La piccola chiesa di San Barnaba fu costruita su disegno dell’architetto perugino Galeazzo Alessi nel 1561 come chiesa madre dei Chierici Regolari di San Paolo, anche detti Barnabiti. L’Alessi da qualche anno era a Milano, impegnato nella costruzione del sontuoso palazzo di Tommaso Marino nell’attuale piazza della Scala. Al suo posto vi era in precedenza una piccola chiesa chiamata S. Barnaba in Brolo, del XII secolo, sulla quale ben poco è risaputo: era certamente di piccole dimensioni, ma non conosciamo con esattezza né la forma né la posizione rispetto alla chiesa attuale. L’ipotesi più fondata è, secondo la maggioranza degli studiosi, quella avanzata da padre Galli che, nel 1892, diresse i lavori di scavo per realizzare la cripta progettata da Maciachini: a suo parere l’edificio antico era posto nella stessa direzione della nuova chiesa, e occupava l’area del presbiterio e del coro attuale.
La facciata è bipartita, come è ben evidente, da due ordini sovrapposti da un cornicione ed è sormontata da un timpano rettangolare decorato con ghirlande scolpite. La facciata è rimasta più decorata nella parte superiore e meno in quella inferiore a causa del distaccamento dei fregi dovuti al passare del tempo. In facciata si trovano quattro nicchie semicircolari contenenti le statue di San Barnaba e di Sant’Ambrogio nell’ordine inferiore, di San Pietro e San Paolo in quello superiore. Il portone è stato realizzato nel 1965 dallo scultore milanese Giovanni Maria Stoppani. La facciata è stata restaurata nel 2010.
L’interno è a navata unica con tre cappelle per lato è illuminato dalla finestra a serliana posta in facciata. In prossimità del presbiterio, rialzato di tre gradini rispetto al resto della chiesa, si allarga, per restringersi nell’area del coro quadrangolare, coperto con volta a crociera affrescata, e dell’abside semicircolare. Le pareti di tutta la chiesa sono riccamente decorate con elementi architettonici in stucco dorato. Nel 1625 la volta della navata e il coro vennero dipinte ad affresco da Camillo Procaccini. San Barnaba vanta al suo interno un’interessante raccolta di dipinti del Manierismo milanese: in una delle cappelle laterali è conservata un olio su tavola con le Stigmate di San Francesco d’Assisi di Giovan Paolo Lomazzo, in un’altra una Pietà di Aurelio Luini mentre ai lati dell’altare maggiore si segnalano le due grandi tele commissionate da Gian Giacomo Trivulzio a Simone Peterzano, con Storie dei Santi Paolo e Barnaba, prima opera del pittore a Milano (1572-1573). Sotto l’altar maggiore post-conciliare, entro un’urna di vetro, è conservato il corpo del fondatore dei Barnabiti, sant’Antonio Maria Zaccaria. Sulla cantoria in controfacciata, entro una cassa lignea neoclassica con mostra composta da tre cuspidi di canne di Principale ciascuna entro un campo, si trova l’organo a canne, costruito da Pacifico Inzoli nel 1896.
Purtroppo c’è poco rispetto per questo piccolo gioiellino rinascimentale, poichè davanti all’ingresso sono stati piazzati pali, cartelli e panettoni senza un vero ordine.
Di seguito le foto di tommolo
Nel presbiterio i due dipinti di Simone Peterzano, maestro di Caravaggio. I santi Paolo e Barnaba, 1573-1590. Molti attribuiscono alcune teste nel dipinto realizzate dalla mano di Caravaggio quando era allievo del grande pittore veneto-lombardo.
Lo spazio antistante e’ pessimo, ma anche l’edificio accanto grida vendetta.
Salvo rare eccezioni, dal punto di vista architettonico gli anni 50-60 andrebbero cancellati dalla faccia della terra. O almeno da quella di Milano!!
Grazie mille per la correzione amici! 🙂