Milano | Maggiolina – Alla scoperta del quartiere a nord di Porta Nuova: seconda parte

Nel maggio scorso vi avevamo racontato la storia del distretto della Maggiolina e del suo quartiere originario, che poi col tempo si è allargato parecchio, inglobando altri quartieri e zone. Come avevamo raccontato nella prima parte, il nome deriva da quello di un’antica cascina demolita completamente all’incirca nel 1920 che sorgeva lungo il corso del fiume Seveso, a est dell’attuale ferrovia Milano-Monza, approssimativamente sul luogo dell’attuale via della Maggiolina e all’incrocio con Via Privata Jacopo Peri.

Sempre come abbiamo visto, il Quartiere della Maggiolina originario lo si può racchiudere all’interno del perimetro formato da via Melchiorre Gioia (ad est), via Stresa (a nord), via Timavo (ad ovest) e via E. Muzio (a sud), ben distinto quindi dal vicino Quartiere Mirabello o più famoso come Villaggio dei Giornalisti, sorto a partire dal 1911, e posto a nord di piazza Carbonari e a ovest della ferrovia Milano Monza. Infatti il nome Maggiolina col tempo si è esteso inglobando il territorio sino alla ferrovia (via Pallanza) a Nord, mentre il “confine” a Est lo possiamo individuare con via Melchiorre Gioia (escludendo l’area attorno a Cascina de Pomm) e a Ovest con viale Zara e piazzale Istria. A questo si aggiunse anche la parte recintata del Villaggio Maggiolina sorto negli anni Sessanta nei terreni rimasti liberi oltre via Torelli Viollier.

Ora vi portiamo a vedere la parte Nord del distretto della Maggiolina, dove si trovano i quartieri del Villaggio dei Giornalisti, il Quartiere Mirabello, il Quartiere di via Cagliero e il quartiere del Villaggio Maggiolina. Ognuno ben distinto dall’altro, anche se accomunati dall’abbondanza di verde.

Il territorio dell’odierno distretto della Maggiolina si sovrappone a quello che fu Greco Milanese, che, fino a cent’anni fa esatti, era un Comune indipendente e dal 1923 inglobato in quello di Milano, e i territori settentrionali dei Corpi Santi di Porta Nuova.

Distretto ricco anche di belle architetture di varie epoche (dal 1400 al 2000) e case curiose, come i famosi igloo o la casa palafitta o l’antica Cascina di Villa Mirabello (al centro nella foto a seguire).

Iniziamo da Villa Mirabello, sita nell’omonima via. Un po’ nascosta, la quattrocentesca villa si trovava nel vasto territorio agricolo e ricco di boschi che si trovava a Nord del centro di Milano, disseminato di ville o cascinali quattrocenteschi per fortuna in molti casi ancora presenti, come la Boscaiola (Dergano), la Bicocca (nell’omonimo quartiere) e appunto anche Villa Mirabello.

Villa o antica cascina di villeggiatura e di caccia, che ha mantenuto il suo fascino campestre di altri tempi, oggi ben conservata e ampliata è circondata da un bel giardino ricco di piante che un po’ la occultano ai passanti. Anch’essa, come la Cascina Maggiolina, sorse vicina al corso del fiume Seveso che qui scorreva nella vicina Piazzale Salvatore Farina (oggi interrato e intubato). Oggi la villa è sede di Fondazione VILLA MIRABELLO Onlus (ex associazione Casa Ciechi di Guerra di Lombardia Onlus), punto di riferimento per le problematiche connesse a gravi minorazioni visive.

A ridosso della villa, all’inizio del 1900 sorse, il quartiere Giardino Mirabello, poi Villaggio dei Giornalisti, compreso in una fascia di terreno che si sviluppava sinuosamente da sud a nord a partire da piazza Carbonari (allora confine della Milano pianificata dal Piano Beruto) comprendendo le vie Arbe, Romussi, Eugenio Torelli Viollier, Dario Papa, Lepanto, Ettore Perrone di San Martino e piazzale Salvatore Farina, a ridosso e a ovest col fiume Seveso, allora scoperto.

