Milano | Spazio Pubblico – Diffusione dei dehors e dell’occupazione di spazi e aree pubbliche

In questi ultimi anni anche in città si è verificato il fenomeno della diffusione dei dehors e della maggiore occupazione di spazi e aree pubbliche (sopratutto parcheggi auto), che riguarda i bar e i locali di ristorazione; realtà che poi si è ampliata a seguito della pandemia come un incentivo e un sostegno per queste categorie da parte del Comune.

Si sono avuti aspetti positivi e si sono evidenziati dei limiti nell’uso dello spazio pubblico urbano.

In una delibera specifica nel 2015 le attività commerciali hanno avuto la possibilità di installare il proprio dehor nelle strade soggette a limite di velocità, anche in un’area destinata a parcheggio pubblico, purché venisse rispettata la modularità del posto auto e non fossero invase le corsie di manovra.

L’amministrazione comunale dichiarava che grazie a questo provvedimento molte aree della città sarebbero diventate ancora più fruibili per i cittadini, e che in questo modo si puntava a valorizzare degli spazi da dedicare alla socialità, in aree in cui i pedoni fossero i protagonisti.

E la delibera di Giunta dell’8 maggio 2020, a seguito della pandemia, ha davvero reso molto più semplice la richiesta e l’ampliamento di concessione per l’esercizio di somministrazione sul suolo pubblico e deciso anche la sospensione della tassa di occupazione Cosap.

E così in breve tempo sono quasi raddoppiati i metri quadrati per questi spazi: i tempi ridotti delle autorizzazioni sono stati davvero un incentivo e un sostegno alla ripresa immediata delle attività commerciali, mentre a Milano si è potuto assaporare uno spirito di città più europea.

Infatti, è stata un’opportunità, in parte riuscita, per contribuire a qualificare meglio lo spazio urbano e “l’immagine della stessa città”, come è già avvenuto in alcune altre realizzazioni fatte dal Comune. In alcuni casi colorati di “urbanistica tattica”, nel discreto rinnovamento di qualche piazza e in quella splendida area verde all’Acquabella e Monforte, che va da Piazzale Susa, passando da Corso Plebisciti, Piazzale Dateo, in Corso Indipendenza e nel giardino Italo Pietra, sino a piazza Tricolore, a seguito della rimozione dei cantieri M4. Inoltre, nelle cinque aree pedonali in centro rese definitive, che il Comune ha programmato di sistemare.

I quartieri di Isola, Città Studi, Porta Vittoria, Porta Romana, Darsena si sono ravvivati con una verve prima conosciuta principalmente nelle aree pedonali di corso Como, Brera e tra Duomo e San Babila, però senza riuscire a cogliere in pieno il meglio dei modelli delle città europee, come quelli delle birrerie e dei cafè dai loro tipici tendoni e dai tavolini all’aperto come a Parigi, Barcellona, Vienna, e pure a Berlino e Londra.

Comunque, dopo il lockdown del 2020, sono state pedonalizzate alcune vie e in altre sono stati imposti limiti di velocità ai veicoli, allo scopo di garantire la sicurezza dei pedoni e l’uso dei tavolini anche in carreggiata e Milano, grazie ad alcuni progetti coordinati in certe zone, si è arricchita di nuovi spazi pubblici.

Per noi il più interessante è quello di via Sottocorno (Porta Monforte), ideato da otto ristoratori che ha reso più attraente una via sia agli avventori che ai residenti, coinvolgendo il quartiere e rispettando la gente che vi abita, con lo scopo di aiutare la ripresa dei locali e rendere più piacevole la zona, creando una passeggiata serale come si fosse in un piccolo borgo. Questi ristoratori, quindi, hanno incaricato l’architetto Carolina Vecchioni di predisporre un effettivo disegno d’insieme, personalizzato con gusto dagli stessi gestori, che hanno scelto le piante delle barriere verdi nei propri spazi.

