Milano | Urbanistica: come rovinare l’estetica dei palazzi coi sopralzi

Purtroppo non ci stancheremo mai di portare all’attenzione questo orrendo fenomeno dei sopralzi o recupero dei sottotetti così necessario ma sviluppato e gestito male, soprattutto a Milano. (qui un articolo del 2016 e uno del 2019)

Il recupero dei sottotetti (una legge regionale) a Milano è un vero disastro secondo noi, perché ognuno l’ha interpretata a proprio modo realizzando raramente qualcosa di grazioso, costruendo, spesso, dei veri e propri obbrobri. Ci fosse una commissione incaricata a controllare la qualità dei manufatti, forse eviteremmo queste brutture sui nostri tetti. Commissione che si limita ad essere scrupolosa solo se si tratti di un palazzo vincolato dalla Sovrintendenza e negli altri casi, incaricata soltanto a controllare se si rispettano le misure e le cubature, ma non l’estetica.

Così la città si sta lentamente riempiendo di “orrendi capannoni” posti a cappello su ogni tipologia di edificio. Da quello storico e in stile al più moderno.

Inizieremmo questa volta dal palazzo di via Asiago angolo via Privata Montefior 1, a Gorla. Più che sopralzi crediamo sia un’accozzaglia di aggiunte, più o meno consentite (non siamo andati ad indagare) ma per dignità ci vorrebbe un più accorto controllo.

Qui sotto uno scempio compiuto anni fa sul bel palazzo eclettico di via Piccinni 5 a Loreto.

Che dire di questi due interventi realizzati decenni fa nel distretto di Porta Magenta, come quello in via Bazzoni 14 con affaccio su piazzale della Conciliazione…

… o in Corso Magenta 80, dove si è osato, senza dignità, almeno due volte nel corso del tempo (il primo forse realizzato nel dopoguerra).

Vicino, al civico 78, invece, dobbiamo dire che l’intervento ci piace, visto che si è utilizzato l’espediente più coerente, del tetto a mansarda.

Saltiamo in Centro alle Cinque Vie, dove qualche anno fa sul palazzo anni Cinquanta posto ad angolo tra Via Torino e Via Santa Maria Valle (civico 1). Sebbene il palazzo, moderno, son sia un capolavoro, certo non meritava quest’umiliazione.

Altro capolavoro che vince il premio come peggior intervento lo troviamo nel distretto di Derganino, in Piazzale Nigra angolo Via degli Imbriani 1 e viale Bodio. Un’elegante edificio del primo Novecento è stato rovinato per sempre da questo sopralzo degno di una baraccopoli.

All’Isola, in Via Bassi 30, non era bastato un grazioso sopralzo alla francese, ora si sta aggiungendo un nuovo piano.

Che dire di questa meraviglia in via Plinio 42 (Città Studi), dove si è pensato bene di dotare il palazzo eclettico di uno splendido loggiato metallico simile a quelli che si trovano in un qualsiasi porto industriale.

Passiamo alla Senavra in via Compagnoni 26, dove al grazioso palazzo, incuranti, si sono fatti prendere la mano e hanno aggiunto, e poi aggiunto a “cavolo”, senza che nessuno abbia impedito o regolamentato la cosa.

Altro nostro cruccio è questo bell’esempio di capanna su tetto. Siamo in via Melchiorre Gioia 43, sotto il palazzo della Regione.

Per fortuna qualche bell’intervento c’è, come questo appena completato di via Luigi Galvani 15.

Qui, guardando in alto, non ci rimane che piangere… e cercare di ricordare come fosse il cornicione prima che venisse sopralzato di un piano.

Sempre nel distretto Centrale si trova un altro dei più controversi e, onestamente poco sobri sopralzi di Milano, quello di via Scarlatti e l’Hotel Andreola Central, dove più di un decennio fa hanno osato posizionare sul tetto uno chateau della loira decisamente ingombrante e sgraziato.

Vicino c’è anche l’ingombrante e sgraziato sopralzo di via Settembrini 42.

Uno dei più controversi palazzi rovinati da un brutto sopralzo è senza alcun dubbio Casa Reininghaus di Corso Genova 29.

Nel 1898, all’angolo tra Corso Genova e Piazza Cantore, venne costruito, su progetto dell’architetto Sebastiano Locati, un grande edificio multifunzione di sei piani conosciuto come Casa Reininghaus (dal nome del proprietario, un produttore di birra austriaco), comprendente il Teatro Birraria Stabilini, café-chantant strutturato su tre piani di proprietà di Emilio Suvini e Luigi Zerboni. L’imponente edificio ospitava anche negozi, un ristorante e una sala da biliardo al piano ammezzato, nonché abitazioni ai piani superiori. decorato alla maniera eclettica e strizzando l’occhio già al liberty.  Oggi per l’appunto è sormontata da una struttura brutta e pesante di ben due piani colorata di bianco.

Proseguiamo il tour per la città, spostandoci al Casoretto dove possiamo ammirare questo capolavoro in Piazza Aspromonte.

Anche in centro non manca questo scempio, come vedere il cornicione spezzettato del bel palazzo di Via Pietro Verri 7.

Qualche altro esempio orrendo…

Altri esempi possiamo definirli controversi, dove almeno l’architetto si è sbizzarrito e ha osato, come l’esempio di piazza Wagner.

In via Vitruvio 7 (Porta Venezia) troviamo quest’intervento realizzato diversi anni fa, che, tutto sommato troviamo interessante.

