Milano | Porta Nuova – Le Porte di Milano: il piazzale Principessa Clotilde

Milano Porta Nuova. Nona “Porta” che vi portiamo a vedere, dopo aver visto Porta GenovaPorta TicinesePorta LodovicaPorta VigentinaPorta RomanaPorta VittoriaPorta Monforte e Porta Venezia, giungiamo nel nostro percorso in piazza Principessa Clotilde a Porta Nuova.

Un veloce riassunto per capire di cosa stiamo parlando: dove si trovano le porte realizzate nei varchi delle mura cinquecentesche della città sono in genere caratterizzate da una piazza di grandi dimensioni con, in alcuni casi, un arco o un grande monumento centrale, realizzato in varie epoche. Le 13 porte (e portelli) sono, in senso orario partendo dal Castello Sforzesco: Porta Tenaglia (Piazza Lega Lombarda); Porta Volta (Piazzale Baiamonti); Porta Garibaldi (Piazza XXV Aprile); Porta Nuova (Piazza Principessa Clotilde); Porta Venezia (Piazza Oberdan); Porta Monforte (Piazza del Tricolore); Porta Vittoria (Piazza V Giornate); Porta Romana (Piazza Medaglie d’Oro); Porta Vigentina (Via Ripamonti); Porta Lodovica (Piazzale di Porta Lodovica); Porta Ticinese (Piazza XXIV Maggio); Porta Genova (Piazzale Cantore); Porta Vercellina (Piazzale Baracca). Aggiungeremo all’elenco anche Piazza Cavour dove si trovano gli archi antichi di Porta Nuova, da sempre nella totale sciatteria.

Negli ultimi anni, Porta Nuova si è identificata maggiormente con l’area dei grattacieli del terziario che circondano il Parco della Biblioteca degli Alberi (BAM). Questo è dovuto in parte alla scelta della società immobiliare che ha sviluppato le nuove torri di chiamare “Porta Nuova” l’intero progetto, che ha radicalmente trasformato la zona. In passato, Porta Nuova era un’area poco conosciuta, nonostante la presenza di ben due antichi archi che portano questo nome. Il primo, più antico, si trova in Piazza Cavour ed è risalente al XII secolo; fu poi “affiancato” nel 1813 da una nuova porta, che apriva un varco nei bastioni cinquecenteschi.

In origine, la vecchia Porta Nuova rappresentava l’ingresso alla città per chi proveniva da nord, da Monza, attraversando Greco per arrivare all’attuale via Manin. Tuttavia, questa porta venne oscurata dalla vicina Porta Venezia e da Porta Comasina (oggi Porta Garibaldi), che erano più rilevanti dal punto di vista commerciale. La strada venne quindi spostata più a ovest, dove fu costruita una nuova porta in corrispondenza del canale della Martesana. Con l’arrivo delle ferrovie, l’importanza della via di comunicazione si ridimensionò: infatti se prestiamo attenzione, la via Amerigo Vespucci, che partiva dal nuovo arco, appare ancora oggi quasi isolata, terminando contro la scalinata delle Varesine, in pratica senza un vero e proprio itinerario esterno.

La Porta Nuova che sottoponiamo all’attenzione è quella che si trova nell’ampia e complessa Piazza Principessa Clotilde, piazza dedicata a Maria Clotilde di Savoia, figlia primogenita del re Vittorio Emanuele II. Al centro della piazza si erge un arco ottocentesco, un grazioso elemento neoclassico realizzato in arenaria gialla che, purtroppo, si è molto deteriorato nel tempo. In passato, qui sorgeva un semplice varco nelle mura spagnole, demolito in epoca napoleonica quando le principali porte dei bastioni vennero convertite in strutture con funzione sia daziaria sia ornamentale, in linea con il loro superamento come infrastrutture militari.

