Milano | Intervista allo studio Roosegaarde: tra sogno e progettualita’

Articolo di Francesca Guerci – Jr PM e divulgatrice ambientale con un focus particolare sui temi di mobilità sostenibile e rigenerazione urbana).

Dopo aver parlato con il CRO di Milano Pelizzaro sul macro-tema della resilienza e con il consulente di mobilità Bazzoni sulla progettazione di nuova mobilità e spazio pubblico, ci spostiamo in Olanda con DAAN ROOSEGAARDE per parlare di alcuni suoi progetti.

L’artista olandese Daan Roosegaarde (classe 1979) è un pensatore, innovatore e creatore di progetti sociali che esplorano sia il rapporto tra persone-tecnologia-spazio sia i paesaggi del futuro. Ha fondato lo Studio Roosegaarde nel 2007, dove lavora con un team di designer e ingegneri, con l’obiettivo di progettare un futuro migliore. Roosegaarde è stato selezionato come Young Global Leader dal World Economic Forum e indicato da Forbes come “change maker creativo”.

Personalmente ho conosciuto lo Studio grazie ai suoi progetti relativi all’inquinamento atmosferico (smog-free tower, smog-free bicycle e smog-free ring), raccolti nel programma SMOG-FREE-PROJECT. In sintesi: la torre e la bicicletta assorbono il particolato – uno degli inquinanti atmosferici che abbiamo indicato nel precedente articolo. Quello proveniente dalla torre viene utilizzato per la produzione dell’anello, mentre quello assorbito dalla bicicletta viene filtrato – il funzionamento è simile alle modalità filtranti della manta.

Chiaramente questi progetti non hanno l’obiettivo di “sostituire” i progetti di mobilità sostenibile/di riconversione energetica, ma di fungere da “azione-cuscinetto” mentre si mette in atto la conversione.

Urbanfile: Parlando dei progetti SMOG FREE – Smog-Free Tower, Smog-Free Bicycle e Smog-Free Ring – pensi che questi progetti sofisticati possano essere divulgati nelle città europee? Come dovrebbero essere diffusi e resi alla portata delle città? Quali sono i risultati concreti e gli aspetti positivi che avete osservato ad oggi?

Roosegaarde: La Smog-Free Tower è attiva in alcuni parchi di Pechino, Tianjin e Dalian in Cina; Rotterdam e Cracovia in Europa. Ho pensato: l’inquinamento è fisico, quindi potrei utilizzarlo per progettare qualcosa. Come un pittore ha i colori, io potrei avere il particolato. Per me il design non ha mai significato creare una sedia, una lampada o un tavolo, ma migliorare la nostra vita. La vera bellezza non è una borsa di Louis Vuitton o una Ferrari, ma l’aria pulita, l’acqua pulita, l’energia pulita.

Non penso che ci sia scarsità di risorse economiche o tecnologia al giorno d’oggi, ma una mancanza di immaginazione. Spero che quando i miei nipoti mi chiederanno “Nonno, cosa hai fatto nella tua vita?” io potrò rispondere “Ho creato i più grandi aspirapolveri da smog del mondo”. E poi mi chiederanno “Ma cosa significa inquinamento?”.

Nel nostro lavoro abbiamo una missione: quella di conservare aria pulita, acqua pulita, energia pulita e spazi puliti per tutti. Tutto questo significa stabilire nuovi valori e nuovi standard di vita.

Urbanfile: Pensi che la tecnologia usata nel progetto Glowing Lines (assorbimento di luce durante il giorno per permettere l’illuminazione stradale per 8h notturne) o Gates of Light (rifrazione della luce prodotta dai fari dei veicoli tramite piccoli prismi – quindi sono le auto stesse a illuminare i ponti) possa essere applicata su larga scala nelle città europee, come è stato fatto nel Van Gogh Path? Oppure l’hai pensata in particolare per autostrade, strade ad alto scorrimento e ponti?

Roosegaarde: Diciamo che tutti i progetti sono opere d’arte, ma anche prototipi per il mondo di domani. Sono proposte di come vorrei vedere il mondo. Non come utopia ma come “protopia”, cioè migliorare il mondo che ci circonda passo dopo passo.

Urbanfile: Viviamo in un periodo in cui le città europee stanno cercando di ripensare la propria struttura e mobilità – come pensi che i tuoi progetti lungimiranti possano aiutarle? Pensi che costruire piste ciclabili con la tecnologia utilizzata nel progetto Glowing Lines possa essere un modo per spronare le persone a pedalare di più, anche di notte, rendendo le ciclabili “artistiche”?

Roosegaarde: Fin da bambino sono stato attratto dai doni “luminosi” della natura come le lucciole o le meduse. Ciò che mi ispira è il fatto di ammirare la natura e parallelamente di migliorarla, creando luoghi vivibili per la quotidianità in ambienti urbani. Progetti come Glowing Lines e Van Gogh Path sono proprio esempi di questo approccio e vorrei davvero farne di più. Inoltre, viviamo in un mondo iper-tecnologico in cui i robot possono ricoprire alcuni nostri ruoli e questo implica che le capacità umane diventano sempre più importanti. La creatività è il nuovo capitale, qualcosa in cui credo fermamente.

Urbanfile: Qual è il vostro rapporto con le città e le comunità locali? Pensate che il vostro Studio possa interagire con le due reti internazionali di cui Milano fa parte (Global Resilient Cities e C40)? Non sarebbe una buona occasione per divulgare alcune best practice?

Roosegaarde: Amiamo lavorare nelle e con le città. Per noi sono i luoghi in cui esplorare e provare come possiamo creare ambienti migliori. Il mio sprone quotidiano è imparare dalla natura e applicare alcuni suoi meccanismi su larga scala per creare degli ambienti belli ed “energeticamente positivi”.

Urbanfile: Quale suggerimento vorresti dare alle città europee quando si tratta di pensare a nuovi progetti (esempio: piste ciclabili in questo specifico periodo)?

Roosegaarde: Viviamo in un periodo in cui dobbiamo ridefinire il nostro equilibrio con l’ambiente. Queste nuove sfide progettuali possono fare la loro parte creando bellezza. Integrare la natura e lasciare spazio all’esplorazione di nuove idee è il modo in cui le città possono diventare senza età.

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