Purtroppo per la città, mancando una visione di insieme e la capacità di indirizzare progetti regolati almeno per zone, si è privilegiato pure nelle successive delibere solo l’aspetto burocratico come nella successiva riduzione del 20% del costo della tassa di occupazione Cosap, pur esprimendo la volontà di migliorare il regolamento.Indichiamo a titolo di esempio, alcune realizzazioni per noi apprezzabili per esteticità e/o funzionalità.

Inoltre, il nuovo e recente regolamento approvato dal Consiglio Comunale per rendere le concessioni dei dehors da provvisorie a permanenti, sembra complicato: alcuni punti sono già entrati in vigore subito mentre il provvedimento sarà a pieno regime per l’estate del 2024.

La città verrà divisa per zone e un organismo esaminerà in particolare le aree di movidaDuomo, Arco della Pace, Ticinese, Darsena, Navigli, Tortona, Nolo, Corso Como, Piazza Aulenti, Corso Garibaldi, Brera, Isola, Lazzaretto, via Melzo, Via Sarpi, Bicocca. È stato anche dichiarato che il ruolo degli amministratori sia quello di armonizzare interessi diversi, e di trovare un equilibrio nel rispetto sia delle attività commerciali sia del diritto alla salute e alla quiete pubblica dei cittadini e delle cittadine, ma i controlli sembrano assenti, come anche quello per il divieto di fumare a distanza ravvicinata.

Pare evidente che ristoranti e caffè mirino ad ampliare lo spazio per i tavolini all’aperto, ma pure chi passeggia ha diritto a un suo “spazio vitale” adeguato: i pedoni sono ancora i protagonisti dei marciapiedi e delle isole pedonali?

Mentre nelle capitali d’Europa esistono modelli, anche formali, di arredo urbano rispettati da tutti, per individuare soluzioni innovative in grado di trasformare le occupazioni di suolo pubblico in fogge appropriate: nelle città anglosassoni sono le urban design guidelines, strumento di controllo qualità e standardizzazione per abbattere i costi.

Ci eravamo già occupati della sciatteria nel centro storico presente tra il Duomo e il Castello in un articolo del 2021; di seguito alcuni esempi di dehors e occupazione di spazi e aree pubbliche in diverse zone della città, dal centro alla prima periferia, che riteniamo perlomeno discutibili per esteticità e/o funzionalità:

A Firenze più di dieci anni fa è stato indetto perfino un concorso internazionale di progettazione sul tema e un successivo autorevole convegno, e a Roma il Comune ha concordato con i proprietari dei locali in via Veneto dehors con un disegno e un colore uguali per tutti; ed essendo il regolamento attuale della città troppo ampio vorrebbe proporre una serie di prototipi sia per i dehors che per i tavolini e le sedie su delle pedane sotto degli ombrelloni, scegliendo per questi alcuni colori da permettere.

Anche a Milano recentemente si è accennato che bisognerebbe individuare dei canoni estetici precisi, con un organo ad hoc che si occupi di farli rispettare, sia in centro che in periferia, come accade, ad esempio a Parigi: un modello con tavolini e sedie da bistrot tutti uguali e inoltre la progettazione strada per strada, piazza per piazza, area per area.

Tuttora i marciapiedi della città sono gli unici in Europa utilizzati di fatto in modo continuo come parcheggi selvaggi tollerati, perlomeno il Comune ha iniziato a elaborare e studiare una mappatura di tutti i parterre alberati in città.

A Milano che potrebbe essere di nuovo pulita come era fino a qualche anno fa, sui marciapiedi dovrebbero camminare solo i pedoni e gli altri mezzi essere accompagnati a mano, tranne nei rari casi consentiti.

Un nostro articolo del 2021.

Referenze immagini: Google; Roberto Arsuffi, Guido Angelini

Dehors, Spazio pubblico, arredo urbano, Milano, socialita

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

29 commenti su “Milano | Spazio Pubblico – Diffusione dei dehors e dell’occupazione di spazi e aree pubbliche”

  1. ” i pedoni sono ancora i protagonisti dei marciapiedi e delle isole pedonali?” Bella domanda, risposta: in via Dante, NO.