L’arco trionfale con i due caselli fu costruito tra il 1810 e il 1813 su progetto dell’architetto Giuseppe Zanoia. Si apriva verso il canale della Martesana e la strada che collegava la città con la Brianza. Tuttavia, come accennato, l’arrivo delle ferrovie ridusse il traffico di merci e persone nella zona. La vita cittadina si spostò verso Porta Garibaldi e Piazza della Stazione (oggi Piazza della Repubblica), lasciando questa piazza ai margini. Solo con la rivoluzione urbanistica iniziata nel 2007, che ha coinvolto le aree delle Varesine e di Porta Garibaldi, la piazza ha visto una parziale riqualificazione, completata nel 2013.

La riqualificazione con aiuole e nuovi marciapiedi, ha interessato principalmente il lato verso Viale Monte Santo e Viale Monte Grappa, mentre il lato che si affaccia sul lato del Centro Storico è rimasto invariato, con l’aiuola centrale e la mezzaluna verso Corso di Porta Nuova, probabilmente una sistemazione risalente agli anni Ottanta del Novecento.

Rispetto ad altre piazze legate alle porte cittadine, quella di Porta Nuova può essere considerata meno trascurata, ma presenta comunque delle criticità.

Ricordiamo che in piazza si trovavano anche due meravigliose villette liberty che purtroppo negli anni Cinquanta vennero cancellate senza rimpianti.

Uno dei principali problemi estetici della piazza riguarda l’aiuola centrale: al di sotto di essa si trovano ancora le rotaie inutilizzate dei tram. Fino al 1968, i tram attraversavano questa zona per dirigersi verso via Castelfidardo, ma la linea fu soppressa a causa del cedimento di una volta della fossa interna dei navigli. Da allora, le linee vennero dirottate su Corso Garibaldi e infine soppresse.

Colpisce come, nonostante siano inutilizzate da quasi sessant’anni, le rotaie e i vecchi masselli siano rimasti in ottime condizioni, resistendo al traffico quotidiano (ah quando si facevano i lavori per bene!). Al contrario, i sampietrini (cubetti di porfido) utilizzati per gran parte della piazza risultano spesso danneggiati, costringendo il Comune a interventi di rattoppo poco eleganti.

Ma perché queste rotaie, inutilizzate e potenzialmente pericolose, sono ancora presenti? E perché i sampietrini non vengono sistemati o magari rimossi e riutilizzati invece in aree pedonali? Considerando gli oneri di urbanizzazione derivanti dal vicino comparto terziario ancora in fase edilizia, non sarebbe stato possibile migliorare anche il resto della piazza?

A un’osservazione superficiale, la piazza e la porta appaiono ordinate e gradevoli, ma una più attenta analisi rivela una serie di dettagli che denotano trascuratezza. Oltre alle rotaie abbandonate e alle aiuole in cattivo stato, si notano altre problematiche, come il parcheggio selvaggio, sempre presente. Per fortuna i piccoli portici dei due caselli laterali sono stati chiusi da inferiate per impedire e eliminare il bivacco quotidiano di ubriachi e senzatetto che stazionavano in piazza (forse una soluzione drastica ma che fa capire lo stato di certe cose che col tempo peggiorano anziché migliorare).

Anche qui, l’edicola ha chiuso da tempo, e la pietra utilizzata nella parte rinnovata mostra il tipico color ruggine lasciato dai vecchi tram che sferragliano le rotaie. Un’immagine che, pur con tutto il fascino storico, ricorda l’urgenza di una manutenzione più attenta.

Recentemente avevamo ricordato anche la presenza, sempre in questo piazzale dalla forma bizzarra (un “ramo” si protrae verso viale Monte Santo) di un’area apparentemente “pedonale” ma dove le auto sono sempre parcheggiate selvaggiamente e dove si trova un’altra edicola (lilla) abbandonata da anni.

Come sempre non pretendiamo progetti faraonici, ma piccole cose e interventi che cambierebbero la percezione della città.

  • Referenze immagini: Roberto Arsuffi; Milano Sparita
  • Porta Nuova, Piazza Principessa Clotilde, Arredo Urbano, Degrado, Sciatteria, Binari, Via Vespucci
Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

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