Milano | Calvairate – San Pio V e Santa Maria di Calvairate, bella incompiuta

La Parrocchia San Pio V e Santa Maria di Calvairate, che si trova in via Ennio venne edificata tra il 1927 e il 1929.

Il nome di Santa Maria Nascente di Calvairate le deriva dall’antica chiesa presente non lontano e che era il cuore del paesino di Calvairate.

L’antica chiesa aveva origini molto antiche. Il nome è una corruzione dell’antico nome latino di Mons Calvarius attribuito alla chiesa, in origine una semplice cappella retta sopra un poggio a cura di alcuni reduci dalle crociate, ricostruita nel 1566 venne consacrata nel 1581 da San Carlo. Il progetto fu naturalmente in stile barocco di Pellegrino Tibaldi, architetto preferito del Cardinale poi Santo. La facciata sormontata da un grande timpano era preceduta da un piccolo pronao a baldacchino retto da colonnine. Sulla destra si trovava un altissimo campanile.

Con l’espansione della città, il piano Beruto (1884) non aveva considerato questo piccolissimo nucleo di casette e persino la graziosa chiesupola consacrata dal secondo Santo milanese e di origini antichissime venne ritenuta non importante. Pertanto l’edificio barocco fu demolito nel 1929, in occasione del trasferimento del macello che dall’attuale piazza Sant’Agostino venne spostato in viale Molise. Nel frattempo si era edificata una chiesa più ampia in via Ennio ed è oggi intitolata anche a San Pio V.

La nuova chiesa in via Ennio:

L’idea era ambiziosa e cercava l’originalità, perseguendo allo stesso tempo effetti monumentali attraverso un tiburio altissimo e un non meno imponente campanile, mai però realizzati per l’alto costo. L’esotismo delle proposte decorative, neo bizantine più nelle soluzioni tecniche del mosaico che nella distribuzione degli abbondanti particolari, fu tale da impressionare favorevolmente i committenti, forse perché legato al gusto dell’epoca, il cosiddetto art déco. Nella costruzione della chiesa iniziata nel 1927 e consacrata nel 1929, furono però eliminate le decorazioni e le sei cappelle.

A quasi un secolo di distanza possiamo quasi considerare che il fatto che la chiesa non sia stata completata forse sia stato un bene, perché l’architettura nuda che ancora oggi la caratterizza la rende particolarmente interessante e originale.

Realizzata con la tecnica tradizionale del mattone, condannata allora dal Ponzoni, oggi ha consentito di non notare troppo l’incompiutezza della Chiesa, che voleva essere in stile bizzantino, rutilante di mosaici e di decorazioni policrome, ed è riuscita più romanica di tante altre chiese neo-romaniche che alla fine non lo sono e hanno invece ereditato spaziosità e luminosità rinascimentali. La chiesa appare lombarda nella facciata a capanna, pur irrigidita dai contrafforti che avrebbero dovuto configurarsi come tanti di quegli atrofici pinnacoli del nostro liberty. Così i tre portali sono rimasti tre grandi archi, privi, come il rosone, di quelle espansioni decorative che ne avrebbero allargato il campo. Neppure videro la luce le sculture di animali fantastici dello zoccolo, al posto dei quali sono rudi blocchi di pietra appena sbozzata.

L’interno presenta un endonartece (vestibolo situato all’interno della facciata), tre navi absidate con pilastri non addolciti dalle curvature disegnate in pianta, sulla navata centrale poggiano quattro cupole emisferiche su trombe coniche, di cui la maggiore, sul presbiterio, nel progetto veniva sovrapposta da un gigantesco tiburio. Il parroco Donadelli (1935-1957) adottò le absidi minori a sacrestia e ripostiglio, costruì la scalinata e la cancellata sulla fronte. Dopo il 1957 si aprirono le cappelle del Sacro Cuore della Madonna, decorate a mosaico. I mosaici del battistero sono di Antonio Soncini-Sgorlon 1962, la chiesa conserva un Crocifisso, vestito alla bizantina, in rame smaltato di B. Maretto 1960, una Via Crucis in ceramica di A. Biancini e un ciborio eseguito dalla scuola del Beato Angelico.

Il Vestibolo:

Le belle cupole della navata centrale, rimaste spoglie da mosaici mai realizzati.

Lo stupendo interno della chiesa, rimasto a nudo e privo di decorazioni, forse più affascinante nella sua incompletezza.

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2 commenti su “Milano | Calvairate – San Pio V e Santa Maria di Calvairate, bella incompiuta”

  1. Beh il progetto originale era molto molto bello, soprattutto l’esterno, tra le chiese neobizantine di Milano forse è una tra le più carine anche per l’atmosfera interna, davvero azzeccatissima anche per la luminosità diffusa.

    Forse se fosse stata interamente decorata sarebbe stata un po’ più simile alla bella Santa Croce in via Goldoni, che è un po’ la mia preferita tra le neobizantine di inizio Novecento a Milano, del gran Cecilio Arpesani.
    Comunque, l’architettura di San Pio V è così bella ed originale che brilla anche da sola, senza orpelli 🙂

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    • Davvero un ottimo articolo. Mi trovo adesso a Calvairate e ho deciso, spinto dalla curiosità, di fare una veloce ricerca su Google, che mi ha portato a questo post davvero interessante e ben fatto!

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