Cominciamo dal Villaggio dei Giornalisti, di cui solo poche case sopravvivono nella forma originale. Realizzato inizialmente tra il 1909 e il 1912 per opera della Società Anonima Cooperativa «Quartiere-Giardino Mirabello» nel territorio del Comune di Greco, ad Est del fiume Seveso, le costruzioni, tutte villette con giardino, iniziarono a “colonizzare” anche il territorio attorno alla Villa Mirabello.

Le architetture naturalmente influenzate dal periodo storico, sono per la maggior parte in stile eclettico e liberty. Prevale lo stile neo-rinascimentale che ritroviamo in molte villette. (purtroppo, come abbiamo visto, una di queste è stata demolita senza molti rimorsi)

Nel maggio del 1911 l’avvocato Mario Luigi Cerati, redattore de Il Secolo diffondeva un editoriale di forte impatto sul tema degli alloggi e delle case popolari, nel quale sosteneva che se molto era stato fatto a vantaggio delle classi operaie, niente era stato invece fatto a vantaggio della borghesia. La cooperativa già operativa nel territorio, colse la richiesta dei giornalisti e costruì nuove villette. Il quartiere prese subito il nome di Villaggio dei Giornalisti poiché l’iniziativa ebbe grande successo nei confronti di alcuni pubblicisti, rappresentativi della nuova borghesia meneghina legata alle testate giornalistiche.

Purtroppo, come abbiamo visto recentemente, nonostante la storicità del “villaggio” qualche edificio è stato inparte abbattuto.

Al contempo cominciarono la costruzione del Quartiere Mirabello, sito attorno a Piazzale Giuseppe Massari. Un insieme di villette mono e pluri famigliari che, al contrario del Villaggio dei Giornalisti, vennero realizzate tutte molto simili nello stile neo-rinascimentale con influenze liberty e che oggi possiamo trovare tra il piazzale e via Arnaldo Vassallo. Case terminate negli anni Venti del Novecento.

A queste tra il 1938 e il 39 si affiancarono le nuove case del Quartiere Mirabello, realizzate dall’architetto Gaetano Angilella. Un triangolo razionalista tinteggiato di rosa con angoli tondeggianti e finestre oblò.

Tornando al Villaggio dei Giornalisti, oggi possiamo segnalare alcune costruzioni di notevole bellezza architettonica, quali: La villetta neo-medievale di Via Pacifico Valussi 1; piazzale Farina 15 e 18, deliziose villette eclettiche; i civici 7 e 5 di via Villa Mirabello, tra le più vecchie del quartiere; Via Eugenio Torelli Viollier 4, 8 e 52 sempre dal gusto eclettico; segnaliamo anche la modernissima villetta al 31 di Via Leonida Bissolati. Al 2 di Via Eugenio Torelli Viollier potrete ammirare l’elaborata scaletta con tettoia in stile liberty che riproduce una vite, molto suggestiva.

Naturalmente non si può non menzionare due costruzioni presenti in Maggiolina che attraggono persino i turisti più curiosi: le case Igloo e Casa Figini.

In via Lepanto è impossibile non notare delle bizzarre casette a forma di igloo. Queste bizzarre architetture sono opera dell’Ingegner Mario Cavallè, che le realizzò nel dopoguerra importando nuove tipologie costruttive e abitative dagli Stati Uniti. Ogni igloo costituisce una singola abitazione di 45 metri quadrati con giardino. Originariamente erano 12, ma oggi ne sopravvivono solo otto leggermente rimaneggiate nel corso degli anni. Qui sino agli anni Sessanta vi erano anche alcune casette a forma di fungo con la copertura a cupoletta tinteggiata di rosso a pois bianchi. Le due presenti in Via Lepanto purtroppo furono demolite negli anni Sessanta, ma è possibile vederne tre sopravvissute a Novate Milanese, al confine con il Comune di Milano.

In via Perrone di San Martino, non lontano dalle casette igloo, si trova la villa dell’architetto Luigi Figini, costruita a metà degli anni Trenta (1935) e presto assurta a modello dell’architettura razionalista. La casa purtroppo è difficile da vedere dalla strada, vista la fitta vegetazione presente attorno ad essa. Si tratta di una casa su due livelli appoggiata delicatamente su una serie di pilastri sottili disposti in modo regolare che rimanda alle architetture di Le Corbusier, dalla cui lezione Figini applica in questa che è la propria abitazione il modello delle case al Weissenhof di Stoccarda (1927) e della Villa Savoye a Poissy (1929).

