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Milano | Porta Venezia – Cantiere Museo Etrusco: ottobre 2021

Dopo oltre due anni di cantiere, il Palazzo Bocconi-Rizzoli-Carraro, in Corso Venezia 52, a Porta Venezia, inizia ad essere giunto a buon punto. Come si vede dalle immagini seguenti, le impalcature vengono rimosse, mostrando la facciata restaurata dell’ottocentesco palazzo.

Si tratta del cantiere per il futuro Museo Entusco in fase di realizzazione su progetto dell’architetto Mario Cucinella.

La situazione del cantiere di questi giorni.

Referenze fotografiche: Duepiedisbagliati

Arte, Cultura, Museo, Museo Etrusco, Mario Cucinella, Porta Venezia, Corso Venezia




Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

Milanese doc. Appassionato di architettura, urbanistica e arte. Nel 2008, insieme ad altri appassionati di architettura e temi urbani, fonda Urbanfile una sorta di archivio architettonico basato sul contributo del web e che in pochissimo tempo ha saputo ritagliarsi un certo interesse tra i media e le istituzioni. Con l’affermarsi dei Social Network, che richiedono sempre una maggiore velocità di aggiornamento, Urbanfile è stato affiancato da un blog che giornalmente segue la vita di Milano e di altre città italiane raccontandone pregi, difetti e aggiungendo di tanto in tanto alcuni spunti di proposta e riflessione.


15 thoughts on “Milano | Porta Venezia – Cantiere Museo Etrusco: ottobre 2021

  1. Wf

    E un bel filare di tigli.

    Under den linden.

    I tigli sono bellissimi e crescono anche a Berlino città fredda del nord. Danno una atmosfera pazzesca alla città.

    Non questo effetto merdone cemento e asfalto che caratterizza Milano perfino nei suoi lioghi più di pregio e così centrali

    1. Anonimo

      La ciclabile (che uso) va già piuttosto bene così.

      Sotto c’è la metro a poca distanza dalla superficie, perciò i filari mi sa che te li scordi.

      1. A.D.

        Ma esistono ancora i marciapiedi a MI, o sono completamente occupati dai tavolini dei bar? E x quanto riguarda la pista ciclabile spero in un miglioramento e mi piacerebbe molto del verde lungo la via…dovunque, l’aria di Mi è così inquinata

    2. Anonimo

      Se non sei mai stato in CorsoVenezia almeno guarda l’ultima foto, la ciclabile c’è già( e mi pare l’abbia fatta la Moratti)

      1. Anonimo

        Sì, era una delle piste ridicole della Moratti: una di quelle che non si capisce dove inizia e che si interrompe nel nulla. Milano soffre ancora gli anni terribili dal 2006 al 2011 (dal punto di vista della progettazione delle ciclabili).

        1. Anonimo

          Quelle di adesso invece le stanno già pubblicando come degne di esempio nei testi di urbanistica delle migliori facoltà del mondo.

        2. Anonimo

          Certo che la Moratti di ciclabili ne ha fatte!e progettate mica poche!!
          Quando la bici a Milano non se la filava nessuno, in 5 anni quasi quante Pisapia e Sala in 10 anni! 🙂

    3. Anonimo

      “Unter” den Linden, non “under”, è tedesco mica inglese. E “Linden” maiuscolo, in tedesco il sostantivo vuole la maiuscola.

      Te l’abbiamo già detto in tutte le salse, lascia perdere le lingue, ché non sei portato (per non parlare delle tue citazioni in latino maccheronico).

      1. Annalisa Buosi

        Gentile Roberto Arsuffi, mi piacerebbe sapere se esiste in cantiere un progetto di riqualificazione del vecchio quartiere Ponte Lambro, zona periferica di Milano sud-est.
        Grazie. Distinti saluti.
        A.B.
        P.s.: complimenti per il suo blog.

  2. Annalisa Buosi

    Gentile Roberto Arsuffi, mi piacerebbe sapere se esiste in cantiere un progetto di riqualificazione del vecchio quartiere Ponte Lambro, zona periferica di Milano sud-est.
    Grazie. Distinti saluti.
    A.B.
    P.s.: complimenti per il suo blog.

  3. Wf

    Un bel filare di tigli invece di tutta quella merda di asfalto.

    Riduciamo la carreggiata che è troppo larga.

    E via.

    Milano cambia volto.

    Il verde feve essere pervasivo e non deve essere confinato ai parchi

    1. Anonimo

      Hai la capacità unica di esprimere concetti che spesso apprezzo in un modo che me li fa disprezzare

      Ci vuole del talento

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