Una storia di trasformazione urbana che vi cerchiamo di spiegare a capitoli.
All’inizio dell’Ottocento l’area dove ora svettano i grattacieli di Porta Nuova e Garibaldi si trovava ancora fuori dai bastioni del ‘500. Era ancora area agricola disseminata da cascine, vi scorreva il canale della Martesana, costruito nel 1460, il fiume Seveso ed una infinità di rogge. All’epoca la popolazione di Milano arrivava a circa 135.000 abitanti.
Qui nel 1840 venne costruita la prima stazione ferroviaria di Milano (oggi l’Hotel Moschino), fu la seconda d’Italia (infatti la storia delle ferrovie in Italia ebbe inizio con l’apertura di un breve tratto di linea ai piedi del Vesuvio, la Napoli-Portici di poco più di sette chilometri, che venne inaugurata l’anno precedente, il 3 ottobre 1839).
Nel 1850, dieci anni dopo, venne costruita la nuova stazione di Porta Nuova, lungo la Martesana (oggi sede della Guardia di Finanza), a pochi metri dalla vecchia stazione.
Con l’aumento della popolazione (al 31 dicembre 1861, ammontava a poco più di 200.000 abitanti) e l’aumento delle strade ferrate, portano alla realizzazione di una nuova stazione ferroviaria poco distante. Così nel 1864 venne inaugurata la Stazione Centrale a Porta Nuova, in piazza Fiume, per l’appunto oggi Piazza della Repubblica, una stazione di transito.
Con il passare degli anni la stazione divenne angusta e inadatta all’aumentato traffico ferroviario e di utenti, ma, trovandosi circondata da costruzioni, non poté essere ampliata. Se ne dovette progettare perciò la sostituzione con un nuovo impianto di testa posto circa 700 metri più a nord, l’attuale Stazione Centrale, che venne inaugurata nel 1931.
Tutto questo spazio di vuoto urbano ha suscitato per anni centinaia di progetti di sviluppo rimasti poi sulla carta (spesso per fortuna), noi li abbiamo raccolti alcuni per mostrarvi cosa avremmo potuto avere.