Milano | Porta Volta – Le Porte di Milano: piazzale Baiamonti

Milano Porta Volta. Undicesima “Porta” che prendiamo in considerazione, dopo aver visto Porta GenovaPorta TicinesePorta LodovicaPorta VigentinaPorta RomanaPorta VittoriaPorta Monforte, Porta Venezia, Porta Nuova e Porta Garibaldi, giungiamo nel nostro percorso in piazzale Baiamonti, dove si trova il vecchio varco di Porta Volta.

Ennesimo e veloce riassunto per capire di cosa stiamo parlando: dove si trovano le porte realizzate nei varchi delle mura cinquecentesche della città sono in genere caratterizzate da una piazza di grandi dimensioni con, in alcuni casi, un arco o un grande monumento centrale, realizzato in varie epoche. Le 13 porte (e portelli) sono, in senso orario partendo dal Castello Sforzesco: Porta Tenaglia (Piazza Lega Lombarda); Porta Volta (Piazzale Baiamonti); Porta Garibaldi (Piazza XXV Aprile); Porta Nuova (Piazza Principessa Clotilde); Porta Venezia (Piazza Oberdan); Porta Monforte (Piazza del Tricolore); Porta Vittoria (Piazza V Giornate); Porta Romana (Piazza Medaglie d’Oro); Porta Vigentina (Via Ripamonti); Porta Lodovica (Piazzale di Porta Lodovica); Porta Ticinese (Piazza XXIV Maggio); Porta Genova (Piazzale Cantore); Porta Vercellina (Piazzale Baracca). Aggiungeremo all’elenco anche Piazza Cavour dove si trovano gli archi antichi di Porta Nuova, da sempre nella totale sciatteria.

Porta Volta fu inaugurata nel 1880 lungo il tracciato delle antiche mura spagnole di Milano, presso l’altezza di Porta Comasina (poi rinominata Porta Garibaldi), costruite nel 1555 per volere di Ferrante Gonzaga. La porta venne dedicata ad Alessandro Volta, in quanto collegata all’omonima via che, dal centro città, conduceva fino a questo punto, rendendo omaggio al celebre scienziato italiano.

L’apertura di Porta Volta aveva l’obiettivo principale di migliorare il collegamento tra il centro cittadino e il Cimitero Monumentale, realizzato pochi anni prima (1866), oltre a connettere Milano alla nuova strada Comasina, oggi via Carlo Farini. Quest’ultima sostituì la vecchia via (l’attuale Corso Como), interrotta dagli impianti ferroviari della stazione centrale dell’epoca, situata nell’odierna piazza della Repubblica e dal vecchio Scalo Merci di Porta Garibaldi, oggi, area è occupata dalla stazione Garibaldi.

La struttura originale della porta comprendeva due caselli daziari che incorniciavano una cancellata centrale, progettata dall’ingegnere Cesare Beruto. Puramente funzionali alla riscossione dei dazi, questi caselli rappresentavano un esempio di “porta aperta”, una soluzione architettonica innovativa nata grazie alle pressioni dei grandi proprietari terrieri della zona, tra cui Molteni e Feltrinelli, che vedevano nella nuova apertura un’opportunità per valorizzare i terreni circostanti.

Alla fine dell’Ottocento, il piazzale di Porta Volta presentava un aspetto elegante: sui resti dei bastioni furono ricavati due viali alberati sopraelevati, trasformati in incantevoli passeggiate, simili a quelle che oggi possiamo ammirare a Porta Venezia lungo viale Vittorio Veneto.

Con l’espansione urbana di Milano, il piazzale di Porta Volta – oggi noto come piazzale Baiamonti – divenne un nodo cruciale del traffico lungo la circonvallazione delle mura spagnole. Nuove esigenze di mobilità portarono a trasformazioni significative dell’area: serviva spazio per ospitare il capolinea dei tram extraurbani, che garantivano ai primi pendolari un comodo accesso alla città.