    La sciatteria e l’ invadenza delle baraccopoli, della suddetta via, erroneamente, non vengono segnalate nell’ articolo; si punta il dito, invece, contro strutture che, seppur non il massimo, arrecano un disturbo relativo, come quelle in zona San Babila; penso che a nessuno freghi qualcosa dei palazzoni stile fascio/vetro acciaio circostanti; sarebbe invece bellissimo poter riscoprire la Galleria finalmente libera da strutture TROPPO invadenti.

    in via Dante prima o poi qualcuno si farà male seriamente, tra monopattini, pedoni e ciclisti e “rider” sparati a tutta velocità con finte bici-veri/motorini elettrici, che, proveniendo dal Castello, devono per forza invadere la corsia opposta, ovvero portarsi a sinistra, contro il codice della strada; quando accadra. sarà divertente sentire le dichiarazioni istituzionali.

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    • Si vabbè bum!
      Sta crociata su via dante solo perché jon è più il deserto di parrucconi che piace tanto a te…

      E i catafalconi delle foto postate invece ti piacciono tanti

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      • Damatrà barlafus d’ un roman del menga, :se te penset de vess original a postà semper i to pirlad inscì, te disi, roman del menga (e 2,) de bon, che tii te paret domà penos e ciola.
        Se te minga capi quel de sura, alura, semplicement, fa un po quel che ti te fe semper, a tucc i hor, va , va un po’ a da via el cu.

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    • Purtroppo i pedoni non hanno piu i marciapiedi in nessuna parte della città tra riders, ciclisti, monopattini e tavolini invadenti. Dovrebbero iniziare a multare tutto ciò che viaggia sui marciapiedi che non sia un pedone!

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  2. I dehor in via Dante sono uno scempio, andrebbero fortemente ridimensionato. In particolare ce n’è uno che occupa più di metà della carreggiata, facendo da tappo al flusso pedonale e di ciclisti (che non dovrebbero passare lì, ma le vite parallele sono impraticabili tra pavè rotaie e automobili).
    Inoltre ostruisce il cannocchiale prospettivo verso il castello.

    Per me i dehor dovrebbero limitarsi a tavolini e fioriere, mentre ombrelloni e soprattutto strutture chiuse semipermanenti, altamente impattanti dal punto di vista visivo, andrebbero abolite, specie nelle zone monumentali.
    Tra l’altro trovo orrendo starci dentro anche da cliente. Sono una delle piaghe di Milano di questi anni.

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    • Chiamarli dehor ci vuole fantasia… a me sembrano, soprattutto in inverno, dei “rifugi” provvisori. Ma siamo sempre lì… Se il comune non c’è, non fa controlli e poi senti parlare di commissione paesaggistica ti viene solo da ridere!

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    • Giuste osservazioni, inoltre via Dante, sembra che sia totalmente area pedonale, ovvero senza più una carreggiata stradale ben definita, invece questa è ancora presente, seppur in forma quasi inavvertibile.

      In altre parole, esiste ancora un minimo dislivello tra i due lati, i teorici marciapiedi e la “strada” vera e propria, questa stranezza comporta il rischi di numerose cadute tra ciclisti e utenti di monopattino, sia per la pericolosità intrinseca del dislivello, sia perchè questo scalino infido capita spesso che deve essere scavalcato con la ruota quasi parallela per evitare di scontarsi con qualcuno che viene in senso opposto o che tenta un sorpasso senza curarsi, e allora…la caduta, stile rotaia del tram presa male.

      E questo accade soprattutto dove ci sono i baracconi, che restringono la strada.

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  3. Serve necessariamente più spazio per i pedoni, per le attività commerciali e per i ciclisti in città.

    L’unico modo per ottenere più spazio è sottrarlo a chi ne occupa di più e in modo improduttivo o arrecando danni alla società, cioè alle auto.

