Come avrete già potuto vedere, stiamo cercando di realizzare una serie di articoli attraverso cui, in qualche modo, esploreremo Milano durante l’epoca Imperiale, all’incirca nel 300 d.C, 1700 anni fa. Abbiamo già visto come poteva apparire Mediolanum per chi giungesse da Como attraverso la Porta Comacina, poi vi abbiamo mostrato il tratto di strada con il pilone di piazza Mercanti, in seguito abbiamo visto la Porta Argentea e delle Terme Erculee e l’Anfiteatro Romano. In questo nostro articolo vi mostreremo la nostra “visione” di come poteva apparire il cuore della città di Mediolanum, il Foro Romano.
Mediolanum aveva al centro, come ogni città importante di epoca romana, la sua piazza principale: il Foro. Quello di Milano si trovava all’incrocio tra il Decumano e il Cardo, dove oggi si trova l’isolato della Pinacoteca e Biblioteca Ambrosiana e la chiesa del Santo Sepolcro.
Ma cos’era il Foro in una grande città? Era il luogo dove si svolgevano le maggiori attività civili e religiose, una specie di piazza del Duomo in epoca romana però.
Nel Foro si trovavano solitamente la Curia (il palazzo dove si incontrava il Senato locale), la Basilica (dove veniva amministrata la giustizia), il Capitolium (il tempio dedicato alla “Trieade Capitolina“: Giove, Giunone e Minerva), e le tabernae (negozi, negozi di artigianato, o luoghi in cui mangiare).
Sui lati lunghi del Foro di Mediolanum si trovavano le tabernae, i negozi e le taverne, classiche per il commercio, mentre per quanto riguarda i lati minori non è mai stata ritrovata alcuna traccia che potesse dare risposte certe.
Con ogni probabilità la parte meridionale della piazza, quella posta dove oggi sorge il palazzo Castagna e il commissariato della polizia era conclusa da un grande palazzo (Curia, Basilica o Capitolium?) mentre la parte a nord del Forum, quella che si affaccia su piazza Pio XI poteva essere conclusa da un unico tempio centrale o da due templi più piccoli laterali. La piazza era completamente lastricata in pietra di Verona come è possibile vedere nei sotterranei dell’Ambrosiana e nella cripta del Santo Sepolcro.
Per accedere alla piazza forense si poteva giungere da nord, attraverso il Cardo Massimo, la strada dritta, ora via Manzoni, oppure, provenendo da Roma o dall’Emilia si accedeva dal Decumano Massimo, l’attuale Corso di Porta Romana, cancellato però nel corso della storia all’altezza dell’attuale Piazza Missori sino a via Torino.
Una piccola porzione di decumano è rimasta davanti alla chiesa di San Sebastiano, oggi un vicolo cieco.
L’altro tratto del Decumano, quello verso Nord-Ovest, conduceva, attraverso via del Bollo, via Santa Maria Fulcorina e Santa Maria alla Porta, verso l’antica porta Vercellina.
Vi erano anche altri due “decumani” minori che permettevano l’accesso alla piazza, le attuali via delle Asole e via Moneta. Con ogni probabilità dietro il palazzo o tempio posto a meridione vi erano le vie che permettevano l’accesso al proseguimento verso sud del Cardo, che conduceva all’attuale Carrobbio dove vi era la porta Ticinensis antica, accesso trionfale da chi proveniva da Pavia e dal fiume Ticino.
Milano era molto più antica, fondata circa seicento anni prima di Cristo, forse con il nome di Medhelan, nei pressi di un santuario realizzato da una tribù celtica facente parte del gruppo degli Insubri e appartenente alla cultura di Golasecca, ubicato, forse, nell’area odierna di piazza della Scala.
La primitiva Milano fu conquistata dagli antichi Romani nel 222 a.C. e in seguito da loro ridenominata Mediolanum. I romani costruirono il loro accampamento con ogni probabilità oltre il ruscello del Nirone o Nerino. Ruscello che percorrendo l’odierna via Broletto con ogni probabilità passava dall’odierna via Orefici e via Torino, prima di venire deviato dai romani dove oggi si trova la via Nirone. In quest’area a sud dell’antico nucleo celtico venne creato il foro con tutti i palazzi principali attorno e un nucleo di vie ortogonali che ancora sono percepibili nella piantina di Milano, via Orefici, Via Cantù, via Armorari, Spadari e Speronai, via Asole, via Moneta e del Bollo.
Notizie storiche riguardanti la piazza romana sono scarse: Svetonio e Plutarco ricordano una statua bronzea di Bruto al centro del Foro, con ogni probabilità eretta in età augustea (44 a.C.-14 d.C.). Il poeta Ausonio nel IV secolo d.C. cita la presenza di un palazzo della Moneta (la zecca), edificio collocato solitamente nei pressi di una piazza forense, e ancora oggi nei pressi dell’antico foro si trova la via Moneta.
Però solo nell’alto medioevo si ha notizia di una grande piazza al centro del quartiere antico, in due documenti datati nell’anno 879 d.C.
Unica traccia tangibile della presenza di una piazza forense è dovuta ai molteplici ritrovamenti archeologici che hanno interessato la zona sin dall’Ottocento.
