuna ad una diversa tipologia di santi, (non esisteva ancora l’usanza di intitolare le chiese a un santo solo). Furono così costruite una basilica per i profeti (dedicata poi a San Dionigi, della quale si conosce solo la localizzazione vicino ai bastioni di Porta Venezia), una per i martiri (martyrum), che in seguito ospitò le sue spoglie e divenne la basilica di Sant’Ambrogio), una per le vergini (futura basilica di San Simpliciano) ed una per gli apostoli, san Nazaro in Brolo appunto. La Basilica degli Apostoli venne consacrata dallo stesso Ambrogio il 9 maggio 386.

Qui di seguito una nostra ricostruzione dell’Arco Trionfale, della via Porticata e della Porta Placentiam.

Arrivando da Piacenza si giungeva nell’area attuale di Crocetta, dove si trovava l’Arco Trionfale.

Subito dietro l’arco si apriva la lunga via Porticata che da Crocetta arrivava sino a piazza Missori.

A metà della via porticata, sulla destra entrando in città, vi era la Basilica Apostolorum, oggi San Nazaro.

Riprodotta qui di seguito la Porta Placentiam all’attuale piazza Missori.

Fonte: Immagini di Mediolanum, Civiche Raccolte Archeologiche di Milano; Milano Archeologica, a cura di Anna Maria Fedeli; Milano Romana, Mario Mirabella Roberti-Rusconi;

Antiqvitas, Milano Romana di Mario Mirabella Roberti e Civiche raccolte Archeologiche e Numismatiche di Milano.

Volumi a cura di Donatella Caporusso; Scavi Mm3 – Ricerche di archeologia urbana a Milano durante la costruzione della linea 3 della Metropolitana -1982-1990

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