    Bisognerebbe darsi obiettivi certi, come eliminare ogni anno un 10.000 posti auto e pedonalizzare ogni anno una decina di vie; tra una decina d’anni saremmo finalmente una città vivibile.

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  4. D’accordo sulle pedonalizzazioni, per esempio si presta molto l’area di piazza santo Stefano e via Laghetto, però anche in zone già pedonalizzate come via Dante ci ritroviamo con poco spazio per i pedoni e ciò è assurdo. Per non parlare di Brera, una vergogna, vicoli dove sarebbe piacevole passeggiare deturpati da dehor e affollatissimi.
    Ma tanto se si riduce lo spazio i pedoni si adeguano e diminuiscono, come il traffico, quindi avanti così! Il fatturato prima di tutto!

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    • C’è un mare di spazio in città, basterebbe avere un minimo di coraggio e toglierlo alle auto.

      Invece abbiamo ancora auto a due passi dal Duomo, piazza Fontana, piazza Diaz, piazza Santo Stefano… e ancora auto in corso Garibaldi, in via Marghera, in zona Piazza Piemonte, Carducci o corso Magenta che dovrebbero essere a vocazione pedonale e invece fanno schifo.

      E intanto i pedoni vengono ammazzati e falciati ogni giorno come birilli in questa città di automobilisti da formula 1 e nessuno fa niente. Io sto perdendo le speranze, siamo sicuri che vada bene così? Che esci per due passi e ti salta addosso una automobile e ti ammazza?

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        • No tesoro, infatti a Milano solo le auto che ammazzano. Non le bici. Leggi un po’ di cronaca cittadina, cerca qualche dato. Poi fai pace col cervello e torna a commentare.

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        • Ma tutto a posto? Leggi i giornali o stai tutto il giorno a scrivere fesserie? Ogni giorno si legge di incidenti mortali causati da chi guida auto e moto. Sii un po’ onesto intellettualmente e ammetti che a Milano ci sono troppe auto. Vanno ridotte. Così facendo chi avrà DAVVERO necessità di usare l’auto sarà agevolato.

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          • Onestà intellettuale, manco sanno che cos’è.

            È sempre colpa del più debole, non c’è niente da fare. Anche Salvini, ahimè ministro delle infrastrutture, ha detto la colossale boiata che Milano non è adatta per bici perché ha vie troppo strette. Quindi è adatta alle auto, che si sa, sono proprio strette, praticamente tascabili, ideali per una città congestionata.

            Se pure gli “esperti” non sanno cosa dicono come si può pensare che un commentatore qualunque sappia ragionare?

      • Ancora con questa storia della formula1 ma basta . È vero che qualcuno che va forte c’ è sicuramente ma non si puo generalizzare . Io ti assicuro che ci sono moltissimi pedoni che fanno cose assurde senza che l’ autista vada forte . Piantatela di puntare il dito contro gli automobilisti( che sono comunque responsabilizzati) perche i primi ad essere incivili , maleducati ,irrispettosi delle regole e distratti da qualsiasi cosa ,son proprio i pedoni( che non sono affatto responsabilizzati in nessun modo) commettendo errori madornali e per questioni probabilistiche ogni tanto ci scappa l incidente , il ferito , il decesso . Molto spesso il pedone è talmente ignorante, nel senso che ignora, che vede solo cio che vuol vedere , perde di vista il contesto entro il quale si muove , come se fosse un estraneo ,non badando minimamente alla comprensione delle dinamiche stradali . Quindi per lui tutto è un affronto senza capire realmente cio che sta succedendo intorno a lui, a prescindere . Mentre l’ autista ha una visione piu completa della realta che lo circonda , prevede mosse e dinamiche varie e deve tener conto di un numero di variabili , il pedone di contro ha una visuale piu ampia ma la comprende assai poco , è molto meno integrato , ne è distante. Quindi per favore un po meno astio perche se ci si ferma un po a pensare o a valutare altri ambiti che non sia il nostro si puo’ benissimo capire che tutti sbagliamo e sbaglieremo ancora . Tutto sta semmai a fermare colui che sbaglia invece di colpevolizzare tutta una categoria( o piu categorie) . Sarebbe sempre bene tenerlo a mente ,prima che questo sentimento comune sfoci in qualcos altro. Politicamente e socialmente .
        Ci tengo a precisare che ogni tanto succede di capirsi col pedone senza bisogno di parole , basterebbe essere presenti a se stessi e ben disposti verso il prossimo per comprendersi e aiutarsi