In origine, i tram extraurbani attraversavano Porta Tenaglia e percorrevano il viale di Porta Garibaldi (oggi via Montello) prima di imboccare via Farini. Qui i binari si abbassavano di pochi metri per percorrere il sottopasso detto “della Sorgente“, così chiamato per la presenza di fontanili nella zona. Altre linee correvano lungo gli attuali viali Pasubio, Montello ed Elvezia, rimanendo all’esterno delle mura ma creando un carosello di tram attorno a piazzale Baiamonti.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale (1945), la giunta comunale decise di spianare i bastioni e le passeggiate sopraelevate per fare spazio ai binari della Tranvia Milano-Carate/Giussano. L’area tra via Volta e piazzale Biancamano si trasformò così in un vero e proprio scalo tranviario. Nel 1951, Arrigo Arrighetti, celebre architetto al servizio del Comune, realizzò una pensilina semplice e funzionale per il capolinea delle linee tranviarie intercomunali dirette a Giussano e Limbiate.

Questa configurazione, però, durò poco: nel 1960 fu realizzato il nuovo Ponte della Sorgente in via Farini, che sostituì il sottopasso e costrinse lo spostamento dei tram extraurbani in via Valtellina.

Oggi, piazzale Baiamonti conserva ancora alcuni binari “fantasma”, in parte visibili ma scollegati dalla moderna rete tranviaria, un muto testimone di un passato ricco di trasformazioni urbanistiche e sociali.

Il Declino del Piazzale

Oggi, tuttavia, Porta Volta rappresenta uno degli esempi peggiori di caos urbano e sciatteria visiva a Milano. Nonostante il fermento edilizio di alto livello che la circonda, il piazzale è uno spazio urbano degradato, lasciato a sé stesso per oltre settant’anni, senza interventi significativi da parte delle amministrazioni comunali.

Piazzale Baiamonti, dedicato al politico Antonio Bajamonti, figura di spicco dei Dalmati Italiani dell’Ottocento, è diventato il simbolo della mancanza di visione e progettualità. Un susseguirsi di opere, strutture e interventi realizzati senza alcuna coerenza nel tempo, che hanno trasformato l’area in un insieme disordinato di elementi scollegati. Il risultato? Un gigantesco “minestrone” di pessime scelte urbanistiche e progetti rimasti incompiuti.

Una Cartolina di Caos

Oggi, piazzale Baiamonti è un luogo di contrasti e disordine:

  • Elementi storici come i caselli daziari e le mura spagnole convivono con infrastrutture recenti, spesso mal integrate.
  • Binari tranviari inutilizzati rimangono visibili, spezzati e pericolosi.
  • Marciapiedi mal progettati, pavé intervallato da tratti asfaltati, piste ciclabili malfatte e un parcheggio disordinato completano il quadro.
  • Il tutto condito da traffico intenso, sporcizia, ciclisti che evitano le ciclabili e pedoni che si muovono spaesati.

Questa è la caotica realtà dell’angolo nord-occidentale del centro storico di Milano, dove il passato delle mura cinquecentesche si intreccia con una città moderna cresciuta in maniera disorganica.

Speranze e Scetticismo

L’unica speranza per questa area sembra essere legata alla futura riqualificazione, prevista al termine dei lavori per il Museo Nazionale della Resistenza, attualmente in costruzione lungo viale Montello. Tuttavia, il nostro scetticismo è forte: temiamo che il cantiere del museo possa protrarsi a lungo e che una riqualificazione complessiva del piazzale rimanga un miraggio.

In conclusione, piazzale Baiamonti rappresenta un esempio emblematico di spazio urbano bistrattato e trascurato, che meriterebbe un intervento radicale per restituirgli dignità. Per ora, però, il Comune sembra ignorare del tutto la situazione, lasciando questa zona di Milano in un evidente stato di abbandono.

Di seguito, alcune immagini che documentano lo stato attuale del piazzale, tra pali, binari inutilizzati, sporcizia e disordine. Una cartolina di come non vorremmo che fosse la nostra Milano.

La piazza nel 2019 venne dotata di pista ciclabile (decisamente inutile e brutta), mentre qualche anno fa una parte del piazzale venne interessato dai lavori per la riqualificazione dell’armamento tranviario. Entrambe occasioni sprecate che avrebbero potuto interessare e migliorare in qualche modo l’intera piazza.