Grazie ai rilievi archeologici effettuati, oggi si può ricostruire a grandi linee come poteva apparire la piazza: ampia 55 per 160 metri e doveva essere molto simile a quelle di Verona, Brescia e Pompei e corrispondente alla tipologia descritta dall’architetto Vitruvio, realizzata in Italia e nelle Gallie.
Della piazza forense si conservano poche tracce, rimane un lastricato di pietra di Verona nei sotterranei della Biblioteca Ambrosiana e alcune lastre reimpiegate nella pavimentazione della cripta della chiesa del Santo Sepolcro, mentre nel Museo delle Civiche raccolte Archeologiche troviamo frammenti scultorei e architettonici (un lungo pezzo marmoreo di cornice, rinvenuto in via Zecca Vecchia e un torso di Venere, in marmo, rinvenuta tra via Boschetto e via Moneta).
La piazza del Forum subì un ultimo rifacimento nella prima metà del III Secolo, nel periodo in cui Milano era capitale dell’impero. Sicuramente dopo il 300 la piazza perse di importanza, anche perché il fulcro si spostò verso le due basiliche dove ora si trovano piazza e Duomo. Nel 879 viene citata in due documenti come: forum publicum non longe a moneta e come: foro publico quod vacatur assemblatorium. Nel frattempo i palazzi di epoca romana vennero demoliti e persero di importanza. Molti vennero distrutti dalle molteplici invasioni. Forse, per lungo tempo vi rimasero persino dei ruderi.
Noi abbiamo provato a ricostruire in modo “fantasioso”, ma abbastanza attinente, il forum della Mediolanum Imperiale del 300 d.C.
Come abbiamo visto, purtroppo non è chiaro come potesse apparire la piazza del Foro Romano, molte versioni degli studiosi sostengono che su entrambi i lati corti ci fosse un grande edificio, un tempio, la Curia o il Capitolium.
L’ipotesi della presenza di un Capitolium sul lato breve del foro è sostenuta prevalentemente dal confronto con altri impianti urbanistici coerenti per cronologia (cfr. Verona o Brescia solo per citare i casi più noti e meglio conservati) e dal rinvenimenti di alcuni materiali architettonici nell’area, studiati e pubblicati da Furio Sacchi nel 2012 (Milano Archeologia). In effetti i rinvenimenti in situ della piazza forense e dei suoi annessi sono molto limitati e non sufficienti a ricostruire con certezza la configurazione del complesso del foro (dott.ssa Anna Maria Fedeli Funzionario Archeologo).
Perciò noi abbiamo pensato di proporre una versione dove ai due lati del lato settentrionale si trovano due templi ai lati, in pratica dove oggi si trovano gli edifici di Piazza Pio XI 1 e 6.
Naturalmente, come dicevamo è tutto ipotetico e di fantasia perché purtroppo non è stata trovata alcuna traccia che possa determinare la presenza di un edifico o due.
Le imagini dall’alto ci aiutano a capire come poteva apparire il Foro Romano, oggi occupato dal complesso dell’Ambrosiana, dalla chiesa del Santo Sepolcro e dalle piazze del Santo Sepolcro e Pio XI, con uno o due templi posti sul lato nord.
Qui di seguito il confronto tra il Foro Romano e le strutture sviluppatesi nell’alto medioevo, con le chiese della Santissima Trinità, oggi Santo Sepolcro, di Santa Maria della Rosa e di San Mattia alla Moneta.
Ed ecco la nostra passeggiata virtuale tra le vie attorno al Forum di Mediolanum in una calda mattinata del 300 d.C.
Fonte: Immagini di Mediolanum, Civiche Raccolte Archeologiche di Milano; Milano Archeologica, a cura di Anna Maria Fedeli; Milano Romana, Mario Mirabella Roberti-Rusconi Immagini; Wikipedia.
Anche se ormai l’impero Romano è scomparso e ci troviamo nel 2019, proprio non riesco a capire come mai sia il comune che le grosse aziende di investimento immobiliare non riescano a vedere che enormi potenzialità ha il quartiere delle 5 Vie.
In una città che si pone come obiettivo di attrarre sempre più turismo il quartiere in questione è forse il più originale e suggestistivo della città. Andrebbe reso semi pedonale e i numerosi negozi e vetrine particolari valorizzati. Diventerebbe così una magnifica e suggestiva zona sia per i turisti che gli stessi Milanesi.
Wow magnifico! Che bello se faceste delle ricostruzioni anche di torino.
Volevo specificare che il Decumano Massimo è con alta probabilità l’attuale percorso di via delle Asole e di via Unione fino a piazza Missori, dove si congiungeva con corso di Porta Romana e dove era situata la porta di accesso. Il suo percorso non è rettilineo probabilmente per motivi geografici di conformazione del terreno, che si abbassa verso Missoi
Complimenti per le ricostruzioni in 3D del foro. Il centro sacrale insubrico doveva trovarsi in Piazza della Scala.
Vorrei segnalare un bel racconto che ci proietta nei personaggi milanesi nell’arco di 2600 anni: Fractus Populusque Mediolanensis