Il resto del Villaggio dei Giornalisti si presenta come un grazioso quartiere costituito da villette snocciolate ai lati di strade verdeggianti e sinuose.

Sino all’incirca agli anni Settanta del Novecento, in via Torelli Viollier al numero 26 e 28 sorgeva una deliziosa costruzione sempre di inizio Novecento dal gusto di casale della campagna inglese. Si trattava di una locanda molto rinomata all’epoca, il Gallo d’oro, poi ribattezzata La Maggiolina.

La locanda della Maggiolina venne demolita negli anni Sessanta, per far posto ad una delle nuove costruzioni realizzate in quello che poi sarà l’enclave del Villaggio Maggiolina (che prese il nome dalla locada). Quartiere abbastanza vasto anch’esso legato inizialmente al mondo dei giornalisti.

Ricordiamo anche che la via Eugenio Torelli Viollier (Napoli, 26 marzo 1842 – Milano, 26 aprile 1900), è dedicata al giornalista italiano, noto soprattutto per essere stato l’ideatore e cofondatore nel 1876 del Corriere della Sera, che diresse fino al 1898.

Come dicevamo, negli anni Sessanta l’area oltre via Torelli Viollier vide la costruzione di di un nuovo complesso residenziale, non più villette, ma condomini di due e tre piani cintati da una cancellata con portineria comune.

Per consentire l’assegnazione degli immobili ivi presenti alle prime linee del Corriere della Sera nonché ai propri manager, il super-condominio oggi chiamato Villaggio Maggiolina, fu acquistato dalla Rizzoli Corriere della Sera e poi ceduto al Fondo per le Pensioni del personale CARIPLO e all’Istituto Nazionale delle Assicurazioni. In seguito ad alcune operazioni societarie, la proprietà di gran parte degli edifici è passata prima in favore di UniCredit per conto di alcuni fondi pensione da questa gestiti e poi delle Assicurazioni Generali, tramite alcuni fondi comuni d’investimento da questa gestiti. In una nota rilasciata da UniCredit nel contesto della vendita alle Assicurazioni Generali è stato dichiarato che “l’operazione, considerata la portata, l’ubicazione e l’elevata attrattività, rappresenta una delle transazioni residenziali più significative degli ultimi anni in Italia”.

Oggi alcuni stabili sono in fase di riqualificazione e posti in vendita tramite Dils. Il piccolo compound residenziale immerso nel verde le cui palazzine sono distribuite grossomodo lungo tre vie parallele: via Privata Renato Birolli; via Privata Raffaele de Grada; via Privata Orio Vergani.

Nel secondo dopoguerra, la progressiva espansione demografica ed edilizia del Villaggio dei Giornalisti e dei quartieri circostanti rese necessaria la costruzione di una nuova chiesa, per servire le necessità spirituali della zona.

Il nuovo edificio ecclesiale, dedicato a Sant’Angela Merici, fu progettato dall’architetto Mario Bacciocchi e costruito dal 1958 al 1960. Contemporaneamente, con decreto del 28 giugno 1959 dell’arcivescovo cardinale Montini, venne eretta la nuova parrocchia, con territorio ricavato dalla parrocchia di San Paolo di piazza Caserta a Montalbino.

Si tratta di una chiesa a navata unica, fiancheggiata da due spazi laterali di altezza molto ridotta, che danno accesso ai locali parrocchiali.

Il punto focale dello spazio interno è il presbiterio, sopraelevato e con illuminazione zenitale; al centro è posto un imponente baldacchino, disegnato dallo stesso Bacciocchi.

Completano la struttura, per ognuno dei lati della chiesa, due cappelline. In prossimità dell’ingresso, sul lato sinistro, è collocato un battistero. Sullo stesso lato dopo le due cappelline, in prossimità del presbiterio, si apre l’ingresso alla cappella della Trasfigurazione utilizzata per le celebrazioni feriali e l’adorazione eucaristica, mentre sul lato destro della navata si affaccia, sopra le due cappelline, il lungo matroneo.

La facciata esterna, rivestita in clinker, riunisce la chiesa e l’edificio parrocchiale adiacente.

