Milano | Centro Storico – La città scomparsa: San Donnino alla Mazza e lo stretto passaggio pedonale

Milano Centro Storico. Tra via Bigli e via Monte Napoleone si trova un piccolo e stretto passaggio pedonale, quasi impercettibile, confuso fra le sfavillanti vetrine acchiappa turisti. L’ingresso da via Monte Napoleone, al civico 25, è piuttosto modesto e situato quasi di fronte all’incrocio con via Santo Spirito. Da via Bigli, invece, l’entrata risulta più graziosa, pur mantenendo un aspetto discreto. In entrambi i casi, si ha l’impressione di attraversare un portone privato.

Questo passaggio ha un nome ufficiale: Galleria Monte Bigli. Si tratta di una proprietà privata del Condominio di Monte Napoleone n. 25, ma è aperto al transito pubblico in quanto ospita alcune attività commerciali.

Entrando in questo passaggio angusto, si nota immediatamente il dislivello tra le due vie, pari a sei gradini perché via Bigli è posta più in alto di parecchi centimetri ( non molto, ma d’altra parte siamo a Milano, città abbastanza piatta). Sulla destra (entrando da via Monte Napoleone) si scorge un antico muro in mattoni e blocchi di pietra, traforato da alcune fessure, finestrelle, una porta moderna e un portoncino antico oggi murato, sormontato da un architrave in pietra e un archetto.

Ma qual è la storia di questo muro e perché lasciato in evidenza?

Si tratta della fiancata destra di un’antica chiesa medievale: San Donnino alla Mazza, come recita una lapide posta sullo stesso muro.

Della chiesa, edificata all’incirca nel 1162, rimane oggi solo questo muro. La fronte si affacciava sulla piazzetta formata da via Bigli, dove la strada si piega leggermente e il retro dava su via Monte Napoleone. La chiesa venne costruita dai milanesi tornati in città dopo le devastazioni operate da Federico Barbarossa, a ridosso delle antiche mura romane, lungo le quali scorreva il fiume Seveso.

Dedicata a San Donnino, martire del IV secolo, la chiesa prendeva il nome dal soldato al servizio dell’imperatore Massimiano (286-305 d.C.). Secondo la tradizione, San Donnino fu perseguitato per essersi convertito al Cristianesimo e venne decapitato presso il torrente Stirone, vicino a Fidenza, il 9 ottobre 299. La sua iconografia lo rappresenta con la testa mozzata in mano. A Fidenza, di cui è patrono, le sue reliquie sono conservate nella cripta del Duomo.

Mentre il curioso suffisso “alla Mazza” sembra derivare da una statua romana raffigurante Ercole (solitamente rappresentato con una mazza) o, secondo altre fonti, da una statua di Giano bifronte. Questo elemento, proveniente da un tempio romano situato nelle vicinanze, sarebbe stato sostituito dalla chiesa primitiva, costruita in forme semplici.

Secondo Serviliano Latuada, nella sua celebre guida di Milano (1737-1738), la chiesa medievale aveva una sola navata e tre cappelle: due laterali e una maggiore. Nella cappella laterale si trovavano due affreschi di Maria Vergine dipinti da Bernardino Luini, mentre sull’altare maggiore era collocata una tela raffigurante San Girolamo, di autore ignoto. Non si sa se queste opere siano state recuperate o siano andate perdute.

La chiesa venne completamente ricostruita nella seconda metà del XVII secolo su progetto dell’architetto Andrea Biffi, ma la facciata rimase incompiuta. Dopo due secoli come parrocchia, fu sconsacrata nel 1787, venduta a un privato e infine demolita nel 1803.

L’edificio, quello costruito al suo posto nel 1803, inglobò il muro superstite della chiesa, che riemerse solo nel 1958, quando la costruzione ottocentesca fu abbattuta per la nuova struttura.

Dell’antica chiesa di San Donnino alla Mazza, oltre al muro, restano oggi il sagrato e un disegno del progetto incompiuto della facciata, che, se realizzata, sarebbe stata una delle più belle del barocco milanese.

Qui di seguito la nostra ricostruzione in 3D della facciata barocca.

  • Referenze immagini: Roberto Arsuffi; Milano Sparita; meisterdrucke; Oratorio di San Donnino al Corletto, nel territorio della parrocchia di Cittanova di Modena
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5 commenti su “Milano | Centro Storico – La città scomparsa: San Donnino alla Mazza e lo stretto passaggio pedonale”

  1. Ennesimo e innumerevole esempio di come le strade fatte esclusivamente per le esigenze delle automobili stanno rovinando il centro storico di Milano.

    Un reperto medievale anno 1000 affogato in superstrada di catrame.
    Tra rombo di motore e puzza di smog.

    Bellezza e archeologia annullate da 4 poveracci di spirito in suv e cafonalmobili .

    Tutto asfalto da autodromo e zero marciapiedi o pietra naturale medievale …

    La bruttezza è proprio dentro i ricchi cafoni milanesi.

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    • Sì nel 1803 sfrecciavano a Milano molti SUV. Perfino Manzoni ne aveva uno.
      Grazie a UF per questo articolo, sempre molto interessanti questi spunti, Milano e i milanesi stessi dovrebbero ricordare di più la propria storia

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  2. Bellissimo articolo! Quante volte noi milanesi ci siamo chiesti quali vicende storiche avessero portato a quello stretto passaggio…ora la curiosità è soddisfatta, grazie.

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