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        • Ma posso chiedere in che città vivi?
          Francamente, mi sembra proprio che il tuo post descriva benissimo la situazione a Milano – e non solo a Milano – da un punto di vista antropologico, ovvero per come è ridotta la società attualmente: parli del “pedone” come se fosse un oggetto dell’ arredo urbano, però semovente…un entità a se stante, non un essere umano, estraneo alla categoria nobile e pura degli automobilisti.

          Non ci meravigliamo se succede quel che succede a Milano. Sembra di leggere quel che scrive un robot/drone che valuta gli “oggetti” lungo la strada mentre trasmette alla centrale operativa…ciòè fa veramente impressione, ma siamo diventati veramente così?
          Vedi, il fatto è che il “pedone” che tu descrivi è quello che pochi secondi dopo entra nella sua auto o furgone e guida male, molto male; i pedoni che attraversano correttamente sulle strisce invece, sono quelli che poi guidano in modo civile e che, però, sulle strisce attraversano solo quando sono passati tutte gli automobilisti, quelli senza macchia e senza paura…ma rallentate e fate attraversare la gente, SULLE STRISCE!

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          • Siete voi che mitizzate( o vi fate abbindolare dalla propaganda .) i pedoni. Per me la societa’ è malata in generale perche ci hanno plasmato nei decenni , anche dividendoci in modo tale da spostare sempre l attenzione su altro lasciandoci scannare tra di noi

        • Ah Giacomí ma che stai a dire?
          Le auto piombano addosso ai pedoni e li ammazzano. Sui marciapiedi. È colpa dei pedoni che fanno i pedoni sui marciapiedi?

          Le leggi le cronache o sai solo leggere i post Facebook di Quattroruote, di Salvini e di Libero?

          Qua è in atto una strage di gente che va a piedi e in bicicletta e si dà sistematicamente la colpa a chi va a piedi e in bicicletta, come se fossero tutti suicidi in cerca della propria morte.

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          • Ah bbeello io ci vivo in strada ! Da decenni . Parlo di cose che so , e le auto non vanno sui marciapiaedi semmai sono i pedoni che saltan giu quando gli gira senza rispetto neanche per se stessi . Se vuoi capire capisci .

  5. I dehors vanno regolati, ce ne sono di tutti i tipi in legno, in ferro, ecc. Alcuni sono orrendi.
    Inoltre vogliamo parlare di chi abita sopra questi fantastici dehors dove i clienti fanno un gran casino e la gente non riesce a riposare!!!
    No dehors , no basta sui marciapiedi ..passate da città studi piazza Piola ecc. non si cammina la gente maleducata sbragata sulle sedie dei tavoli e i pedoni fanno fatica a passare. Ma la Polizia locale non controlla?? Evidentemente no.

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  6. Questo blog ormai è pieno di tassisti che odiano pedoni e ciclisti.

    Che pena che mi fanno. Guadagneranno anche un sacco di soldi, senza pagare tasse e fregandosene di pos e regole. Ma tutto il giorno in una macchina nel traffico i hanno fatto perdere la connessione con la realtà.

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  7. Come fa il comune a concedere tutto questo spazio pubblico, sottratto ai pedoni, mi riesce impossibile da capire, o forse no. In piazza Cordusio da quando si è piazzata Starbuck, che ha provveduto a recintare praticamente tutto lo spazio davanti, per passare di domenica bisogna camminare per strada. Delle due l’una : o gli amministratori se ne strafregano o volano mazzette a go go. Ma è solo la punta dell’iceberg.

    Saluti

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