  • Referenze immagini: Roberto Arsuffi
  • Porta Volta, Herzog & De Meuron, Viale Montello, viale Crispi, Viale Bastioni di Porta Volta, piazza Baiamonti, Museo Nazionale della Resistenza, degrdo, sciatteria

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

11 commenti su “Milano | Porta Volta – Le Porte di Milano: piazzale Baiamonti”

  1. In più hanno distrutto il giardinetto che era l unica cosa piacevole.
    Nonostante l intervento di Giovanni Storti e della popolazione.
    Al comune, sindaco, interessa solo business. Con gli oneri di urbanizzazione del palazzo della Feltrinelli la piazza baiamonti potrebbe essere dorata con marmi di Carrara e divani di lusso.
    Ma dove sono finiti quegli oneri di urbanizzazione? Mah!

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    • Il giardinetto (ex distributore di carburante…) poco apportava alla piazza e al quartiere. I soli aridi spartitraffico in catrame di Baiamonti hanno una superficie superiore.
      Questa parte di città ha l’opportunità e il bisogno di essere ripensata in maniera importante, ad esempio integrando anche i bastioni di porta volta che sono una distesa di asfalto che potrebbe essere razionalizzata e usata per raccordare le diverse zone e offrire un po’ di verde (vero!!!) agli abitanti, riducendo isole di calore, traffico, rumore etc

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  2. …ma dai, ma quale bel giardinetto… un campo di patate maleodorante, sciatto e pure pericoloso per i muri pericolanti di contorno e gli arredi raffazzonati… un’altra “perla” persa assieme al FANTASTICO bosco di Gioia… quasi qualunque cosa è meglio

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  3. E purtroppo il toblerone della Feltrinelli ha aggiunto un nuovo elemento di incoerenza e disomogeneità. Come hanno potuto ridurre la zona in questo stato pietoso?

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  4. Avete dimenticato di menzionare un aspetto molto importante, la mancata connessione pedonale tra Paolo Sarpi e Porta Garibaldi/Corso Como. Viale Pasubio andrebbe assolutamente pedonalizzato e i marciapiedi accanto ai caselli daziari allargati (molti pedoni camminano sulla ciclabile e li capisco, il marciapiede è troppo stretto per il traffico che ha!)
    E purtroppo vedo che anche nella vostra proposta la piazza rimarrebbe molto autocentrica, sbilanciata rispetto ai volumi di traffico che ci sono e poco sicura per i ciclisti. Niente ciclabile che continua dritto sull’asse Volta-Ceresio, invece spostate la ciclabile che esiste già sul filare alberato in mezzo tra il controviale e la parte centrale del viale, con una curva decisamente pericolosa, che richiederà un tempo semaforico aggiuntivo.

    Per il resto (poco verde, i binari abbandonati ecc.) condivido

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  5. dovresti candidarvi, politicamente (non sarcastico) – dato che si coglie che avete a cuore la città, qualità spesso non attribuibile a chi governa (la potenzialmente stupenda) Milano

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  6. Cerchiamo di essere costruttivi e non ipercritici. L’area non è stata curata e progettata, quindi è cresciuta
    spontaneamente… Ora occupiamocene e sono certo che si può ancora rimediare e ricavare una zona piacevole
    ed importante (considerata la posizione di rilievo (tra il Monementale, il nuovo scalo Farini, la moderna
    Porta Garibaldi e China town). Come al solito rimbocchiamoci le maniche (d’altra parte seguire lo sviluppo
    vulcanico di Milano non è cosa semplice!) e agiamo…….

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  7. Grazie per tutte le informazioni che ci fornite. Ma quanto sono belle quelle “cartoline” di fine ‘800!! Cara Milano, a chi sei in mano? Passo spesso da Porta Volta e “chiudo gli occhi”. Il ” Transatlantico” della Feltrinelli non mi piace, ma meglio dell’autolavaggio che c’era prima. Accontentiamoci!!??

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