Nel distretto Bolla Fiera troviamo quest’esempio su un bel palazzo anni Trenta di via Domenichino 27. Forse il nuovo piano ha sgraziato un po’ il palazzo, ma almeno v’è stata una certa ricerca architettonica. Sopralzo che scatenò il vicinato quando venne realizzato.

Forse anche al palazzo di Via Principe Eugenio 15, alla Bullona, angolo via Mac Mahon, si fossero fermati senza aggiungere un ulteriore piano, avremmo un palazzo più armonioso e con un sopralzo azzeccato.

Al Borgo degli Ortolani, in via Bramante 10, l’intervento è azzeccato, creando un bel loggiato, pare quasi integrarsi perfettamente al restante palazzo.

Concludiamo con quest’intervento realizzato ormai decenni fa, in Via Domenichino 5, dove si può vedere la realizzazione di due piani aggiuntivi, realizzati seguendo le linee del sottostante palazzo eclettico, ma che ne rivedono le forme in versione moderna.

Come abbiamo mostrato, questi interventi, secondo noi, dovrebbero venire visualizzati e approvati da una commissione o perlomeno ci vorrebbero delle linee guida dettate dagli uffici urbanistici che consentissero la loro realizzazione, ma secondo dei parametri precisi, come stile e proporzioni a seconda di dove vengono realizzati.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

18 commenti su “Milano | Urbanistica: come rovinare l’estetica dei palazzi coi sopralzi”

  1. Non oso immaginare per l’affetto del nuovo ponte Serra di boeri, se dovessero approvare la nuova legge regionale del 25% in più in città cosa succederebbe.

    Una vera catastrofe!!!

    Mi dispiace che a subire sia un bellissimo il progetto come il ponte di Pirelli 39 piace a tutti, ma a questo punto forse è meglio che rimanga un sogno !

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  2. Un altro pessimo esempio:

    https://www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=3712251

    Come ho scritto nella didascalia: “Purtroppo un’ignobile superfetazione edilizia sul corpo basamentale del Grattacielo della Terrazza Martini (ci giurerei che è stata fatta abusivamente e poi condonata) ostruisce la visuale dei contafforti in cemento della Torre Velasca, che costituiscono un elemento caratterizzante di tale edificio.”

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  3. La Regione è in mano a palazzinari travestiti da leghisti. Potessero, farebbero un sopralzo anche al Pirellone. Poi capisci che se dai la sanità in mano a questa gente, il piano vaccini ha performance simili alla Calabria.

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    • Ti sei dimenticato i camici del cognato di Fontana, Gallera, le mancate zone rosse di Bergamo, Trenord, Aler ecc, ma non ti preoccupare adesso arriva Wf?

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      • …e il portale vaccini sviluppato dalla software house interna della Regione che non funziona (sarebbe bello sapere quant’è costato) e così adesso si passerà a quello delle Poste (che lo avevano offerto gratis a tutte le Regioni) ma ci vorranno 3 settimane per la migrazione…

        Giuro che ‘sto giro se questa banda di pagliacci viene rieletta ancora mi trasferisco a Lugano come Mina.

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      • Chi arriva a parlare di vaccini e di sanità pubblica in un contesto di urbanistica, è evidente che sia mosso da motivazione diverse da quelle per le quali si dovrebbe scrivere qui sopra. Meglio sarebbe astenersi. Ne guadagnerebbe il tempo speso dai lettori, che sono solo interessati all’argomento in discussione.

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  4. Vero, però ultimamente ho notato che di scempi ne sono stati fatti di meno. I casi che vengono riportarti qui infatti non sono recentissimi. Mi chiedo se sia finalmente cambiato qualcosa nei regolamenti comunali

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  5. Nell’ 800 fino all’ Unità d’Italia esisteva a Milano la Commissione di Ornato, costituita dai maggiori architetti dell’epoca, direttori di istituti di Belle Arti (Brera) e alcuni intellettuali qualificati che avevano il compito di valutare, sotto il profilo estetico i progetti di nuove costruzioni o anche rifacimenti di facciate, Potevano anche bocciare taluni progetti non conformi ai canoni dell’epoca ovvero disporre modifiche. Peccato che oggi non esista nulla del genere. Tuttavia gli uffici tecnici comunali, sentendo anche le soprintendenze, potrebbero intro durre anche valutazioni di carattere estetico, almeno per impedire oscenità come quelle quì riportate,

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    • Adesso c’è la Commissione Paesaggio, che in teoria ha poteri abbastanza simili.
      Purtroppo non funziona molto bene – almeno a mio parere – perchè è un po’ come chiedere ad una commissione di osti eletti a rotazione di certificare la qualità del vino delle osterie.

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  6. Legge giusta, per non occupare ulteriore spazio, ma andrebbe regolamentata dal buon gusto. Bravi.
    Dovreste essere in giunta voi.

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  7. Grazie per documentare il problema, mi piange il cuore passeggiare per la città e vedere queste schifezze. Che città lasceremo alle future generazioni? Stiamo rovinando Milano, la situazione andrebbe regolamentata.

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  8. Era assolutamente da aggiungere l’oscenità del sopralzo progettato dall’amministrazione comunale per il complesso di sua proprietà Isola Bella, su via Melchiorre Gioia, visto che forse siamo in tempo ancora per evitarlo! Speriamo che la Soprintendenza ci metta una pezza all’ultimo minuto anche in questo caso.

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