Milano | Bullona – Una passeggiata in via Monviso: maggio 2018

Ogni tanto mettiamo insieme un po’ di cantieri minori radunati per quartieri o zone. Questa volta ci limiteremo a “passeggiare” in una via che troviamo interessante e che presenta tutto sommato solo tre cantieri, ma che si sta lentamente trasformando, ci troviamo in via Monviso alla Bullona. Partendo dalla stazione della M5 Cenisio, perciò da via Cenisio, iniziamo a percorrere questa via intitolata alla grande montagna piemontese (visibile anche da Milano quando il cielo lo permette), un tempo zona industriale e adesso un pezzo alla volta è in fase di rinnovo come vedremo.

Anzitutto sulla sinistra ci troviamo il grande deposito ATM di via Messina, dove i tram vanno a fare la “nanna” e vengono eventualmente riparati. Di fronte, al civico 41, troviamo il primo grande intervento edilizio appena cominciato, Monviso 41, una conversione da terziario a residenziale abbastanza interessante. Qui trovate i rendering di come sarà convertito. E’, come si vede, è iniziato da diverse settimane lo spoglio e le bonifiche dell’edificio.

Proseguendo, ci troviamo nello slargo all’incrocio con via Tartaglia, a dire il vero un’incrocio un po’ disordinato. Sull’angolo smusso del deposito ATM le auto vengono parcheggiate a vanvera nel solito caos tipico italiano. Comunque, proseguendo, riprendiamo il percorso, di via Monviso, dove non possiamo non notare la presenza all’orizzonte delal torre del Dritto di CityLife all’orizzonte, quasi fosse un obelisco che ci attrae.

Proseguendo verso il Corso Sempione ci imbattiamo nell’edificio appena terminato di Via Monviso B32. Secondo noi un grazioso intervento che si incastra tra una palazzina anni Venti e una anni Sessanta.

Quasi di fronte si trova la graziosa Basilica della Madonna di Lourdes, dove nel giardino antistante troviamo la riproduzione della grotta miracolosa.

Il culto della Vergine di Lourdes si diffuse là nel 1862, ma come e quando arrivò a Milano, in quello che era chiamato il “borgo degli ortolani”? Ci pensarono due fratelli sacerdoti, Giuseppe e Antonio Videmari, che, dopo aver costruito alla fine del XIX secolo una cappella dedicata a Sant’Anna, acquistarono nel 1893 una porzione di terreno agricolo nella giurisdizione della parrocchia della SS. Trinità, per costruirvi dapprima una grotta e poi un santuario dedicato alla Madonna di Lourdes, a cui era particolarmente devoto don Giuseppe, perché era guarito da un tumore alla gola grazie alla sua intercessione. La grotta, proprio come a Lourdes, doveva essere collegata alla facciata e poi al campanile, ma il terreno friabile e ricco di rogge non lo permise: quindi grotta, santuario e campanile sorsero staccati.

Il Santuario fu iniziato nel 1895: vista la sua destinazione ai malati, don Antonio volle che adiacente alla grotta sorgesse un convalescenziario, ancora oggi ben visibile, anche se con altra destinazione d’uso. La costruzione della chiesa terminò nel 1902, ma oltre all’opera estenuante dei due fondatori ci fu sempre l’aiuto della comunità dei fedeli, che si sentivano responsabili della loro chiesa locale. Raccontano che i mattoni furono messi in vendita a 10 centesimi l’uno per raccogliere fondi: l’episodio sarebbe forse stato dimenticato se l’arcivescovo Montini, durante una sua visita pastorale, non avesse ricordato che anche la sua famiglia ne aveva comperati.

Nel 1910 la Chiesa fu tolta dalla giurisdizione della SS. Trinità, per diventare poi parrocchia urbana nel 1925 per decreto del cardinale Tosi. Lo stesso anno fu posta ai piedi della grotta una statua di Bernardette e nel 1935 fu posta una fontana d’acqua potabile a imitazione di Lourdes. Fu infine solennemente consacrata dal cardinale Schuster il 1° novembre 1942, l’anno prima che una tremenda incursione aerea, l’8 agosto, le procurasse danni gravissimi.

Con la ricostruzione, avvenuta nel dopoguerra, tornò alla sua solida integrità e fu proprio l’arcivescovo Montini a concedere alla chiesa il titolo di Basilica Minore Romana: per quella occasione, con l’oro raccolto fra i fedeli, fu fusa una corona per la statua di Maria, che ancora oggi i devoti ammirano.

Oltre ai singoli fedeli la chiesa apre le sue porte alle associazioni che accompagnano i malati a Lourdes: spesso, infatti, alcuni giorni dopo il ritorno, propongono una liturgia di preghiera e ringraziamento.

 

Questa che segue è la parte più “antica” della via, dove si trovano una serie di graziosi edifici sorti a grosso modo all’inizio del 1900.

Prima però non potevamo non ammirare le torte il Kranz della Pasticceria E Gelateria Bolge’ di Via Monviso, 14.

 

Sbirciando nel lungo vicolo-cortile di via Monviso 10, tra i bellissimi palazzi del primo Novecento, si nota il cantiere di via Mantegna 6. Un recupero di una bella palazzina liberty che da ex industriale diventerà una bella residenza.

Conclude la via l’istituto scolastico posto all’angolo con via Mantegna. Particolare curioso è il marciapiede decorato con ciottoli di fiume che formano giochi classici di strada, tabelle, e altri grafici classici dell’età scolastica.

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