Concludiamo il nostro peregrinare nel distretto della Maggiolina con le parti più densamente abitate, come quelle del quartiere di via Cagliero, nel settore Nord-Est, verso Cassina de Pomm e la Martesana o delle case comprese tra viale Zara e via Arbe.

La zona verso viale Zara è composta da regolari caseggiati di vario genere, costruiti a partire dagli anni Venti del Novecento. Molto bello è il complesso di case di via Arbe 51 e 55, ricche di graffiti in stile rinascimentale. Qui si trova anche la stupenda scuola di via Ragusa 5, costruita negli anni Cinquanta e recentemente restaurata. Un bel esempio di edificio pubblico. Sulla facciata cieca di via Arbe recentemente è stato pitturato un bel murale dedicato al distretto della Maggiolina.

Del quartiere sviluppatosi lungo via Cagliero ne avevamo parlato in un articolo del 2019, e si tratta del gruppo di case costruito tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento, l’area menzionata anche da Adriano Celentano nella canzone “Il ragazzo della via Gluck” con la famosa strofa: Là dove c’era l’erba ora c’è una città.

A quest’area dobbiamo aggiungere anche l’area prossima al distretto di Greco, dove si trova la torre Maggiolina di recente costruzione. Qui in certi casi, pare di essere lontani chilometri dalla iperattiva e animata Porta Nuova. Infatti la zona di via Fava e Tarvisio si presenta con piccoli edifici residenziali, con orti e giardini e qualche condominio circondato sempre dal verde. In via Tarvisio si trova il ponte pedonale che mette in collegamento quest’area con il vicino Villaggio dei Giornalisti, separati dalla Ferrovia Garibaldi-Monza.

Referenze immaigni: Roberto Arsuffi; Milano Sparita;

Informazioni: Milano Sparita; Anna Mitica; “Le Strade di Milano”, Newton Peridici 1991; Pure Milano Photo Project – Sosthen Hennekam; Ordine degli Architetti; Wikipedia

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Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

11 commenti su “Milano | Maggiolina – Alla scoperta del quartiere a nord di Porta Nuova: seconda parte”

  1. La casa ispirata a Le Corbusier è senza alcun dubbio la piu mostruosa, ma quando c’è da demolire gli architettoidi non esitano a metter mano alle case in stile liberty che caratterizzano la storia di Milano, ma quando c’è da rivedere un’oscenità della seconda metà del novecento alzano le barricate.

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  2. abito in Via BIzzoni e vi seguo. Ho trovato l’articolo interessantissimo anche perchè finalmente fa chiarezza, delimitandone i confini, su Maggiolina e Villaggio dei giornalisti. Splendide anche le fotografie. Complimenti

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  3. Che dire? Complimenti per l’articolo che poi è
    anche uno splendido reportag, accuratissimo e particolareggiato.
    Ho scoperto un quartiere bello e con una storia molto interessante 😊Grazie!

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  4. grazie di questo articolo, è la mia zona da sempre.
    però nemmeno una parola sulla scuola di via Cagliero e poi, una curiosità: mi ricordo che tra Cagliero e Greco, dove ora sorgono le tre Torri, vi era una zona incolta che mi pare si chiamasse Lotto 46 oppure “Saggira” non ho mai trovato informazioni al riguardo. confinava con degli orti dietro via Cagliero. ne sapete Qualche cosa?

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  5. Complimenti. abbiamo abitato per 40 anni nelle villette di fronte al ristorante “a Riccione” che nostalgia leggere tutti questi aggiornamenti. giorgio

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  6. Bellissimo e dettagliato reportage. Vorrei che riprendiate anche a parlare del Borgo Pirelli: proprio ieri ne apprezzavo la bellezza e l’atmosfera quasi avulsa da un contesto metropolitano, oltre che il netto contrasto con l’orribile costruzione di Unibicocca.

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    • Mi unisco a questa richiesta, sarebbe interessante. Molte informazioni sull’area Pirelli si possono trovare presso la medesima Fondazione, Archivio storico Pirelli. So che l’attuale Borgo Pirelli è gestito da ALER…, erano le ex residenze degli operai, mentre la palazzina più alta, dove ora c’è una Tabaccheria, era riservata ai dirigenti.

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