Come abbiamo visto, sabato 27 ottobre, sotto una pioggerella autunnale, è stata inaugurata e aperta al pubblico la Biblioteca degli Alberi, progettata dallo studio Inside Outside|Petra Blaisse di Amsterdam e finanziato da Coima.
Dopo aver visto piazza Gioachimo, possiamo proseguire e osservare viale della Liberazione, il viale che sino a 20, 15 anni fa era un semplice viale (a Milano i viali sono vie di grande scorrimento e non necessariamente “viali alberai”) con grandi aiuole sul lato settentrionale e le famose Varesine, le giostre, sul lato meridionale.
Nella nuova sistemazione lo studio Inside Outside ha trasformato la via in una sorta di rambla ombreggiata (non ancora, visto che gli alberi sono ancora giovani) da Tilia Tomentosa, il Tiglio Argentato.
Un percorso pedonale al centro e due aiuole ai lati che unisce piazza San Gioachimo con via Melchiorre Gioia e Piazza Einaudi. Al momento delle nostre foto parte della via era ancora racchiusa in parte dalle cesare di cantiere.
Anche questo intervento lo abbiamo trovato ben fatto, anche se ci sono alcune cose poco chiare, come ad esempio il fatto che per il momento la stradina per collegare l’accesso ai mezzi motorizzati alla sottostante stazione del Passante Ferroviario sia senza drenaggio e senza asfalto, così che con le piogge di questi giorni autunnali si è trasformata in un mini acquitrino. Sicuramente, vogliamo sperare, sarà questione di tempo.
Altra cosa che non ci è piaciuta sin dall’inizio è la collocazione della scultura la Condizione Umana, la scultura dell’uomo imprigionato di Agenore Fabbri in precedenza collocata al centro di piazza Einaudi, in bronzo e acciaio inox dell’1983. Ora è stata spostata lungo viale della Liberazione nella nuova passeggiata alberata. Noi l’avremmo messa in una posizione migliore, magari al centro di una piazzettina lungo il percorso pedonale o come avevamo fatto tempo fa, provando a collocarla, ad esempio, al centro di piazza Alvar Aalto.
Abbiamo notato anche che il tratto vicino al ristrutturato palazzo d’angolo “The Corner” le aiuole non sono state sistemate, visto che qui c’è ancora un cantiere attivo. Ci siamo chiesti come colmeranno il dislivello di parecchi centimetri.
Volevamo far notare come, un genio di motociclista, abbia scelto di parcheggiare il proprio mezzo al centro della pista ciclabile.
Vi ringrazio x gli articoli intetessanti che fate.
Saluti padani.
Mi sembra molto bella.
Manca solo qualcosa che impedisca ai motocoglionazzi di percorre la pista per le biciclette a tutto gas e poi parcheggiare sopra come fosse un parcheggio privato riservato.
“La Condizione Umana” credo sia la scultura più sopravvalutata di tutta Milano… E’ talmente didascalica e scontata da essere quasi comica.
Comunque speriamo che in quel punto trovi pace, per tutto il resto ci sono alberi e arbusti, che grazie al cielo nel bel lavoro di sistemazione non mancano.
Ma tra la strada e la passeggiata verrà messa una barriera? Tipo una ringhiera?
Non so quando siano state scattate foto.
Io ci sono passato mercoledi 31 ottobre perchè volevo testare la qualità della pista ciclabile e quel motorino era già li parcheggiato.
A parte i soliti maleducati che parcheggiano il motorino proprio in mezzo alla sede dedicata alle bici, si capisce benissimo che chi supervisiona i progetti e la direzione dei lavori di arredo urbano non sa cosa voglia dire pista ciclabile.
Ma vi pare logico che a 2 giorni dall’ apertura le piante invadano gia metà della carreggiata? e tra due settimane? verranno tagliate?
Che la pista ciclabile finisca in un incrocio pericoloso con passaggio di auto? (incrocio con Melchiorre Gioia)? Che non vi siano segnalazioni orizzontali per indicare l’arrivo di una pista ciclabile?
Finito viale liberazione direzione Garibaldi, come al solito il ciclista non sa che cosa fare e dove andare, come arrivare alla biblioteca degli alberi (con i suoi 5km di piste ciclabili da percorrere a velocità moderata)? come attraversare la strada? ..Ah si, si usano il semaforo le strisce pedonali…
Non voglio polemizzare, vorrei solo far presente la poca attenzione alla funzionalità degli spazi e alla mediocrità di alcune scelte progettuali.
Vogliamo imitare gli altri e dire che siamo una città moderna (generica, tanto per citare uno dei tanti olandesi che realizzano progetti a milano)? Dovremmo studiare prima imitare male e poi millantare!